La Cour Royale

Armand Jean du Plessis , cardinale di Richelieu

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marquise de Créquy
view post Posted on 25/4/2013, 15:01     +1   -1




Arman-Jean Duplessis viene al mondo il 5 settembre 1585, con una il dono di una viva intelligenza , che fin dalla sua giovinezza fa conoscere la sua passione per le scienze e per le grandi cose.

Era figlio di François Duplessis, signore di Richelieu, cavaliere degli ordini del Re, grande prevosto di Francia; e di Susanne de la Porte, prossima parente del maresciallo de la Meilleraye, nipote dell’avvocato de La Porte.

Nel fior fiore degli anni, Paolo V gli accorda una dispensa per entrare nell’episcopato. Era stato nominato al vescovado di Luçon, e a ventidue anni andò a farsi ordinare a Roma, dal cardinale de Givri il 7 aprile 1607.

L’istante fatale della morte di un Re che doveva essere rimpianto da tutta la Francia, cambiò radicalmente gli affari d’Europa. Il 14 maggio 1610 la Regina Maria de’Medici fece sapere ai membri della magistratura il progetto che aveva di farsi carico della reggenza durante la minore età di suo figlio e fece dire loro di riunirsi l’indomani agli Augustins; che avrebbe portato Luigi XIII per tenere il suo primo letto di giustizia. Quando ottenne quello che volle, fu questione di stabilire un consiglio di reggenza dove tutti i grandi signori brigarono per avere l’onore di essere ammessi. Visto che gli scontenti erano già troppi, la Regina non ritenne il caso di rifiutare loro questo onore, così fu loro aperta la porta fin dal primo evento.

La reggenza nelle mani di una principessa altera, con una volontà assoluta e vivendo solo nel lusso, la spesa e i piaceri, senza contare un favorito, Concino Concini, venduto alla Spagna, rivale della Francia fecero di questo periodo un’epoca tumultuosa. Il duca di Sully, degno rappresentante del regno di Enrico IV, fu licenziato. Gli spiriti erano in un tale fermento difficile da placare. La regina, aiutata da Concini, sacrificava tutto per sostenerlo e il favorito, sempre più potente, nemico del bene dello Stato, lavorava solo per aumentare il suo credito. I grandi si allontanavano sempre più dalla corta e ritornavano solo quando avevano qualche interesse in vista.

Nel mezzo di tutti questi problemi si riuscì a stabilire l’alleanza tanto desiderata, il duca d’Acèda, a nome di Luigi XIII, sposa l’Infanta di Spagna a Burgos, come pure il duca di Guisa fa le veci del principe Infante di Spagna nel matrimonio con Elisabeth di Francia a Bordeaux il 18 ottobre 1615. Nel frattempo il vescovo di Luçon con gli occhi fissi sulla sua fortuna, tentava di procurarsi degli amici. Si legò alla marchesa di Guescheville, dama d’onore della Regina-madre e soprattutto a Concini, diventato nel frattempo maresciallo d’Ancre, che si vedeva il favore aumentare a vista d’occhio. Questo favorito, padrone dello spirito della reggente, gli dette delle prove di affetto facendo promettere alla principessa di accordargli la carica di Grande Elemosiniere della giovane regina, sua nuora. Fu il segnale della sua fortuna e della sua grandezza.

Qualche tempo dopo, il maresciallo, protettore di Richelieu, pagò con la vita tutto l’odio che si era attirato attraverso la sua vita sregolata e i debiti. I grandi e il popolo non potevano soffrirlo,l’incarceramento del primo principe del sangue, il principe di Condé, i suoi saccheggi, la sua arroganza furono i motivi delle dimissioni di un gran numero infinito di signori. I duchi di Longueville, de Mayenne, de Bouillon, d’Epernon e una quantità di altri imbracciarono le armi, nella risoluzione di farlo soccombere. I suoi vizi avevano acceso la guerra civile, e in questi momenti di fuoco il maresciallo fu ucciso il 14 aprile 1617, nella corte del Louvre da Vitry, capitano delle guardie che aveva ricevuto l’ordine. La notizia della sua morte fu appena diffusa che tutte le ostilità cessarono ed ognuno andava ad affrettarsi a ricevere la clemenza del Re. L’odio universale che si provava per Concini non fu la sola causa della sua morte. Luynes, favorito del Re, era geloso da molto tempo della grande fortuna del maresciallo e aspettò il momento favorevole per sferrargli il colpo mortale. La Regina apprende la morte del maresciallo d’Ancre e decide di passare dal Re, ma grazie alle manovre di Luynes, non ottenne la soddisfazione di vedere suo figlio se non prima di aver dichiarato di ritirarsi. Decisione che il favorito del re voleva che prendesse da sola, e le cui condizioni furono regolate con il vescovo di Luçon nel luglio 1617. Quest’ultimo diventa vittima dei timori di Luynes; sia perché lo credeva colpevole di dare alla regina dei consigli contrari allo spirito del governo, sia perché si voleva mortificare la reggente; la corte decise di ritirargli il suo priorato di Coussay, nell’Angiò, dove era relegato, per esiliarlo più lontano. Luynie lo riteneva troppo vicino a Blois, luogo di residenza di Maria de’Medici, mentre si preparava il castello di Moulins per riceverla. Il vescovo, subodorando questo progetto, fuggì nel suo vescovato di Luçon, ma ebbe l’ordine di andare ad Avignone, dove restò fino al suo richiamo.

Richelieu non era nato per gustare la dolcezza di una vita tranquilla; quando seppe che Luynes voleva riappacificare la regina con suo figlio, fece chiedere al Re il permesso di andare da lei; cosa che gli fu accordata tanto che si era già informata Maria di seguire i suoi consigli; la corte voleva servirsi del ministero di Richelieu per il ritorno di Maria, come se n’era servita per il suo esilio. Maria fu felice del suo arrivare e lui seppe presto conquistare la fiducia della Regina e divenne depositario dei suoi intimi segreti.
La corte che aveva a cuore il riappacificazione, sorvolò sulle innumerevoli difficoltà e decise l’incontro a Tours, dove il monarca si recò. Comunque la madre del sovrano ritardò per nuovi incidenti che furono attribuiti a Richelieu, che si diceva le avesse consigliato di andare prima a prendere possesso d’Angers che la corte le aveva accordato. L’ambiziosa regina però non era tipa da rimanere in disparte e vedendo Luynes diventare sempre più odiato dalla corte riunisce un corpo di truppe considerevole. Le decisioni della sovrano fecero decidere Richelieu di passare dalla parte di Luynes facendogli notare che tra un po’ la Regina avrebbe avuto la meglio sul figlio e l’accordo fu siglato da parte del favorito attraverso la promessa di un cappello da cardinale. Su consiglio di Richelieu, il 7 agosto 1620, si fecero marciare le truppe del Re per attaccare quelle della Regina nella piazzaforte a Pont-de-Cé. Le mura furono abbattute, le truppe messe in fuga e il Re si impadronì della città. Il successo dell’impresa fu per Richelieu motivo di profitto: ottenne il cappello cardinalizio e l’entrata al consiglio. Ignara dell’infedeltà del prelato fu la stessa Maria a sollecitare queste due grazie per lui. Maria de’ Medici fu così contenta che raddoppiò la fiducia per il suo ministro e desiderò lo desiderò legare più saldamente al duca di Luynes, unione da cui sperava di ottenere qualche vantaggio e che fu cimentata con il matrimonio del nipote di questo duca con la nipote di Richelieu.

Nel frattempo il Re voleva riportare l’ordine nel suo paese dove da cinquant’anni continuavano esserci tafferugli per cause religiose. Il duca d’Epernon fu inviato nel Béarn con le sue truppe; il principe di Condé, ritornato nelle grazie del sovrano, passò nel Berri. Il duca di Mayenne condusse le sue truppe nell’alta Guienna. Questi generali eseguirono al meglio i loro ordini e riportarono queste province al loro dovere, il Re arrivò nel mese di giugno 1621 all’assedio d’Angely, difeso da Soubise, poi fu a quello di Montauban che fu tolto il 1 novembre 1621 con molte perdite.

La morte del duca di Luynes, il 21 dicembre 1621, portò molti cambiamenti nel ministero senza apportare alcuna decisione di indebolire i protestanti; il Papa sollecitava di cacciare l’eresia. Dopo averli sottomessi, Luigi XIII passò per la provincia per recarsi ad Avignone, dove vi trovò il duca di Savoia e l’ambasciatore di Venezia, con i quali fece una lega per riprendere la Valtellina al Re di Spagna. Da Avignone il Re ritornò a Lione nel dicembre 1622 con tutta la sua corte e quella del duca di Savoia, fu in questa città, in mezzo alle feste magnifiche che si dettero in occasione del matrimonio di sua sorella naturale con il figlio del duca d’Epernon, che il monarca decorò Richelieu con la porpora,consegnandogli il cappello che Gregorio XV gli aveva accordato. Per soddisfare la regina madre ora mancava solo il posto al Consiglio di Richelieu. Maria obbligò il sovrintendente La Vieville ad impegnare il Re di dare l’entrata al Consiglio al suo favorito. Il 29 aprile 1624, Luigi XIII passò dalla Regina sua madre per annunciarle la lieta notizia.

Nel mese di maggio 1624, il Re lo nomina commissario per regolare gli articoli del matrimonio di Henriette-Marie, sua sorella, con il principe di Galles. Non volendo dare agli ambasciatori gli onori che domandavano, Richelieu si finse malato e restò a letto. Questa simulazione dispensò dal cerimoniale senza impedire gli ambasciatori e i segretari di Stato di andare a lavorare da lui.

Appena Richelieu fu nel ministero, piegò la sua politica a servizio del suo Re, per la grandezza della Francia e per sostenersi contro i nemici della sua fortuna. Cominciò col fare rispettare le volontà del padrone, aumentare la sua potenza e ricercare la sua alleanza. Il primo passo che Richelieu fece verso l’autorità fu quello di impadronirsi della fiducia di Luigi XIII. Quando il cardinale fu padrone dello spirito del sovrano non gli fu difficile di avere pure l’autorità. Richelieu fu il solo che riuscì a svegliare Luigi XIII dalla letargo, sempre accondiscendente verso i favoriti di turno.
Fu all’inizio del 1624 che Richelieu salì al governo. Lo stato era, come annuncia lui stesso, nella più grande confusione. “L’autorità Reale è sconosciuta – dice al Re – il governo avvilito; il bene pubblico dimenticato, la guerra civile scoppiata; infine, tutto è in un disordine che dovrebbe far gemere e tremare Vostra Maestà, e coprire di vergogna e di confusione i vostri ministri”. Luigi XIII allarmato nel vedere il brutto stato dei suoi affari, legò la sua fiducia ad un ministro in cui vedeva le grandi mire per il bene del suo Stato e per l’affermazione della sua corona. Richelieu cominciò allora a farsi delle creature, distribuendo incarichi ai suoi parenti e ai suoi intimi, esigendo da loro e pure dai suoi domestici, una devozione intera per la sua persona.

Richelieu si ripropose di risolvere la questione coi protestanti. La pace che mise fine alla prima guerra di religione si fece verso il mese d’ottobre del 1622, con la presa di Montpellier. Con il trattato si era deciso di far demolire il forte Louis, situato ad uno o due miglia da la Rochelle. Metteva a disagio gli abitanti e creava problemi alla comunicazione per via mare. Dopo molte sollecitazioni da parte loro e tante rinviate da quelle della corte, i protestanti presero la decisione di farsi giustizia. Il duchi di Rohan e Soubise, loro capi, vedendo che per molti anni le loro domande non davano frutti, intrapresero la guerra civile. Visto la guerra che impegnava la Francia sul lato italiano, la corte fece delle proposte vantaggiose a Rohan e a Soubise, con la promessa di demolire il forte Louis, se gli abitanti di La Rochelles avessero raso al suolo le fortificazioni che stavano costruendo nelle isole del Ré e d’Oléron. I protestanti rifiutarono. Il Re decise quindi di continuare la guerra. Nel mese di luglio 1625, il duca d’Epernon e il maresciallo di Thémines ricevettero l’ordine di andare a combatterli ma furono presto battuti e sconfitti. Nuove condizioni, nuovo rifiuto. La guerra inizia ancora più aspra. La flotta del Re, unita a quella olandese e comandata dal duca di Montmorency, ammiraglio di Francia, batté parecchie volte quella dei rivoltosi e il governatore del Forte Louis fece un’incursione nell’isola del Ré che cacciò Soubise e lo obbligò a riparare in Inghilterra. Le due isole furono sottomesse, La Rochelle restò bloccata dal maresciallo di Thémines. I protestanti stavano prendendo la decisione di arrendersi quando Soubise fece sapere loro che aveva chiesto aiuto al Re d’Inghilterra. Richelieu decide di sottomettere definitivamente la città. Intraprende un assedio e non indietreggia davanti a nulla: una diga viene edificata e blocca tutte le comunicazioni della città via mare. La Rochelle resiste per un anno ma a scapito della maggioranza della popolazione. La Resa della città avviene nel 1628. Luigi XIII conferma comunque la libertà di culto con l’editto di grazia d’Alès (1629).

Richelieu fa fronte pure contro la nobiltà turbolenta. Sopprime le alte cariche che i grandi signori esercitano presso il Re e fa radere al suolo 2.000 castelli-fortezze che non sono più utili alla difesa del Regno. Degli intendenti vengono inviati nelle province per far applicare le leggi reali. Le assemblee provinciali sono soppresse o sorvegliate e i loro governatori controllati. Per questo Richelieu deve sventare numerosi intrighi (cospirazione di Chalais, cospirazione di Cinq-Mars) organizzate da tutti coloro che la sua azione infastidisce, in primis la Regina madre Maria de’ Medici e il fratello del Re Gastone d’Orléans. Richelieu fa condannare a morte il conte di Chalais nel 1626 e il marchese di Cinq-Mars nel 1642. Fa decapitare, inoltre, il duca di Montmorency, governatore della Linguadoca, che si arma con Gaston d’Orléans nel 1632 e difende gli interessi della provincia.

Profondamente colpito dalla morte del fratello Henri, l’8 luglio 1619, durante un duello, Richelieu condanna questa pratica e condanna a morte i nobili che la praticano.
Il cardinale poi tenta di ridurre la potenza dell’Austria in Europa. La Francia finanzia già l’Olanda e la Svezia, in guerra con gli Asburgo. In un primo tempo Richelieu riporta sotto controllo francese la Valtellina, un nodo essenziale in Europa, che la Spagna gli disputava (1626). Assicura poi al duca di Nevers il ducato di Mantova e il Monferrato forzando il passo di Susa (1629): è l’episodio della guerra di Successione di Mantova.

Nel 1632, l’esercito del Re occupa gli Stati di Carlo IV, duca di Lorena, ostile alla Francia. Luigi XIII dichiara nel 1635 guerra alla Spagna. Nel primo tempo la guerra sembra a favore degli spagnoli tanto da far credere un attacco imminente di Parigi ma a partire dal 1640, quando il Re organizza la difesa della capitale, la vittoria fa pendere l’ago dalla parte dei francesi. Richelieu che si è attribuito il titolo di “Grand Maitre et Suritendant de la Navigation” sviluppa un esercito di terra ma anche una marina di guerra permanente.
Negli ultimi anni della sua vita il cardinale soffre spesso di febbri ricorrenti, di reumatismi e di gotta (si sposta solo in portantina o in lettiga) , di stranguria (contratta durante la sua formazione militare), di tubercolosi intestinale, di emicrania, cosa che accentua la sua ipocondria. Le lavande e i salassi non fanno altro che indebolirlo. Sputando spesso sangue, muore, molto probabilmente a seguito di una tubercolosi polmonare.

La sua politica che l’ha reso talmente impopolare fanno sì che all’annuncio della sua morte, il 4 dicembre 1642, il popolo accenda dei fuochi di gioia per festeggiare l’evento. Sul piano politico Richelieu raccomanda al re, come suo successore, Giulio Mazarino.

Richelieu lascia alla sua morte 20,000,000 di livres, una delle fortune più importanti dell’epoca e si dice la più importante di tutti i tempi in Francia dopo quella di Mazarino. La sua famiglia diventa una delle grandi casate nobiliari. Trasmette il ducato di Richelieu al maggiore dei suoi nipoti, Armand Jean de Vignerot. La discendenza diretta di questi comprende il maresciallo di Richelieu, amico di Luigi XV come pure il duca di Richelieu, primo ministro di Luigi XVIII dal 1815 al 1818. Il cardinale accorda inoltre il ducato d’Aiguillon a sua nipote prediletta Marie-Madeleine de Comballet, della quale un erede, duca d’Aiguillon, è segretario degli affari esteri dal 1771 al 1774.

Edited by Liselotte von der Pfalz - 27/12/2014, 19:38
 
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view post Posted on 25/4/2013, 16:12     +1   -1
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Susanne de La Porte, gentile signora che fu dama della regina Luisa di Lorena (la moglie di Enrico III), ebbe un marito: François III du Plessis-Richelieu, il babbo del Cardinale. E fin qui, nulla di nuovo. Era la sorellastra del padre di m. de la Meilleraye.

Tra la nidiata dei loro figli ricordiamo anche Nicole du Plessis, che sposò il marchese Urbain de Maillé-Brezé, Maresciallo di Francia: furono i genitori di Claire-Clémence de Maillé-Brezé, moglie sfortunatissima di Louis II de Bourbon-Condé, detto il Gran Condé.

La nostra Susanne era figlia di primo letto di François de La Porte, avvocato al Parlamento di Parigi; questi si risposò e dalla seconda moglie ebbe, tra gli altri, Charles I de La Porte, padre del futuro duca de La Meilleraye, Maresciallo di Francia e Gran Maestro dell’artiglieria. Charles II sposerà Marie Coëffier de Ruzé d’Effiat, dalla quale avrà Armand-Charles de La Porte, creato duca di Mazarino dopo il suo matrimonio con Ortensia Mancini, nipote del Cardinal Mazarino. Marie Coëffier era sorella di Henri Coëffier de Ruzé d’Effiat, marchese de Cinq-Mars e Gran Scudiero di Francia, favorito di Luigi XIII e decapitato per aver complottato contro il cardinale de Richelieu. Era anche la zia di un altro Antoine Coëffier de Ruzé d'Effiat, marchese d'Effiat: il favorito di Monsieur Philippe, e compagno di merende del Cavaliere di Lorena

Edited by Liselotte von der Pfalz - 13/12/2014, 18:26
 
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