La Cour Royale

Charles-Philippe di Francia, Conte d'Artois, Carlo X

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marquise de Créquy
view post Posted on 26/10/2013, 14:10     +1   -1




Il 1757 si apre con l’attentato di Damiens contro Luigi XV, tutta la corte teme per la vita del Re. Per fortuna Luigi XV se la cava con poco ma anche in caso contrario la successione al trono è garantita; suo figlio il Delfino, ha già messo al mondo tre bei paffuti pargoli maschi e l’ultimo è in viaggio. Nello stesso anno, infatti, esattamente il 9 settembre, viene alla luce Charles-Philippe a cui viene dato il titolo di Conte d’Artois in memoria di Robert di Francia, conte d’Artois, fratello di San Luigi.

Il battessimo del figlio di Francia arriva il 19 ottobre 1761, l’indomani di quello dei fratelli duca de Berry e conte di Provenza, ad officiare la cerimonia l’immancabile Charles-Antoine de La Roche-Aymon nella cappella Reale della Reggia di Versailles. La madrina è sua zia Sophie-Philippine di Francia e il padrino Carlo III di Spagna, rappresentato in occasione da Louis-Auguste.

Il conte d’Artois, essendo il maschio più giovane, non porta titoli importanti; nel 1770 Luigi XV esilia il duca di Choiseul e lo confina nella sua terra di Chanteloup, il duca durante i suoi anni di governo è stato insignito di diverse cariche importanti, tra le quali figura quella di Colonnello Generale dei Cento Svizzeri e Grigioni di cui viene spogliato nel 1772 in favore del Conte d’Artois.

Nel giro di tre anni è questione di sposare tutti i fratelli maschi. Ad inaugurare la serie di matrimoni è, nel 1770, il duca de Berry, ormai Delfino di Francia, che sposa l’arciduchessa d’Austria Marie-Antoinette. Segue il matrimonio, nel 1771 del Conte di Provenza con la Savoiarda Marie-Joséphine. Il 16 novembre 1773, il giovane Conte d’Artois prende in sposa Marie-Thérèse di Savoia, sorella della cognata. La scelta cade su un’altra figlia del Re di Sardegna grazie all'intercessione della Contessa di Provenza. Il bel Conte d’Artois aspetta con trepidazione la sua futura moglie e poco importa se la principessa italiana sia poco più alta di un metro e una lattina, che abbia un naso che fa provincia, il terzo dei Figli di Francia è una fabbrica di ormoni, si dice attratto dalla giovane e con l’ardore che può avere un teen-ager impalma la Savoia già dal primo giorno di nozze, cosa che inorgoglisce il vecchio nonno crapulone Luigi XV, che alla rispettabile età di 63 anni si dà ancora alla pazza gioia tra le braccia di Madame Du Barry.

Dal matrimonio nascono:

- Louis-Antoine d’Artois (1775-1844), duca d’Angouleme
- Sophie d’Artois (1776-1783)
- Charles-Ferdinand d’Artois (1778-1820) duca de Berry
- Marie-Thérèse d’Artois (1783)

La sua preferenza andrà al rubicondo duca de Berry. Il povero duca d’Angouleme non riscontra molto il favore del padre per la sua timidezza, inoltre soffre di miopia e di tic nervosi.

Nel 1775 assiste all’incoronazione di suo fratello Luigi XVI dove partecipa coem “Duca di Normandia” , Pari del Regno, e dove gli viene dato in appannaggio dal sovrano la contea del Poitou e i ducati d’Angouleme e di Mercoeur.

Legato alla moglie solo per dovere, il libertino Conte d’Artois vive diverse avventure extraconiugali. Con il cugino Louis-Philippe d’Orléans, futuro Philippe Egalité, frequenta le più rinomate attrici e ballerine; salta tra le braccia, e non solo, di Mlle Duthé; poi è la volta di Mme de Canillac, fa una corte assidua alla figlia primogenita della Duchessa de Polignac. Nel 1785 si lega, dopo anni di corteggiamento a Louise d’Esparbès de Lussan, moglie di Denis de Polastron (1758-1821) fratellastro di Mme de Polignac, confidente della Regina.

Leggero e amante del buon vivere il Conte d’Artois si intrattiene in tutte le feste mondane di sua cognata, la Regina Marie-Antoinette, di cui fa parte della cerchia intima dei suoi amici. Ed è proprio grazie ad una scommessa con quest’ultima che nel 1777 fa costruire, in due mesi, la celebre follia di Bagatelle nel Bois de Boulogne che decora e arreda con fasto.

Comincia ad interessarsi alla politica verso i 30 anni, in occasione della prima crisi della monarchia, nel 1786 e si fa portavoce delle riforme del ministro delle finanze Calonne. Si scontra così con in Notabili riuniti in Assemblea: il conte d’Artois accetta la soppressione dei privilegi finanziari dell’aristocrazia, ma non la riduzione dei privilegi sociali del Clero e della Nobiltà. Alla fine dell’Ancien Régime pensa ancora che si possa riformare le finanze della Francia senza toccare la monarchia; secondo le sue proprie parole “E’ venuto il tempo di riparare senza demolire”. Nel 1789 in occasione della Convocazione degli Stati generali suscita la collera del Terzo Stato opponendosi al suo accrescimento del suo diritto di voto.

Assieme al barone de Breteuil, si lega con alleanze politiche per cacciare Necker. Questo piano fallisce quando il Conte d’Artois, senza interpellare il Barone, tenta di licenziare il ministro delle finanze l’11 luglio 1789. E’ l’inizio di un litigio tra i due che si trasformerà in odio reciproco.

Artois ormai compromesso agli occhi del popolo è costretto ad emigrare il 16 luglio 1789. Sarà l’inizio del suo peregrinare presso tutte le corti d’Europa per cercare difensori della causa reale. Nel settembre 1789 si reca, con il titolo di “Marchese de Maisons” a Torino da suo suocero e cognato, dove incontra la sua insignificante moglie che è uscita dai confini francesi nello stesso mese. Poi il suo itinerario europeo tocca Bruxelles e Coblenza, residenza di suo zio materno l’arcivescovo-elettore di Treviri e Liegi.

Nel 1791 assiste alle conferenze di Pillnitz. Nominato luogotenente del Regno da suo fratello Conte di Provenza dal 1793 al 1814, lascia Hamm nell’Agosto 1794 come “Conte de Ponthieu”.

Alla morte di suo nipote Luigi XVII, l’8 giugno 1795 prende il titolo di “Monsieur”, titolo riservato al fratello del Re. Vuole pianificare, nello stesso anno, in concerto con gli Inglesi, uno sbarco all’isola d’Yeu, sulle coste della Vandea per aiutare gli insorti della regione ma non riesce nel suo intento. Si reca quindi in Gran Bretagna dove passa il resto della Rivoluzione e del Primo Impero.

Nel 1814 è nominato Luogotenente del Regno, penetra nella Svizzera tedesca al seguito degli Alleati e fa la sua entrata a Berna il 15 aprile. Dopo il secondo rientro di Luigi XVIII, nel 1815 dopo la caduta di Napoleone, affetta di tenersi lontano dagli affari del regno dedicandosi sia alla caccia, che per lui è una vera passione e sia alle pratiche religiose a cui dedica molta parte della vita dalla morte di Mme de Polastron. Ma al di là delle apparenze rimane segretamente attivo nella sfera politica essendo il capo occulto del partito ultra-realista.

Alla morte di suo fratello Luigi XVIII, nel 1824, Artois sale al trono come Carlo X e decide di ristabilire la tradizione dell’incoronazione, a cui il suo predecessore si era astenuto per ragioni politiche e fisiche. L’Incoronazione si tiene il 29 maggio 1825 nella cattedrale di Reims e segna così un ritorno all’Ancien Régime ignorando così i cambiamenti della società francese dalla Rivoluzione Francese e l’Impero Napoleonico. I primi passi del Regno di Carlo X, tuttavia, sono tuttavia segnati da quale misura liberale, arriva persino ad abolire le censure dei giornali ma il sovrano non tarda a gettarsi tra le braccia degli ultra-realisti, di cui Jean-Baptiste de Villèle è il capo, e si aliena l’opinione pubblica attraverso la “Legge del sacrilegio”, la concessione delle indennità agli Emigrati, il licenziamento della Guardia Nazionale, il ristabilimento della censura (1825-1827).
Per calmare gli animi Carlo X forma, nel gennaio 1828, un ministero moderato, presidiato dal Visconte de Martignac. Questo ministero è appena riuscito a riappacificare gli spiriti quando è bruscamente congedato e sostituito l’8 agosto 1829 dal ministero di Jules de Polignac, che fa rinascere la diffidenza da poco assopita. Infatti pochi mesi dopo , attraverso le “ordinanze di Saint-Cloud” il sovrano tenta di ristabilire la sua autorità. Scioglie le camere, convoca i collegi elettorali cambiandone il modo di elezione e sospende la libertà di stampa (25 luglio 1830).

Gli atti reali provocano l’insurrezione di Parigi nei giorni 27, 28 e 29 luglio: è la “Rivoluzione di Luglio” che detronizza Carlo X. Il 30, Luigi-Filippo, duca d’Orléans è nominato luogotenente generale del Regno dai deputati insorti, carica che accetta il 31. Il duca impugna allora una bandiera tricolore e con M. de La Fayette appare così al suo balcone.
Il 2 agosto, Carlo X, ritirato a Rambouillet, abdica e convince suo figlio maggiore, il Delfino Louis-Antoine, di controfirmare l’abdicazione. Affida a suo cugino, il duca d’Orléans,l’annuncio della sua abdicazione in favore del nipote Henri, duca di Bordeaux, di sei anni, nominando d’Orléans come reggente.

Malgrado l’abdicazione, il duca d’Orléans prende il potere con il nome di “Luigi Filippo I”. Il 3 agosto in effetti, davanti le Camere Riunite, annuncia sì l’abdicazione di Carlo X, controfirmata dal Delfino ma tralascia il piccolo dettaglio di annunciare che veniva effettuata in favore del duca di Bordeaux. D’altronde Carlo X, già in esilio, proibisce alla duchessa de Berry, madre del duca di Bordeaux, di portare il figlio a Parigi; si imbarca a Cherbourg senza lasciare consegne ai suoi fedeli; comincia così la Monarchia di Luglio.

In esilio, Carlo X porta il titolo di cortesia di “Conte di Ponthieu”. Il Re decaduto si ritira subito al palazzo di Holyrood, in Scozia, luogo che l’ha visto emigrato durante la Rivoluzione. Grazie ai buoni rapporti con gli Asburgo, si installa al Castello di Praga dove riceve le visite di Chateaubriand. Parte poi per Ceské Budeyovice e fuggendo un’epidemia di colera arriva infine a Görz (allora in Austria), ora divisa in Gorizia, in Italia e Nova Gorica in Slovenia. Muore di colera in questa città il 6 novembre 1836 dove è inumato a Kostanjevica.

Edited by marquise de Créquy - 16/11/2014, 13:56
 
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