La Cour Royale

Henry Seymour e Madame Du Barry, un amore breve ma intenso

« Older   Newer »
  Share  
marquise de Créquy
view post Posted on 28/6/2013, 22:42     +1   -1




Nell’Ottobre 1776, il conte de Maurepas ottiene la grazia per Mme du Barry. La giovane donna, esiliata all’indomani della morte di Luigi XV, riassapora la libertà; Marie-Antoinette giudicando la pena sufficiente, fece tacere il suo risentimento. Mme du Barry con il suo comportamento e sottomissione, disarmò i suoi nemici. La contessa ottenne di conservare i suoi gioielli, le entrate derivanti dalle baracche di Nantes, dalle rendite sull’Hotel de Ville ed infine l’usufrutto del dominio di Louvenciennes di cui fece la sua dimora preferita.
Mme du Barry aveva appena trentaquattro anni, i capelli biondi, la pelle di un candore ideale, gli occhi blu, dei tratti somatici affascinanti che accendevano la dolcezza spirituale degli occhi, un’aria di giovinezza noncurante e frivola. Il suo ritiro a Louvenciennes non fu affatto austero ma lei aveva tanta discrezione e tatto nei suoi modi che disarmava le malelingue. Mme du Barry, sempre vestita in percalle bianco o di mussola, qualunque tempo facesse, passeggiava nel suo parco o nel villaggio accompagnata da Chon, sua cognata, o da una camerista, ed elargiva elemosine; consolava gli sventurati, faceva distribuire ai poveri e ai vecchi degli abiti, dei medicamenti, le sue mani giocavano coi riccioli dei bambini, e tutti benedicevano la buona dama, loro benefattrice. Dal cancello si vedeva la contessa che giocava con i suoi animali sui prati, il grazioso spettacolo della giovane che correva dietro le scimmie e del piccolo negretto dal cappello a nastri divertiva gli abitanti e i loro bambini, suoi protetti, che ricopriva di dolciumi.

Verso la fine del 1778, Mme du Barry provò un gran dolore. Suo nipote Adolphe, fu ucciso in duello in Inghilterra. Adolphe du Barry, innamorato di sua zia, dal dispiacere e per gelosia, aveva lasciato la Francia per rimanere ucciso sotto i colpi di un Irlandese, amante di sua moglie. Mme du Barry non poté trattenere le sue lacrime; dal fondo del suo esilio d’Aiguillon le scriveva delle frasi toccanti di consolazione.

Fu qualche mese dopo questo incidente che la contessa du Barry si legò più intimamente con un vicino di campagna, il conte Henry Seymour (21 ottobre 1729/ 14 aprile 1807), che abitava il piccolo castello di Prunay.
Il conte Henry Seymour aveva cinquant’anni, una bella figura rubiconda, dei tratti regolari, il naso dritto e lo sguardo vivo. Di origine inglese, apparteneva all’illustre famiglia di Sommerset, di origine normanna molto antica, emigrata al seguito di Guglielmo il Conquistatore, la famiglia di Saint-Maur la cui corruzione divenne Seymour. Henry Seymour, nipote del duca di Sommerset Edward VIII, aveva sposato in prime nozze una inglese, Lady Caroline Cowper che gli dette due figlie, Caroline e Georgiana Amelia. Diventato vedovo, si risposò nel 1775 con Louise, Contessa di Ponthou, di buona famiglia normanna. Poco tempo dopo acquistò il piccolo castello di Prunay. Un figlio nacque nel 1778.

Il conte Seymour bello, distinto, popolare, apriva il suo parco la domenica agli abitanti di Louvenciennes e nelle serate dolci d’estate, i paesani venivano danzare al chiaro di luna nella sala delle verdure.

La dama di Louvenciennes e il generoso gentiluomo di Prunay fecero presto conoscenza. Henry Seymour subì l’irresistibile fascino della contessa e quest’ultima non fu insensibile ai suoi omaggi. Nell’estate 1779, visite, passeggiate si moltiplicarono. Qualche biglietto ci fornisce l’eco di questi dolci ritrovi e segnano le tappe della conquista amorosa:

Sono molto toccata, Signore –scrive Mme du Barry – della causa che mi priva del piacere di vedervi da me e compiango sinceramente Mademoiselle vostra figlia del male di cui soffre; credo che il vostro cuore sia altrettanto malato e condivido la vostra sensibilità; non posso che esortarvi a farvi coraggio, dato che il medico vi rassicura sul pericolo. Se la parte che ho vi può essere di qualche conforto, voi sareste meno agitato. Mlle du Barry, è sensibile quanto me a tutto quello che vi tocca e mi incarica di assicurarvene da parte sua. Il nostro viaggio è stato felice; Cornichon non vi dimentica e parla in continuazione di voi, sono incantata che il cagnolino possa distrarre un istante Mademoiselle vostra figlia.
Ricevete, Signore, l’assicurazione dei miei sentimenti che vi ho votato.


Siamo ancora agli stadi di gentilezze di vicinato. Cornichon era un piccolo bambino di quattro/cinque anni, figlio di un giardiniere della proprietà che Mme du Barry portava in passeggiata e colmava di dolcezze. Le settimane passano: alle testimonianze di amicizia si uniscono delle preoccupanti civetterie. Mme Du Barry sente battere il suo cuore e Seymour si lusinga della conquista.

Si dice da molto tempo – scrive ancora lei – che le piccole attenzioni intrattengono l’amicizia e Monsieur Seymour deve essere ben persuaso a che punto si sia occupati a Louvenciennes di tutto quello che può lui piacere e convenire. Sembrava desiderare con molto calore una moneta prodigata molto male durante il magro gioco del lotto; è dei tempi di Luigi XIV. Monsieur Seymour è un grande ammiratore del secolo così fecondo di meraviglie; ed ecco una piccolo esempio che le dame di Louvenciennes gli inviano. E’ con piacere che gliene fanno omaggio. Loro se ne privano perché sanno bene che Monsieur Seymour capirà il prezzo del sacrificio e sarà ben persuaso che le dame vorrebbero trovare delle occasioni più essenziali per dimostrargli la loro amicizia. Non vi sono qui notizie se non quelle del cagnolino che sta bene e beve tutto solo.

Seymour più pressante e la Du Barry più languida. Si lasciano trasportare, l’uno e l’altro dal desiderio, dalla passione. Sebbene a Louvenciennes Brissac è sempre il benvenuto: si ha per lui le dimostrazioni di un affetto di vecchia data. Ma che vale l’affetto della ragione quando parla il cuore, stimolato dalla violenza del desiderio. Mme du Barry, per la prima volta forse, conosce veramente l’amore e i biglietti che scrive allora sono delle grida superbe di passione:

L’assicurazione della vostra tenerezza, mio tenero amico, fa la felicità della mia vita. Credete che il mio cuore ritrova questi due giorni molto lunghi e se fosse in mio potere abbreviarli non vi sarebbe più pena. Vi aspetto sabato con tutta l’impazienza di un’anima interamente a voi, e spero che voi non desideriate altro. Addio sono vostra.”

Lei ha ceduto alla passione. Lei ama ed è amata. Ma Seymour e Brissac si osservano e si spiano, furiosi, gelosi e sottomessi entrambi al capriccio di questa donna che domina l’uno e l’altro. Brissac non intende affatto essere sacrificato né ricevere l’elemosina di un sorriso e Seymour è posseduto da una gelosia violenta, tenace che avvelena le più belle ore d’amore.

Il mio cuore è tutto vostro senza condivisioni –protesta l’amante – e se ho mancato alla mia promessa, solo le mia dita sono colpevoli. Sono stata molto ammalata da quando mi avete lasciato e vi assicuro che non avevo altra forza che pensare a voi…Addio, mio tenero amico, vi amo, ve lo ripeto e credo di essere felice. Vi abbraccio mille volte e sono vostra. Venite presto”

A Seymour che l’accusa lei scrive ancora con una tenerezza che non è finta, ma rivela la fatica del suo cuore davanti il ruolo penoso che vuole tenere nonostante tutto:

Voi avrete solo una parola da me e che sarà di rimprovero, se il mio cuore può farcela; sono così stanca per quattro grandi lettere che ho appena scritto, che ho solo la forza di scrivervi che vi amo. Domani vi dirò ciò che mi ha impedito di darvi mie notizie, ma crediate, checché ne diciate, che voi siete il solo amico del mio cuore. Addio non ho la forza di dirvi altro.”

I sospetti di Brissac si palesano, ma tra due istanti di felicità lei può ancora sospirare:

Mio Dio, mio tenero amico, quanto i giorni che seguono quelli in cui ho avuto la felicità di passare con voi sono tristi; e con quale gioia vedo arrivare il momento in cui vedo avvicinarvi a me”

Ogni giorno la vita dei nostri tre eroi diventa sempre più difficile. Seymour ha avuto un momento di rivolta o di stanchezza, Brissac è riuscito a persuaderlo, non si può dirlo dato che le lettere dell’inglese, se esistono non sono pervenute a noi. La rottura fu brutale, l’ultimo incontro straziante per l’amante appassionata. Mme du Barry si era lasciata andare ad un’ebbrezza amorosa. Scriveva allora , con l’animo smarrito, questo ultimo biglietto:

E’ inutile parlarvi della mia tenerezza e della mia sensibilità, la conoscete. Ma ciò che non conoscete sono le mie pene. Voi non avete degnato rassicurarmi su ciò che colpisce la mia anima; così credo che la mia tranquillità e la mia felicità vi tocchino poco; è con grande dispiacere che ve ne parlo, ma è per l’ultima volta. La mia testa sta bene; il mio cuore soffre. Ma con molta attenzione e coraggio, riuscirò a domarlo; l’opera è penosa e dolorosa, ma è necessaria, è l’ultimo sacrificio che mi resta da fare; il mio cuore ha fatto tutti gli altri è la mia ragione che deve fare quest’ultimo. Addio credete che solo voi occuperete il mio cuore.”

Così finisce l’avventura. M. de Brissac aveva vinto. E Mme du Barry, col cuore a pezzi, vide allontanarsi colui che fu, forse, la sua sola passione nella vita. Ma M. de Brissac era troppo buon psicologo per non indovinare la necessità di un viaggio e dell’oblio. Il duca portò dunque la sua bella amica nelle sue terre di Normandia e non dubitò affatto che le feste, la natura, i giochi non avrebbero fatto dimenticare il vicino di campagna.
Mme du Barry ritorna a Louvenciennes, Henry Seymour dimorava nella sua casa di Prunay. Non si vedono più e si salutano con cerimonia se il caso li fa incontrare nella campagna. Le settimane, i mesi, gli anni lentamente passano: la monarchia francese era prossima alla caduta. L’alba della rivoluzione si alzava sulla Francia. Si conosce troppo bene il destino tragico dei tre personaggi in questione. Mme du Barry, malgrado il suo tormento, elargiva dappertutto delle carità immense e Brissac, lo sventurato Brissac, vittima designata del furore popolare, moriva sotto i colpi degli assassini di Versailles.

Poco tempo dopo, per la paura, Henry Seymour ritornava in Inghilterra. I suoi beni furono messi sotto sequestro, i mobili, i vini venduti a prezzo irrisorio, il castello di Prunay fu abbandonato, mentre dopo l’arresto e la morte di Mme du Barry, una banda sinistra metteva a saccheggio i tesori dell’arte di Louvenciennes. Henry Seymour non rivide più il suo dominio di Prunay. Il primo nevoso dell’anno X Bonaparte radiava il suo nome, iscritto a torto nella lista degli emigrati, il prefetto ordinava il sollevamento del sequestro e Seymour poteva rientrare in Francia e riprendersi i suoi beni….Henry Seymour era morto, lasciando a suo figlio la campagna dell’Ile de France da dove si vedevano le pietre bianche del padiglione di Louvenciennes.

Edited by marquise de Créquy - 16/11/2014, 01:22
 
Top
0 replies since 28/6/2013, 22:42   569 views
  Share