La Cour Royale

I ritratti in silhouette

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marquise de Créquy
view post Posted on 28/3/2015, 21:38     +1   -1




Untitled
Verso il 1750 apparve la moda dei “ritratti in ombra”, chiamati pure “ritratti in silhouette” eo più semplicemente “silhouette”, che devono il loro nome dal controllore generale delle Finanze Étienne de Silhouette (1709-1767), famoso per la sua goffaggine; questo protetto di Madame de Pompadour aveva fatto decorare il suo castello di Bry-sur-Marne, dove si ritirò nel 1760, dei paesaggi e ritratti-ombra. Il giornalista Louis-Sébastien Mercier nel suo “Tableau de Paris”, pubblicato dal 1782 al 1788, scrive: “Da allora, tutto appare in silhouette […], i ritratti furono dei volti di profilo su carta nera, da una candela su un foglio di carta bianca”.

La realizzazione di questi ritratti, esigevano più abilità che talento e si impose in tutta Europa come uno dei passatempi preferiti alla portata di tutti, in senno ad una società sedotta dalla loro semplicità alla Rousseau che spronava le virtù della famiglia e dell’amicizia. Degli artisti ne fecero una specializzazione, sei sapienti se ne impadronirono come il celebre fisiognomo di Zurigo Johann Kaspar Lavater (1741-1801) che mise a punto “una macchina sicura e comoda per fare delle silhouette”; Gœthe stesso cedette a questa vera passione. Dato che è in Germania che la moda fu più vivace e durevole, le manifatture di porcellana sostituirono le armi e i monogrammi dipinti fino allora con dei ritratti in silhouette degli ordinanti.

Questo tipo di decoro era particolarmente adatto ai servizi da caffè e tea il cui numero dei pezzi, pi. esiguo di un servizio da tavola, permetteva di limitare i modelli alla cerchia famigliare.

Il servizio riprodotto qui, conservato al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, è contenuto in una valigetta in marocchino e decorata in raso di seta. Questo “dejéneur solitaire” rappresenta i membri di una famiglia in busto, i nomi presi dalla storia antica, deliziosamente neoclassici ma con le parrucche in stile del loro secolo; solo il padre, sul piatto, è a figura intera, seduto al suo tavolo di lavoro. Come quelle in cartone intagliato, queste silhouette sono incorniciate da un medaglione ovale coronato da un festone di rose annodato in oro di due tonalità e lavorato al brunitoio, che rivela la qualità della comanda. La forma nuova delle opere è attribuita allo scultore francese Michel-Victor Acier (1736-1799), ingaggiato nel 1764 dalla manifattura di Meissen come maestro modellatore.
Ricevuto membro dell’Accademia di Dresda nel 1780, godette di un ruolo centrale alla manifattura nello sviluppo del gusto neoclassico, succedendo al lungo regno di Johann Joachim Kændler.

B.R. “Un cabinet de porcelaines”, catalogue d’exposition, Dijon, Musée des Beaux-Arts, 2001, n°72, p.70. Dal sito www.lesartsdecoratifs.fr
 
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