La Cour Royale

Alexandre-Frédéric-Jacques Masson, marchese de Pezay

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marquise de Créquy
view post Posted on 4/3/2014, 11:46     +1   -1




Alexandre-Frédéric-Jacques Masson nasce il 27 aprile 1741. Figlio del finanziere Jacques Masson (1663-1741), che aveva fatto una fortuna rapida nell’amministrazione delle finanze del ducato di Lorena e poi al servizio di Maurepas e cognato di Pierre Badaud de la Chaussade, erede di tutti i suoi beni e di Marie Boësnier (sorella dell’economista Paul Boësnier de l’Orme), seconda moglie di Jacques Masson, fece dei buoni studi al collegio d’Harcourt.

Suo nonno paterno, calvinista, si era rifugiato a Ginevra quando l’Editto di Nantes fu revocato. Suo padre, segretario di Banca a Parigi abiurò. Pure i suoi parenti materni erano protestanti convertiti e suo nonno materno fu spedizioniere di vini nei pressi di Cheverny; suo zio, Boesnier de Lorme, capo delle Acque e delle Foreste di Blois, educato da Diderot, frequenta d’Alembert e d’Holbach. Le sue sorelle sposano: una il barone di Lézardières che è un franco-massone e l’altra de Cassini, signore di Thury, figlio dell’astronomo; quest’ultima a per amanti il principe de Condé e il figlio del Maresciallo de Maillebois.

Sua madre gli lascia una terra a Pezay, ottiene pure delle lettere patenti di nobiltà in suo favore; Alexandre le fa annullare col pretesto che i suoi veri titoli rimonterebbero al suo ottavo avo, Etienne Masson (1385).

Moschettiere al seguito nella prima compagnia nel 1759, “cornette” nel “Royale Etranger Cavalerie” nel 1762, aiuto di campo del principe de Rohan durante la guerra dei Sette Anni, Capitano nei “Chabot Dragons” nel 1763, riformato, è di nuovo in attività diventando capitano-comandante nel “Mestre de Camp Cavalerie” nel 1766, impiegato in diverse missioni, specialmente in Inghilterra, è nominato cavaliere di San Luigi il 7 aprile 1773 a 32 anni.

Grazie alla protezione di Maurepas, fu scelto per insegnare la tattica militare al Delfino e guadagnò, grazie a questa preferenza, i titoli di capitano dei dragoni e di maresciallo generale degli alloggi dello stato maggiore dell’esercito.

Pezay si crede scrittore e in questa veste si rivolge a Voltaire, fa un viaggio di pellegrinaggio a Ferney. E’ autore di “Zélis au Bain” apparso nel 1763, passato alla posterità per essere uno dei più bei libri illustrati del XVIII secolo, con le vignette d’Eisen. Si fa dare allora il titolo di marchese de Pezay, dalla terra lasciatagli dalla madre. Pezay coltivava un’altra mania; attraverso le lettere consigliava i sovrani: Caterina, Giuseppe, Federico; solo il Re di Prussia risponde…e in modo poco gentile. L’audace viene accolto meglio da Luigi XVI.

Avrebbe comprato un ragazzo che serviva i Petits Appartements e fatto lasciare un biglietto anonimo, ogni sabato nello studio reale; il Re viene a conoscenza così le storie segrete che poi riferisce al Consiglio, si diverte a stupire i ministri e per intrattenere la corrispondenza, risponde a margine. Pezay non lusinga il sovrano, gli ricorda le sue rozze parolacce a caccia. “Starò attento, ci si lascia andare facilmente ad un cattivo esempio” replica Sua Maestà. Rimprovera al Re le sue lunghe passeggiate sui tetti di Versailles. “Dove posso prendere un po’ d’aria solo e senza disturbare nessuno?”.

Si sarebbe poi smascherato e fattosi accettare avrebbe avuto un reale ascendente su Luigi XVI. Protetto da Mme Necker, avrebbe aiutato a sua volta il finanziere e fatto conferire la Direzione del Tesoro Reale al Ginevrino, la Guerra a Montbarrey. Necker, si dice, lo accompagna a Versailles e lo aspetta, nascosto in una carrozza da remise, durante le sue reali udienze.

Nel novembre 1776, Pezay sposa Caroline de Murat, figlia di Jean-Baptiste, signore de la Plagne e di Charlotte Locquet de la Pommeraye. Era una bella ragazza, di una vecchissima famiglia dell’Auvergne, ma senza fortuna. Il marchese di Pezay fu anche l’amante della Principessa de Montbarrey.

La fine di Pezay è controversa c’è chi dice che si fece dei nemici importanti e fu esiliato nelle sue terre, ma le cronache dell’epoca riportano ambigue informazioni al riguardo. Nominato ispettore delle coste, fa un tour a sud della Francia. Ora non si capisce se la cabala contro di lui abbia fatto sì che lo si portasse in disgrazia presso il Re facendolo esiliare, sta di fatto che al suo ritorno dal viaggio si reca nella sua terra di Pezay dove muore il 6 dicembre 1777.

Pezay – dice Grimm – aveva molto spirito, molta abilità e una dolcezza nel carattere, l’anima molto ardete e molto attiva. Aveva solo il difetto di riunire senza fine tutti gli estremi, di spingersi troppo al di là, e di piccarsi, per così dire, di dispiegare ad ogni occasione tutte le parti del suo spirito e del suo talento.

Nel 1781 Mme Cassini minaccia Necker: esige una pensione altrimenti pubblicherà la sua corrispondenza con il fu suo fratello.

Questo quello che dicono le memorie dell’epoca, ma di lui si hanno altre notizie.
Masson de Pezay, moschettiere nella I Compagnia tra il 1759 e 1762 resta in seguito in relazione con i suoi vecchi camerati; tutti i moschettieri appartengono quasi tutti alla Loggia Saint-Alexandre a l’O. della prima compagnia. Questa loggia entra nelle sue funzioni nel 1766 ma è probabile che fosse già in funzione qualche anno prima; ricopre un ruolo importante fino al 1780, data in cui entra in letargo ma sopravvive nella Loggia Saint Lazare che fonda a sua volta la Loggia Contrat Social; quest’ultima fallisce ai primi del 1789, combatte Nicolas Bonneville e i rivoluzionari. Come ufficiale Masson de Pezay è legato ai Rohan, tutti franco-massoni iscritti al G. O. de Bouillon. Il principe Camille de Rohan è ven.m. della Loggia dell’ Intelligence ed è affiliato al Consiglio degli Imperatori d’Oriente ed Occidente. Il duca de Bouillon sostiene apertamente gli Stuart; Charles-Edouard soggiorna sulle sue terre. Gli amici franco-massoni di Pezay giocheranno un ruolo fondamentale anche dopo la morte di quest’ultimo. Durante la Rivoluzione quelli che vogliono salvare il re sono per la maggior parte legati a Pezay: parenti, amici, camerati, Jarjayes, Amabert, Goguelat, Vireiu, Maillebois, Lézardière, St-Priest. Lézardière informa l’abate Edgeworth che assisterà Luigi XVI nei suoi ultimi momenti.

Una volta decapitato il Re, l’abate Edgeworth percorre il patibolo, scende i gradini, si fa largo fra la folla che è dietro di lui, arriva in fondo la piazza, cammina lungo la Rue Royale, gira a destra nella Rue St-Honoré, entra al n° 412 dove ritrova Malesherbes, uscito il giorno stesso, attraversa Parigi fino alla Rue du Pas de la Mule, all’Ufficio della diligenza che lo porta alla sera a Choisy, tre mesi più tardi fugge coi Lézardières e si rifugia con loro a Bayeux. Molti di questi fedeli sono Franco-Massoni: Lézardière, Fersen, Craufurd.

Maurepas e senza dubbio Pezay hanno influenzato Luigi XVI e hanno contribuito al ritorno dei vecchi Parlamenti, esiliati dopo la riforma di Maupeou.

Edited by marquise de Créquy - 16/11/2014, 01:31
 
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Alba Rosa
view post Posted on 17/3/2014, 14:20     +1   -1




All’epoca la massoneria, della quale facevano parte molti rappresentanti dell'alta nobiltà, grazie alle sue ramificazioni internazionali e alla sua ricchezza costituiva una risorsa preziosa, oltre ad essere un importante veicolo di promozione mondana e sociale. Le logge erano, infatti, anche sedi di incontri e di eventi mondani.
In merito ad Hans Axel von Fersen si può precisare che, sebbene vi fosse stato accolto in giovanissima età grazie all'interessamento del duca Carlo (fratello di Gustavo III e fervente massone), non sembrò tuttavia mai manifestare un grande interesse per la massoneria e, dopo la rivoluzione francese, sicuramente non ne condivise gli ideali sociali più liberali e progressisti.
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 17/3/2014, 21:32     +1   -1




Credo che alla fine solo MA e Luigi non facessero parte della Massoneria :P Comunque sia come dici tu il fatto di essere affiliati ad un gruppo ti dava la possibilità di conoscere persone e sicuramente anche di saldare diverse amicizie.
 
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Alba Rosa
view post Posted on 24/3/2014, 18:26     +1   -1




“... tout le monde en est”, avrebbe scritto Maria Antonietta in una corrispondenza familiare a proposito degli aristocratici che appartenevano alle logge massoniche.
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 24/3/2014, 21:47     +1   -1




Conosco molto bene questa lettera che Marie-Antoinette scrisse alla sorella Marie-Christine:

Je crois que vous vous frappez boucoup tro de la franc-maçonnerie pour ce qui regarde la France. Elle est loin d’avoir, ici, l’importance qu’elle peut avoir en d’autres parties d’Europe, par la raison que tout le monde en est! On sait ainsi tout ce qui s’y passe; où donc est le danger? On aurait raison de s’en alarmer si c’était une société secrète et politique; l’art du governement est au contraire de la laisser s’étendre et ce n’est plus que ce que c’est en réalité, une societé de bienfaisance et de plausi. On y mange beaucoup et l’on y parle et l’on y chante, ce qui fait dire au roi que les gens qui chantent et qui boivent ne conspirent pas. Ce n’est nullement une société d’athées declarés puisque, m’a-t-on dit, Dieu y est dans toutes les bouches. On y fait beaucoup de charités, on élève les enfants des membres paure ou décédés, on marie leurs filles; il n’y a pas de mal à tout cela. Ces jours derniers, la princesse de Lamballe a été nommée Grande Maitresse dans une Loge. Elle m’a raconté toutes les jolies choses qu’on lui a dites mais on y a vidé plus de verres encore qu’on y a chanté de couplets. On doit prochainement doter deux filles. Je crois, après tout, que l’on porrai faire du bien sans tant de cérémonies, mais il faut laisser à chacun sa manière. Pourvu qu’on fasse le bien, qu’importe!”

ILLUSA!
 
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view post Posted on 25/3/2014, 18:47     +1   -1
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La tua amica Maria era una volpe, eh?
 
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Alba Rosa
view post Posted on 28/3/2014, 17:47     +1   -1




Anche se le cause della rivoluzione sono molteplici e complesse, si può dire che fatti abbiano crudelmente smentito Maria Antonietta. Di fatto è tuttavia probabile che ci fossero numerosi affiliati che intendevano la massoneria proprio nel modo descritto dalla regina.
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 29/3/2014, 09:37     +1   -1




Penso che Marie-Antoinette non avesse ben inquadrato la Massoneria perchè le poche informazioni che riceveva al riguardo le provenivano dalle sue dame, specialmente Mme de Lamballe. Le logge femminili erano meno volte alla politica, un po' all'acqua di rosa
 
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7 replies since 4/3/2014, 11:46   201 views
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