La Cour Royale

Louis Béchameil, marchese de Nointeuil

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/10/2014, 20:06     +1   -1
Avatar

Partecipante

Group:
Administrator
Posts:
240
Reputation:
0
Location:
Bardolino (VR)

Status:


Louis Béchameil, marchese de Nointeuil, fu un finanziere e poi nobile francese il cui nome passò alla storia per una cosa con molta probabilità con lui non ha nulla a che fare, almeno in maniera diretta.


Nasce a Rouen nel 1630, figlio di Jean Béchameil che esercitava il mestiere di libraio a Rouen e della signora Marie Pineau. Dotato di spirito ed essendo un uomo simpatico, oltre che capace, fa carriera in fretta: in pochi anni diventa Sovrintendente della Maison del Duca d’Orléans (Monsieur, il fratello di Luigi XIV), e ricevitore generale delle finanze nella generalità di Orléans (1657). Il fatto di essersi sposato molto bene, con una cugina lontana del Gran Colbert di nome Marie Colbert, di certo lo aiuta; in ogni caso dal loro matrimonio celebrato nel 1648 nascono:



  1. Louis Béchameil de Nointel, marchese di Nointel e signore di Condé (1649 - 1718), che sposerà nel 1679 Magdelaine-Hyacinthe Le Ragois de Bretonvilliers, figlia di un presidente della camera dei conti; Louis sarà sostituto procuratore del procuratore generale del Parlamento di Parigi (1669), consigliere al Parlamento di Parigi (1670), maître des requêtes ordinario dell’hôtel du roi (1674), commissario del re agli Stati di Bretagna (1679), intendente a Tours (1680-1689), intendente in Champagne (1689-1691), intendente di Bretagna (1691-1705), consigliere di Stato nel semestre di luglio (1704), ispettore generale dei viveri e delle tappe (1709), consigliere di Stato straordinario (1712), consigliere al consiglio del Commercio (…1718…). La coppia avrà discendenza:

    1. Claude-Louis Béchameil de Nointel (1683-1761), consigliere al Parlamento di Parigi (1705), maître des requêtes (1710), intendente in Alvernia (1713), intendente a Soissons (1717) e da qui revocato poi nel 1720, maître des requêtes onorario (1732), sposa la figlia di un maître des requêtes;

    2. Hyacinthe-Louis, signore de Noyelles;

    3. Hyacinthe-Sophie, sposa nel 1708 Charles-Auguste d’Allonville, marchese de Louville, gentiluomo della manica del Duca d'Anjou e poi capo della sua Maison francese una volta che questi diverrà Filippo V di Spagna;

    4. Anne-Julie Béchameil de Nointel che sposa il 7 luglio 1718 Louis-Joseph de Madaillan de Lesparre, signore di Chauvigny, marchese de Montataire, insegna poi sottotenente della compagnia dei gendarmi della guardia del re;

    5. Rose-Élisabeth,

    6. Françoise-Martine,

    7. Thérèse-Émilie,

    8. Claire-Eugénie, tutte e quattro religiose


  2. Madeleine Béchameil de Nointel (? - 1725), che sposerà Nicolas Desmarets, nipote di Colbert e controllore generale delle finanze. Tra i loro figli è da segnalare Jean-Baptiste Desmarets, marchese de Maillebois, Maresciallo di Francia. Dal matrimonio di sua figlia col marchese Louis du Bouchet de Sorches, figlio del Gran Prevosto, nascerà quel Louis François conte de Sourches e marchese de Tourzel che sposerà Louise Élisabeth Félicité de Croy d’Havré, la celebre Governante dei Figli di Francia;

  3. Marie-Louise Béchameil de Nointel (1661 - 1740), sposata nel 1642 con Louis Artus Timoléon de Cossé-Brissac, quinto duca di Brissac.

Il nostro Béchameil non è solo uno sprovveduto ben maritato, in ogni caso: purtroppo la documentazione che lo riguarda è scarsina, ma con pazienza si riesce a capire che si arricchisce (nonostante alcuni affari siano un tantinello sospetti), e negli anni che vanno dal 1660 al 1687 ricopre la carica di secrétaire du Conseil; inoltre dal 1661 al 1683 è anche surintendant des Maisons, domaine et finance di Monsieur. La sua terra di Nointel è stata trasformata in marchesato. A lui si deve anche l’introduzione di nuove tasse, come la capitazione nel 1695 alla quale si fece ricorso per rimpinguare le casse dello stato svuotate dalle spese per la guerra della Lega d’Asburgo che durava da anni, e per finanziare la quale erano già state mandate alla zecca tutte le suppellettili possibili per essere fuse e ricavarne moneta, tra le quali i mobili in argento della reggia di Versailles.


Alla morte di Colbert, nel 1683, Béchameil deve rispondere di alcuni affari poco chiari, e vende una generosa fetta dei propri beni e averi per cavarsi di’impaccio; il Re comunque continua ad apprezzarlo, e il suo prestigio non cala mai: d’altra parte, il duca di Saint-Simon, implacabile denigratore della borghesia arricchita e nemico acerrimo della nobiltà di toga (in realtà è più facile dire che odiasse tutto quello che non era duca-pari) lo descrive come un uomo onestissimo e probo, oltre che ottimo amministratore. Secondo Saint-Simon la ricchezza di Monsieur e delle sue collezioni d’arte sono anche merito di Béchameil; del resto lo conosceva poiché facevano parte di una rete familiare. Henri-Albert de Cossé, duca di Brissac, era il pessimo marito della sorella di Saint-Simon e un emerito cialtrone per quanto educatissimo, e infatti la simpatica signora aveva un amico che era più di un amico: guarda caso era Béchameil; era (Brissac, non Béchameil) anche fratello della Marescialla de Villeroi, amica intima di Saint-Simon. Brissac rimane vedovo nel 1684, si risposa con Élisabeth de Verthamon, che tratterà da come a peggio della defunta sorella di Saint-Simon; alla sua morte il titolo di duca di Brissac passa, non senza controversie, e soprattutto grazie ai maneggi di Saint-Simon, sulla testa del cugino, Artus Timoléon de Cossé, figlio di Louis Timoléon conte de Cossé che era stato Gran Panettiere di Francia: il nuovo duca sposa Marie-Louise, figlia di Béchameil, diventando così cognato di Desmarets e di Nointel (il figlio di Béchamel, per l’appunto), uomo estremamente onesto che Monsieur fece fare intendente di Bretagna, poi consigliere di stato. Questo per quello che riguarda il legame tra la famiglia di Saint-Simon e quella di Béchameil. Sia come sia, citando e traducendo a braccio Saint-Simon:



[…] Béchameil era un uomo d’affari, ma con tanta buona reputazione quanta ne possono conservare i finanzieri che si arricchiscono; era succeduto a Boisfranc (suocero del marchese de Gévres) nella sovrintendenza della maison di Monsieur, quando questi ne fu cacciato. Béchameil riuscì a farsi amare, stimare e considerare; tanto per fare un esempio, fu anche a lui che s’indirizzò il Cardinal de Bouillon per convincere Monsieur a vendergli il Delfinato d’Alvernia, terra ereditata dalla Grande Mademoiselle; in questa scelta di Bouillon il marchese fu il terzo, dopo altri due personaggi onnipotenti alla corte di Monsieur e dei quali lo stesso Béchameil era molto amico: il marchese d’Effiat e il cavaliere di Lorena; tramite quest’ultimo, poi, era anche intimo del Maresciallo de Villeroi.
Era un uomo molto intelligente e che sapeva stare al suo posto, che sapeva ricevere in maniera molto attenta e delicata, creando compagnie molto scelte; da lui si vedeva sempre la crema della città e le persone più distinte della Corte.
Il suo gusto era squisito per ciò che riguarda i quadri, le pietre preziose, i mobili, le costruzioni e i giardini, ed è lui che ha fatto tutto ciò che c’era di più bello a Saint-Cloud. Il Re in persona, che lo trattava molto bene, lo consultava spesso sui suoi giardini e sulle costruzioni, e lo portava qualche volta a Marly. Se non fosse stato per Mansart, che era molto inquieto per buoni motivi, il Re gli avrebbe dato ancora più confidenza.
[…]


Altrove, sempre dal nostro duca, troviamo anche:



[…] Béchameil spese cifre prodigiose per abbellire la sua terra di Nointel; il conte di Fieschi, spirito molto arguto e dotato di un senso dell’umorismo molto fine, fece una canzone molto divertente sull’entrata in pompa magna di Béchameil a Nointel; il ritornello era "Vive le Roi et Béchameil son favori, son favori!". Il Re rise fino alle lacrime ascoltandola, e credette di morire dal ridere, Béchameil invece dal dispetto. […]”


La battuta del ritornello è riportata anche dall’abate Choisy, che ci racconta che in occasione di una ricezione di Luigi XIV all’Hotel de ville la gente gridava “Vive le Roi”, e che il Re si girò verso il suo seguito dicendo: “Ho una gran paura che tra un po’ qualcuno griderà anche: Et Béchameil son favori!.
La cosa ebbe parecchio successo, perché fu ripresa anche da Voltaire per canzonare un tale Simon Lefranc de Pompignan, in occasione dell’erezione di questa terra in marchesato nel 1763.


Questa è il testo che ho trovato, ignoro se sia intera o meno:


[…] Le Roi, pour ma ricompense
m’a tout promis;
il signe mes ordonnances
sans contredit.
Car notre bon plaisir est tel.
Vive le Roi et Béchameil,
Son favori, son favori!

Avec une grâce divine
Il haranguait,
et chacun, charmé de sa mine,
se répetait :
voyez, c’est tout sucre et miel,
Vive le Roi et Béchameil,
Son favori, son favori![…]

Béchameil era un uomo ben fatto e di bell’aspetto, e aveva l’idea fissa di assomigliare al duca di Gramont. Narra sempre Sain-Simon che il conte di Gramont, vedendolo passeggiare un giorno alle Tuileries, disse alla sua compagnia: “Scommettiamo che darò un calcio nel didietro a Béchameil e che lui me ne sarà riconoscente?”. Detto, fatto: Béchameil si gira stupefatto, e il conte giù a scusarsi per averlo preso a calci, ma lo aveva maldestramente scambiato per il proprio nipote il duca; Béchameil fu incantato, e altrettanto tutto l’uditorio. Il nostro marchese, però, era fin troppo educato, affettato anche: madame de Sévigné lo chiama Bec-à-miel in una sua lettera.


Il fratello di Béchameil, Charles Béchameil des Ormes, era controllore generale della Maison du Roi, e si dimise da questa carica nel 1697, morì nel 1702.


Ora, rimane il dubbio circa la paternità della salsa che porta il suo nome. C’è chi sostiene che l’abbia fatta assaggiare a Luigi XIV e che questi, estasiato, l’abbia creato marchese… il Re Sole non era uomo da dare lettere patenti per quisquilie del genere. La versione più accreditata è che la salsa gli sia stata solo dedicata da François Pierre de La Varenne, cuoco del marchese d’Uxelles, e autore di un libro fondamentale della cucina francese, Le cuisinier françois, che segna il nascere della cucina moderna.

Tuttavia, il centro ricerche della reggia di Versailles lo indica tra gli altri attrributi anche come:

[...] gastronome (sauce éponyme et vol-au-vent) [...]


quindi oltre non risolvere il dubbio lo complica aggiungendo una correlazione con il vol-au-vent.



Edited by Liselotte von der Pfalz - 13/11/2014, 17:04
 
Top
view post Posted on 28/10/2014, 14:58     +1   -1
Avatar

Partecipante

Group:
Administrator
Posts:
240
Reputation:
0
Location:
Bardolino (VR)

Status:


Hyacinthe Rigaud - ritratto della marchesa de Louville, née Hyacinthe Sophie Béchameil de Nointel (1690-1757)

 
Top
1 replies since 27/10/2014, 20:06   404 views
  Share