La Cour Royale

Lettres de cachet

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view post Posted on 5/1/2013, 23:33     +1   -1
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Le lettres de cachet sono spedite sotto il vincolo del segreto, ed il loro nome appare verso il 1560, ma il loro uso è diventato comune solo con il ministero Richelieu, per durare fino alla Rivoluzione. Le lettres de cachet sono tributarie alla Bastiglia di una sorta di celebrità, ma non era utilizzate principalmente per arresti, esili o incarcerazioni: sono diventate, per la necessità di agire in fretta ed energicamente, lo strumento essenziale del potere del re e dell’efficacia del governo centrale e dell’amministrazione. Sono in tutti i casi in cui il Re, o i suoi ministri in suo nome, devono notificare la volontà espressa e personale del sovrano: convocare un corpo politico o giudiziario, ingiungergli di deliberare su tale o talaltra materia e di arrivare a questa o quest’altra conclusione, ordinare e regolare delle pubbliche cerimonie, assegnare ad un ufficiale un determinato grado, e così via: qualsiasi ordine poteva essere notificato per lettre de cachet.
La formula ordinaria era la seguente:

    Monsieur (Madame) X,
    vi scrivo questa lettera per dirvi di fare la tale cosa nel tale momento.
    E non avendo la presente altro fine, prego Dio che vi abbia, Monsieur (Madame) X, sotto la sua santa guardia.
    Scritto a… il giorno… del mese di … 1…
seguita dalla firma del re; in basso la lettera era controfirmata da un segretario di stato.
Il documento era ripiegato diverse volte su sé stesso, ed inciso dal lato del bordo libero in maniera da attraversare l’intero spessore del foglio piegato, attraverso queste fessure veniva passata una strisciolina di carta sulla quale veniva apposto il sigillo reale sulla ceralacca che chiudeva il nastrino. L’indirizzo era scritto sul dorso della lettera, sulla faccia visibile.
L’uso delle lettres de cachet era diventato così comune che ogni segretario di stato aveva sottomano diverse centinaia di lettres de cachet in bianco già firmate dal re: al segretario di stato non restava che scrivere l’ordine sulla parte in bianco e controfirmare. Chiaramente la firma del re non era autografa del sovrano, ma di uno dei “segretari della mano”; Malesherbes fa notare che al re non sarebbe bastata la giornata intera per firmare tutti gli ordini spediti con questo strumento.
Di fatto il re non conosceva la maggior parte degli ordini dati in suo nome, o in caso affermativo solo in maniera molto generale.

Ecco un esempio:











Nelle foto si può notare con un po' di pazienza il taglio dove era stata passata la bandina di carta col sigillo.



Edited by Liselotte von der Pfalz - 26/12/2014, 17:16
 
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