La Cour Royale

Étienne-François, conte di Stainville, duca di Choiseul

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Liselotte von der Pfalz
view post Posted on 28/12/2012, 14:59 by: Liselotte von der Pfalz     +1   -1
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Un vecchio adagio sostiene che si pesca meglio nelle acque torbide, e probabilmente il nostro Étienne-François ne ha fatto una massima di vita.

Fin dal regno di Carlo V la parola d’ordine della Francia era l’abbassamento della Casa d’Austria e, per il solo fatto del trattato di Westfalia, le ambizioni degli Asburgo avevano ricevuto il colpo di grazia. L’opera di Luigi XIV era stata tale da impedire che l’Austria riprendesse la sua vecchia influenza sui territori della Germania, e poco prima che il Gran Re morisse poteva, assieme al marchese di Torcy (allora ministro degli affari esteri), intravedere la pace tra Borboni ed Asburgo. I due veri nemici da temere erano in realtà l’elettore di Brandeburgo, diventato re di Prussia, e l’elettore di Hannover diventato re d’Inghilterra. La nuova generazione, tuttavia, non capì l’ardita innovazione di Luigi XIV e di Torcy, e preferì continuare a considerare gli Hohenzollern come alleati, e la storia dimostra quanto sia stata miope questa visione della politica estera.
Nel 1755 il trattato che sanciva l’alleanza francese con la Prussia scadeva, ed il duca de Nivernais era incaricato delle trattative per il rinnovo. Federico II seppe imbrogliarlo talmente bene che firmò il trattato di Westminster alleandosi con l’Inghilterra senza Nivernais sospettasse alcunché. La sola cosa da fare per la Francia fu allearsi con l’Imperatrice-Regina Maria Teresa, alleanza tanto più necessaria in quanto Federico aveva appena invaso la Sassonia. È l’inizio della guerra dei Sette Anni. Chi mandare a Vienna per perseguire la nuova politica? Un uomo fidato, che fosse conosciuto a Vienna e soprattutto vi fosse gradito. Il ministro degli affari esteri, l’abate de Bernis, pensa immediatamente al suo amico Stainville. I dispacci che Étienne-François manderà da Vienna sia a Bernis sia al Maresciallo di Belle-Isle (all’epoca ministro della guerra) sono quasi una preveggenza delle conseguenze, prossime o remote, delle battaglie e degli errori tattici della Francia, da quelli del maresciallo de Richelieu a quelli del Maresciallo de Soubise. Étienne-François ha una sola idea: quella di riparare alle catastrofi, magari riuscendo anche ad avere vendetta; si muove sia sul lato militare sia su quello della buona intesa con Vienna, e cerca di incoraggiare Bernis che invece vede la Francia prossima alla disfatta; nessuna sorpresa se nel 1759 Bernis lo chiama ad aiutarlo al ministero: le continue lamentele dell’abate stancano la Corte, soprattutto il Re: Choiseul (che nel frattempo è stato nominato duca e pari di Francia) si trova in pratica investito del peso del ministero degli affari esteri tutto da solo. È necessario quindi trovare un uomo assolutamente fidato per l’ambasciata di Vienna, un uomo tale da poter portare avanti l’opera inziata da Choiseul: chi meglio del cugino, César-Gabriel? Riesce a vincere i dubbi di un uomo non più troppo in salute, e ritirato a vita provata da undici anni, dimostrandogli quanto l’ambasciata di Vienna fosse simile al mestiere delle armi che aveva tanto amato. Le sue istruzioni private sono semplici: deve conservare le garanzie imposte dal trattato di Westfalia, ed evitare che l’Austria possa cercare di aggirarle tramite delle alleanze straniere; intanto Étienne-François mette in cantiere il Patto di Famiglia, preparando una stretta intesa con la corte di Madrid: lavoro forse più difficile che tenere a bada l’Austria!

Sul fronte della guerra gli eventi precipitano, le campagne del 1759-60 sono disastrose, e Choiseul incarica di far capire a Kaunitz e Maria Teresa che la partita era persa. Vienna si preoccupava solo di recuperare la Slesia, senza preoccuparsi minimamente delle perdite in uomini e denaro che questo comportava per la Francia; la guerra che gli Inglesi facevano via mare ai Francesi non li interessava, ancora meno la sorte delle colonie francesi di Asia, Africa ed America. Choiseul ritenne opportuno rispondere alle offerte di trattativa fatte dai ministri inglesi al conte d’Affry, l’inviato francese a L’Aia, teorizzando una distinzione sottile tra la guerra marittima che gli Inglesi facevano al Re e quella via terra che la Francia faceva per conto dell’Austria, mettendo anche di mezzo una mediazione del Re di Spagna. Le trattative, cui aderì anche Vienna, si fecero difficili, e divennero lunghe ed estenuanti.
Nel 1759 il re di Spagna Ferdinando VI muore, e il fratello salì al trono col nome di Carlo III: il suo atteggiamento verso la corte di Versailles era tutto diverso da quello di Ferdinando, e Choiseul stimò venuto il momento di realizzare questa alleanza tanto attesa. Il 15 agosto 1761, Choiseul firmava assieme al marchese Grimaldi, inviato spagnolo, il trattato noto come Patto di Famiglia, cui col tempo aderiranno tutti i sovrani appartenenti alla Casa di Borbone. Il ministro inglese Pitt era furibondo, le trattative con Vienna si arenarono, e la guerra riprese, con un cambio di alleanza: la Zarina Elisabetta morì nel 1761, e il suo successore, quel matto di Pietro III, richiamò in patria le truppe russe che combattevano a fianco dell’Austria; che altro aspettarsi da uno che chiamava Federico II “la mia Dulcinea”? Tuttavia Federico era allo stremo, e l’aiuto passatogli da Giorgio d’Inghilterra non era sufficiente a coprire la moria dei suoi uomini e l’enormità dei costi della guerra: da una parte e dall’altra la pace diventava necessaria; finalmente si arriva al trattato di Fontainebleau, firmato dall’Inghilterra e dalla Francia: purtroppo la resa costa alla Francia il Canada e le sue dipendenze, una buona parte del Senegal, l’impero delle Indie e qualche isola delle Antille, per giunta la Louisiana viene ceduta alla Spagna in risarcimento della perdita della Florida.
Altra opera di Choiseul è la riunione della Lorena alla Corona di Francia alla morte di Stanislao Leszczyński, così come l’acquisto della Corsica nel 1768, che permette alla Francia di mantenere una presenza navale nel mediterraneo senza doversi sorbire un’altra guerra. La sua politica di ostilità verso l’Inghilterra continuerà, e andrà fino negoziare un trattato segreto con gli spagnoli, bloccato da Luigi XV che non voleva più saperne di guerra, data la sua impopolarità e conoscendo benissimo lo stato dei conti pubblici. È molto probabile che il Re abbia visto in questo abbozzo di trattato una sfida alla propria autorità, e che sia uno dei motivi che hanno causato la caduta del ministro. La stanchezza stessa di Choiseul può aver giocato un ruolo importante: anni passati a cercare di sventare intrighi e a metterne in piedi altri logorano, e Luigi XV non aveva mai avuto una grande simpatia nei suoi confronti (cosa assolutamente reciproca, del resto) per quanto entrambi si conoscessero abbastanza bene da sapere di avere molto tratti della personalità in comune; uniamo anche l’atteggiamento un po’ troppo tollerante di Étienne-François nei confronti dei magistrati e della nobiltà di toga, ma è bene non trascurare un elemento che caratterizza la sua caduta così come la sua asce al potere: le donne.

Di certo Choiseul ha pensato di rafforzare la propria posizione a corte concludendo in maggio 1770 il matrimonio di Marie-Antoinette con il Delfino, ma il Re, nonostante l’età amava ancora le donne, e consolava la propria vedovanza con le grazie della contessa du Barry, vecchia conoscenza di Étienne-François: nei suoi Mémoires racconta di come una certa Jeanne Bécu de Vaubernier gli chieda un favore per uno dei suoi amici, e sia disposta a tutto, ma proprio a tutto, pur di ottenerlo; Choiseul dice di non aver voluto approfittare della buona occasione in virtù di alcuni “[…]timori ben naturali sulla sua salute […]: insomma, temeva che la Vaubernier avesse quello che in Veneto chiamiamo jeja scavejona, termine che un tipo di malattia che si contrae -di solito in maniera totalmente inconsapevole- facendo dell’allegro zumpa zumpa con un partner occasionale o sconosciuto: il termine indica in sostanza una MTS (malattia trasmissibile sessualmente) qualsiasi, dalla gonorrea all’AIDS (indica anche la sfiga più nera possibile, ma non è questo il caso). La du Barry era una donnina invisa al clan degli Choiseul, specialmente alla duchessa de Gramont, sorella di Étienne-François, che aveva anche lei accarezzato l’idea di poter entrare nei favori del re dopo la marchesa de Pompadour (idea da cui il fratello l’ha prontamente e violentemente scalzata); il partito dei devoti vede nell’ostilità del clan un mezzo di sbarazzarsi del ministro, e attorno alla du Barry si crea una cricca per sostenerla: Richelieu, d’Aguillon e altri cortigiani fanno ala alla favorita. M.me de Gramont crea una serie di scandali pubblici umiliando la du Barry, il re chiede a Choiseul di moderare la sorella, ma non succede nulla: Étienne-François lo fa senza successo oppure se ne astiene, magari prevedendo la caduta e preferendo farla imputare ad un intrigo di donne che far vedere di essere stato trombato da un manipolo di nobili intriganti? Non si sa, sappiamo solo che una lettre de cachet della vigilia di Natale del 1770 gli intima di dimettersi dal suo ministero e ritirarsi nei suoi possedimenti in Turenna; tutto sommato non è un così gran male: se la disgrazia gli costa molto, economicamente, finalmente il duca e la duchessa possono ritirarsi in campagna, a Chanteloup, a condurre quel genere di vita campestre molto lussuosa che si sono costruiti con le loro mani. La dolce Louise-Honorine è rimasta per tutti questi anni accanto al marito frascone, nonostante abbia dovuto subire la oltremodo scomoda presenza della cognata Gramont, che in molti sospettano perfino di avere avuto un legame incestuoso col fratello.

Non che la vita sia noiosa a Chanteloup, in spregio alle speranze di Luigi XV che immaginava Choiseul cadere nell’oblio: balli, commedie, concerti, cortigiani che si disputano l’onore di render visita al ministro decaduto… gli amici son quelli di sempre: il duca di Gontaut, la duchessa di Gramont, l’abate Barthélemy, perfino una nuova amate di Choiseul s’installa al castello, è la contessa de Brionne. Tuttavia questa vita è costosissima, e senza gli introiti principeschi delle sue cariche la situazione economica si fa grigia, nonostante i milioni della moglie; ecco allora andare all’asta i quadri del palazzo di Parigi: 135 opere in vendita, 115 vendute per oltre 440000 livres; Caterina II si aggiudica tre tele (due di Murillo), la du Barry un Van Ostade, ma è il Principe de Conti che si aggiudica la maggioranza, con 61 tele per circa 200000 livres. Altre vendite seguiranno, ma saranno solo goccioline d’acqua in un mare di debiti.

Choiseul spera di ottenere qualche cosa dalla fine dell’esilio, sapendo che Maria Antonietta gli è grata per il suo matrimonio, ma le speranze sono deluse. E allora via che vende i terreni che circondano la sua casa, poi il palazzo di rue de Richelieu, alla fine decide di vendere Chanteloup, ma un anno prima di concludere trattativa con il duca di Penthièvre, Étienne-François muore l’8 maggio del 1785. Lascia dieci milioni di livres di debiti che la moglie, pur essendo separata di beni da poco tempo, tenta di rimborsare fino all’ultimo centesimo. Finirà così di rovinarsi.



Edited by marquise de Créquy - 6/12/2014, 11:43
 
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