La Cour Royale

Anna Maria di Gonzaga di Cléves, Principessa Palatina

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view post Posted on 28/12/2012, 21:22     +1   -1
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Nell’anno di grazia 1616, nella città di Parigi viene alla luce una biondina, colei che diventerà una delle figure più intriganti della Fronda: la Principessa Palatina, Anna Maria di Gonzaga di Clèves.

I suoi natali sono illustri, papà è il Duca di Mantova e del Monferrato Carlo I di Gonzaga, mammà è Caterina di Lorena, figlia a sua volta del pestiferissimo duca Charles de Mayenne, l’avversario di Enrico IV (il quale Enrico IV, per pareggiare i piatti della bilancia, ha lo stesso nonno del padre di Carlo di Gonzaga, ossia Carlo IV di Borbone, Duca di Vendôme e di Borbone).

Anna è la sesta di sei figli sgusciati fuori da questo matrimonio, e per giunta la terza di tre femmine, ed è abbastanza comprensibile che si parli di farla monaca; inizialmente sembra anche essere d’accordo, ma circa all’età di ventun anni, alla morte del padre, si troverà a cambiare idea e a seguire quel sentiero che qualche secolo dopo Mae West illustrerà magistralmente nel film I’m no angel (1933) con la frase: “I used to be Snow White, but I drifted”.

La Nostra inizia con l’innamorarsi perdutamente di suo cugino germano, Enrico II di Guisa, figlio di quell’Enrichetta di Joyeuse nonna della Grande Mademoiselle, che dopo essere diventata vedova di Enrico di Borbone Duca di Montpensier aveva pensato bene di risposarsi con Carlo di Lorena, il figlio dello Sfregiato. Decisamente, il destino ha uno strano senso dell’umorismo. La passione per il cugino la spinge a travestirsi da uomo non appena lui lascia la tonaca di arcivescovo di Reims per corrergli dietro a Sédan, nel 1640, ma tempo dopo dichiarerà di averlo sposato segretamente nel 1639: la cosa potrebbe anche essere possibile, un cardinale non è obbligato a essere un prete (Mazarino non lo era, ad esempio). Sia come sia, l’anno dopo lo pianta, ma pensa bene di fargli causa per farsi riconoscere come sua legittima sposa.
Sarà solo nel 1645 che, per non aver nulla di meglio da fare, sposerà un uomo dieci anni più giovane di lei, spiantato figli di spiantati: Sua Altezza il principe Eduard von der Pfaltz, figlio di Federico V ex re di Boemia e di Elisabetta Stuart; diventa pertanto cognata di Sofia di Hannover, di Elisabeth badessa di Herford, di Louise-Hollandine badessa di Maubuisson, dell’elettore Carlo I Luigi e di un’altra selva di principi palatini più o meno senza importanza: l’allegra coppia dei Re d’inverno Federico ed Elisabetta ne sfornava a manciate, ne ebbero tredici in totale.


Donna abbastanza tenace, Anna riesce a far convertire il nuovo marito al Cattolicesimo, scatenando le ire della suocera che minaccia ripetutamente di ripudiare qualsiasi dei suoi figli avesse abiurato la religione riformata: cosa di ben poca fatica, invero, visto che quasi non ne sopportava la vista e li faceva allontanare da sé fino a quando non avessero compiuto almeno dieci anni. Brava mamma, Elisabetta Stuart, davvero una brava mamma. É curioso notare che se Edoardo del Palatinato non si fosse fatto cattolico probabilmente sarebbero stati i suoi discendenti a salire al trono di Inghilterra al posto di quelli della sorella minore Sofia, rimasta protestante, alla morte della Regina Anna.

Donna anche estremamente intrigante, la nostra Anna: molto amica del Gran Condé (tanto che si vocifera che assieme a lui abbia tentato di dar fuoco ad una reliquia della croce di Cristo durante una festa), avrà un ruolo fondamentale di intermediaria tra la Corte ed i Principi durante la Fronda, ma nonostante tutto né il cardinale Mazarino né Luigi XIV in persona si fidano di lei, e la tengono a distanza: certo, come dargli torto? Infatti, se nel 1660 riceve la nomina a Sovrintendente della Casa della Regina, è anche obbligata a disfarsene per ordine del re l’anno seguente.

Il 1663 la vede diventare vedova e anche consuocera dell’amico Principe di Condé, poiché si celebra il matrimonio di sua figlia Anne-Henriette con Henri-Jules, Duca d’Enghien, primogenito del Gran Condé: brutto, cattivo, sciocco e maligno ma pur sempre Principe del Sangue. Per chiudere l’affare c’è voluto del bello e del buono, e anche di più: la regina di Polonia, Luisa Maria di Gonzaga, sorella di Anna (e tra le altre cose anche ex fidanzatina di Henri Coiffier de Ruzé d’Effiat, marchese di Cinq-Mars), ha dovuto designare la futura Duchessa d’Enghien come sua erede por poter far pretendere il Duca d’Enghien al trono di Polonia, impegnandosi a sostenerlo. Il matrimonio della figlia rinsalda il prestigio sociale di Anna, che riesce a piazzare molto bene anche le altre due: la maggiore, Louise - Marie, si sposerà con un ministro dell’imperatore Giuseppe I: Karl Theodor, principe di Salm; mentre la minore, Bénédicte-Henriette, impalma il duca Johann Friedrich di Braunschweig-Calenberg, il cui fratello minore Ernesto Augusto altri non è che il cognato di Anna, marito di Sofia di Hannover; pertanto Bénédicte-Henriette si troverà ad essere la cognata della propria zia.

Dato che il mestiere di matrimonialista le riesce bene, Anna accasa anche la figlia di un altro cognato: Élisabeth-Charlotte, detta familiarmente Liselotte, che diventerà Duchessa d’Orléans sposandosi con il fratello cadetto di Luigi XIV, Philippe.

Nello stesso anno viene toccata dalla grazia divina, e si converte diventando un esempio di virtù e di devozione: la meravigliosa marchesa de Sévigné la abbinerà scherzosamente a un’altra grande intrigante e libertina della Fronda, Anne-Généviève de Bourbon-Condé Duchessa de Longueville (sorella del Gran Condé), chiamandole “le Madri della Chiesa”: per entrambe Bossuet scriverà un’orazione funebre che entrerà a far parte della storia della letteratura francese.

Anna muore a Parigi il 6 luglio 1684.



Edited by Liselotte von der Pfalz - 16/11/2014, 15:26
 
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Erzherzogin Mady
view post Posted on 2/1/2013, 22:08     +1   -1




Piccolo off topic: Uno dei fratelli di Anna Maria, Carlo venne fatto sposare all'ultima discendente diretta dei Gonzaga di Mantova, Maria, per evitare che il ramo principale si estinguesse (cosa che comunque accadrà nei primi anni del 700, visto che l'ultimo Gonzaga lasciò solo figli illegittimi).
 
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view post Posted on 8/8/2013, 14:16     +1   -1
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Girellando per alberi genealogici mi accorgo di una cosa interessante:a zia Anna è ava diretta di Luigi XVI.

La figlia Bénédicte-Henriette è la madre di quella Guglielmina Amalia che, moglie dell'imperatore Giuseppe I, fu madre di quella Maria Giuseppa d'Austria che da Augusto III di Sassonia ebbe Maria Giuseppa, la triste Pepa, mamma di Luigi XVI.

Ergo, Anna Maria di Gonzaga-Nevers era una bis-bisavola di Luigi XVI
 
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view post Posted on 15/8/2013, 18:26     +1   -1
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Circa la situazione finanziaria di Anna di Gonzaga possiamo fare due calcoli.
Nel 1663, pochi mesi dopo la morte del marito Edward von der Pfalz, Anna sposa la figlia mezzana con il figlio del Gran Condé. Non sappiamo di preciso quanto abbia stabilito per la dote della figlia, ma gli archivi di Chantilly conservano l’inventario dei beni della famiglia che fu fatto all’epoca. Pur senza essere ricca sfondata, zia Anna aveva una fortuna consistente.

Dal 30 novembre 1661 il re d’Inghilterra, loro nipote, gli versava una pensione di duemila sterline l’anno.
Filippo Mancini, mediante la somma di due milioni di livres si aggiudica il 6 giugno 1663 il ducato del Rethélois, il marchesato di Montcornet e il principato di Portien, la cui metà era di proprietà di Anna di Gonzaga.
Questo aumento di beni le permette di acquisire, oltre alla casa di Asnières, le terre e signorie di Bondi e del Raincy che gli eredi di un tale Jacques Bordier le cedettero, il 12 settembre 1663, per la somma di mezzo milione di livres. Anna fa rimodernare il castello di Raincy e ci spende circa un milione di livres. È anche proprietaria della terra di Lignières, nel Berry, che le costa quattrocentomila livres più quarantamila di “bustarella”.
 
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Cartaphilus
view post Posted on 15/8/2013, 20:02     +1   -1




CITAZIONE
È anche proprietaria della terra di Lignières, nel Berry, che le costa quattrocentomila livres più quarantamila di “bustarella”

Il dieci per cento, come al solito. Lo prendeva anche Louise de La Vallière.
 
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view post Posted on 13/11/2013, 08:30     +1   -1
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La Zia Anna era una che accampava pretese ovunque fosse possibile, anticipando di un bel po' di anni quel detto di m. de Le Tellier, ministro della guerra di Luigi XIV e padre del cattivissimo Louvois: "Il fait toujours bon de se mettere en prétension".

Dai Mèmoires di Mademoiselle de Montopensier:

[...] Il giorno seguente l’arrivo della Regina a Saint-Jean-de-Luz rimase ancora dalla regina madre, abbigliata alla spagnola. Andai a vederla, fu molto gentile con me. Scrisse al re suo padre, pranzò con la regina madre, e andò alla comédie espagnole. L’indomani si fece la cerimonia delle nozze. Ci si andò di buon’ora. Arrivando il mattino salii dalla regina madre, dove madame d'Uzès venne a dirmi: “La principessa palatina avrà uno strascico; non volete impedirglielo?”. Monsieur arrivò in quel mentre e andò a dirlo alla regina madre, la quale rispose che alle nozze della regina d’Inghilterra si era fatto così, e che non ne parlassimo più. Si recò dalla regina, sua nuora, che si stava vestendo, e raccontò la cosa al Re, che disse che bisognava chiederlo a Rhodes, Gran Maestro delle Cerimonie. Fu fatto chiamare, e Rhodes disse che la cerimonia delle nozze della regina d’Inghilterra non era stata scritta perché il defunto re l’aveva vietato; e che alle nozze di Carlo IX solo le principesse del sangue avevano indossato degli strascichi. A questo punto M. il Principe de Conti e madame di Carignano mi dissero che se non fossi stata lì avrebbero saputo bene che cosa avrebbero dovuto fare, ma siccome io venivo prima di loro era mio compito ordinarglielo, e che loro avrebbero fatto tutto ciò che io avrei ordinato, e che la cosa non si doveva soffrire.
In quell’istante entrò il Cardinale, gli andammo vicino e gli raccontai la cosa com’era, e dissi tutto quello che c’era da dire sull’argomento. Il Re arrivò, e ci diede udienza; gli dissi che pregavamo il Cardinale di fargli presente come l’affare lo riguardasse più da vicino di quanto non toccasse noi, giacché noi eravamo ciò che siamo solo perché abbiamo l’onore di appartenergli e solo perché lui voleva che lo fossimo, e che gli altri credono di essere l’origine della propria grandezza e indipendentemente da Sua Maestà. La causa era così buona di per sé che non fu difficile sostenerla a dovere; non fu presa come una bassezza, e siccome ero molto animata credo di essere stata molto eloquente, o almeno il Cardinale lo disse. Il Re è molto geloso della sua
grandeur, nonostante non ne parli come Monsieur, e d’altra parta non amava la principessa palatina; è molto giusto. Tutto ciò contribuì a fargli intendere le nostre ragioni, e a persuaderlo facilmente. Il Re disse al Cardinale: “Andiamo a parlare alla regina”. Vi andarono, e il Re le disse che non era normale che madame la palatina avesse uno strascico, e che bisognava toglierlo; poiché lei era nella stanza, e aveva fatto la cosa con arguzia, credendo che la regina madre l’avrebbe sostenuta, e che il poco tempo disponibile per esaminare l’affare avrebbe fatto sì che passasse. La regina rispose al Re che non voleva fare nulla contro la Casa Reale, e andò a dirlo alla principessa palatina, che si mise in collera, come la regina. Se ne andò e non fu presente alla cerimonia, nonostante fosse molto agghindata. La regine disse a piena voce nel pomeriggio: “Dovrei essere più seccata di madame la principessa palatina di quello che è successo stamani, poiché lei mi aveva chiesto se poteva farlo ed io credevo fosse nella norma. Sicché sono io che le ho fatto commettere questo errore.”. Brontolò molto contro madame di Carignano e contro di me. Tutti erano felici della mortificazione della palatina, perché non è per nulla amata, e tutte le persone di condizione onorano la Casa Reale e sono molto contrarie all’elevazione dei principi stranieri. [...]

Edited by Liselotte von der Pfalz - 12/3/2014, 18:29
 
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view post Posted on 17/11/2013, 16:56     +1   -1
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Ancora dai Mèmoires di Mademoiselle de Montopensier:

Jean Nocret, Ritratto della Duchessa di Montpensier che tiene in mano un ritratto di suo padre Gaston d’Orléans, Museo di Versailles[…] La principessa palatina s’era messa in mente che io non dovevo più chiamarla ma cousine, nonostante avesse tenuto a questo grande onore tutta la vita. Suo marito era mio parente molto prossimo da parte di mia madre, in quanto una Borbone della linea di Montpensier aveva sposato il principe di Orange-Nassau, una delle cui figlie aveva sposato l’elettore palatino; da parte sua, lei, della Casa di Gonzaga, alla quale appartengono i duchi di Mantova, una Medici, sorella della regina mia nonna, ne aveva sposato uno. Credo si trattasse di sua nonna. Lei non sapeva come far trapelare questa intenzione. Le mie sorelle andarono a trovala, e la chiamarono ma cousine; quando uscirono lei chiamò m.me de Saujon e le disse: ”Non so perché Mesdemoiselles mi chiamino loro cugina; non ho l’onore di esserlo”. M.me de Saujon mi raccontò la cosa, lo riferii al Cardinale che mi rispose: “Non ci capisco nulla”. Lo dissi alla regina, mi disse: “La palatina è nuora di un re”. Le riposi: “Di un re che Vostra Maestà non deve riconoscere, perché è stata un’usurpazione sulla vostra Casata, e dato che questa è stata sempre più potente di quella di Baviera, alla quale appartengono i conti palatini, e che la vostra possiede l’Impero da molti anni; lo hanno cacciato dall’impero e anche dal Palatinato, e pochi lo hanno riconosciuto in questa qualità [di re]; è morto in Olanda, dove gli stati gli avevano dato di che vivere; di conseguenza questa qualità non ha dato alcun rango ai suoi figli, E Vostra Maestà sa bene di non averli trattati come tali; e per essere cadetti di elettori è come per le altre case sovrane. Ho sempre chiamato madame la Duchessa di Lorena ma cousine, che era una grande sovrana e lo considerava come un onore. Visto che madame la palatina non vi fa caso, io non ve ne farò in quanto non ve ne facevo nemmeno chiamandocela.”. Siccome la regina madre vide che avevo ragione non disse più nulla, ma non mi sembrò meno in collera, e credo che questo abbia contribuito un po’ alla negligenza che ebbe nel sollecitare il Re a farmi baciare dalla Regina. […]


Mademoiselle fa riferimento a Charlotte de Montpensier, figlia di Luigi III di Montpensier, e terza moglie di Guglielmo il Taciturno, la cui figlia maggiore Luisa Giuliana sposò Federico IV del Palatinato, padre di Federico V, che fu re di Boemia per pochi mesi, e che da Elisabetta Stuart ebbe numerosi figli, tra i quali il principe Edward, marito di Anna di Gonzaga.

Circa le parentele italiane, invece, Mademoiselle si sbaglia: la sorella di Maria de’ Medici, Eleonora, sposò Vincenzo I Gonzaga, figlio di Guglielmo Gonzaga, a sua volta secondogenito di Federico II Gonzaga e Margherita Paleologa. Il padre della principessa palatina era Carlo I di Gonzaga-Nevers, figlio di Ludovico di Gonzaga-Nevers, il terzogenito di Federico II. Eleonora de’ Medici era solo la moglie del cugino germano del padre di Anna di Gonzaga, non sua nonna.

Mademoiselle dimentica anche una parentela mantovana lontana: il suo trisavolo, Luigi III di Borbone-Vendôme, Conte di Montpensier, era figlio di Luisa di Borbone, duchessa di Montpensier (colei che fece entrare il feudo in questo ramo della famiglia): era la sorella del Conestabile Carlo III di Borbone, famoso per aver tradito Francesco I e, secondo la leggenda, essere stato ucciso da Benvenuto Cellini. I genitori di Carlo e Luisa (e altri figli) erano Gilberto di Borbone, Conte di Montpensier e… Chiara di Gonzaga, figlia maggiore di Federico I Gonzaga, nonno paterno di Federico II.

Edited by Liselotte von der Pfalz - 12/10/2016, 08:18
 
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view post Posted on 12/3/2014, 17:32     +1   -1
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Ritratto di Edoardo, conte palatino di SimmernSempre dai Mèmoires della terreibilissima Mademoiselle de Montopensier:

[...] Lungo il cammino, M. il cardinale mi riportava le notizie che riceveva, che non erano molto di suo gradimento; giacché gli scrivevano che gli amici di M. le Prince non abbandonavano Sua Altezza Reale, e facevano dei grandi progressi presso di lui, che m.me de Chevreuse, M. il coadiutore, m.me de Montbazon, e tutta questa cabala della Fronda e i loro accoliti, erano negli interessi di M. le Prince. La principessa palatina aveva avuto un grande ruolo in tutta quest’unione; iniziò in quei tempi a rendersi considerabile e a far parlare di sé nei grandi affari. Fino a prima si era parlato solo delle sue avventure, mentre la regina di Polonia era qui; nonostante fosse sua sorella e la maggiore lei non la vedeva molto. Cosa che si notava, essendo alloggiate nella stessa casa. M. de Guise, essendo arcivescovo di Reims, la ricercava come se fosse stato nello stato in cui si trova ora [aveva lasciato l’abito talare all’epoca in cui Mademoiselle de Montpensier scrive, NdMauro], ma in una maniera affatto straordinaria, perché faceva l’amore come nei romanzi. Quando uscì dalla Francia ne uscì anche lei; poco tempo dopo si vestì da uomo, e se ne andò dritta a Besançon per passare da lì in Fiandra. Vi si fece chiamare madame de Guise; parlandogli e scrivendogli diceva: M. mio marito. Infine, non ometteva alcuna delle cose che potessero dichiarare che era la moglie di M. de Guise. Mentre era a Besançon e lui a Bruxelles, s’innamorò di madame la contessa di Bossu, che sposò. Lei tornò a Parigi e riprese il suo nome di madame la principessa Anna, come se nulla fosse. Pochi anni dopo sposò di nascosto, senza consenso alcuno da parte della Corte, M. il principe Edoardo, uno dei cadetti di M. l’elettore palatino. La regna d’Inghilterra fece la sua pace, tornò, e siccome suo marito era un pezzente e geloso, mentre lei era di umore molto galante, lo obbligò ad acconsentire che vedesse il gran mondo, persuadendolo che fosse il solo mezzo per sussistere e avere dei benefici dalla Corte. Quindi lei seguì la propria inclinazione e forzò quella del marito per motivi di necessità. Alla guerra di Parigi, suo marito aveva preso servizio, e fu allora che lei si legò di grande amicizia con Madame de Longueville e il Principe di Conti. [...]
 
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