La Cour Royale

Araldica, considerazioni generali

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view post Posted on 18/1/2014, 22:10     +1   -1
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Dall’enciclopedia Treccani, alla voce “araldica”:

“[…] Anticamente definita ‘arte del blasone’, l’a. è la scienza che analizza e interpreta gli stemmi, ne studia le fonti, l’origine e la storia e ne stabilisce le regole; definisce le varie tipologie di scudo, le partizioni che ne suddividono il campo, le figure che lo caricano, gli smalti e gli ornamenti esteriori. Attraverso l’interpretazione simbolica delle figure e dei colori che compongono lo stemma, fornisce all’araldista gli strumenti per ricostruire la storia del suo possessore: i suoi domini, le sue conquiste, le sue alleanze matrimoniali, le dignità acquisite. […]”.

E alla voce “stemma”:

“[…] In araldica, il complesso di tutte quelle figure, pezze, smalti, partizioni, ornamenti esteriori raffigurati secondo determinate regole, che servono a contrassegnare persone o enti. Lo s. è anche un linguaggio figurato, poiché le figure simboleggiano le qualità morali del possessore dell’arma, alludono alle sue conquiste, ai suoi possedimenti, alle sue alleanze matrimoniali, alle dignità acquisite; rappresenta, quindi, lo status del suo possessore ed è suscettibile di modifiche e variazioni. […]”.


Le teorie sull’origine di questa scienza sono diverse, plausibilmente le persone hanno iniziato a usare dei marchi di riconoscimento come gli stemmi sia nei tornei sia, più tardi, durante le crociate; è solo dal XIV secolo che gli araldi iniziarono a imprimere un certo ordine nel caos delle identificazioni attraverso delle figure; i cavalieri comparivano ai tornei con il volto celato dall’elmo, ed erano riconoscibili solo dalle figure dipinte sulla gualdrappa del cavallo e sull’armatura (da cui il termine “armi”): il compito degli araldi era proprio quello di gridare al pubblico il nome e la titolatura del cavaliere. Loro divenne anche quello di ideare le insegne gentilizie cercando ove possibile di interpretare la personalità del destinatario, pescando a piene mani nell’immaginario collettivo, nella mitologia, nella storia e nella fantasia. A questo si aggiunse la conservazione dei registi genealogici, la conoscenza del diritto nobiliare, e la conoscenza del blasone. Blasone, parola usata impropriamente per riferirsi all’araldica o anche a uno stemma, ma che in realtà è la scienza basata sulla conoscenza delle leggi dell’araldica e che insegna a decifrare le armi, è la chiave che permette di trasformare le immagini in parole e le parole in immagini in senso assolutamente univoco, senza possibilità di errori.

Gli araldisti hanno diviso i tipi di armi in una classificazione, ma va detto che non è mai stata stilata una lista unica dei tipi di stemma: c’è che dice tre tipi, chi cinque ma la classificazione più seguita è quella del Ménestier, che adotta la divisione in sei tipi:

  • di dominio, ossia quelle di stati e repubbliche sovrane;

  • di dignità, ossia come distintivi di una qualche carica;

  • di comunità, come quelle delle provincie, città, religioni e così via;

  • di concessione, quelle concesse da un’entità sovrane, prese dalle loro proprie armi;

  • di padronanza, quelle che vengono aggiunte alle proprie a indicare una forma di dipendenza;

  • gentilizie, ossia le armi delle famiglie.


Non è la sola classificazione disponibile, né sono i soli tipi di arme per quali si sia sentita la necessità di coniare un nome apposito: tra le più note ci sono le armi ad inchiesta, composte secondo regole contrarie a quelle araldiche per ricordare un’impresa o qualche azione gloriosa; le armi parlanti, le cui figure alludono al nome della famiglia come in un rebus oppure lo ricordano per onomatopea; le armi simboliche, che ricordano qualche fatto storico o alludono a qualche leggenda relativa alla famiglia.

Edited by Liselotte von der Pfalz - 18/1/2014, 23:47
 
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