La Cour Royale

Le feste per il matrimonio di Madame Première con l'Infante di Spagna Don Filippo

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marquise de Créquy
view post Posted on 6/7/2013, 21:40     +1   -1




Il 26 gennaio 1739 ebbe luogo una serata di ballo molto sfarzosa. Ufficialmente si trattava di divertire la Corte prima dell’inizio della Quaresima, e altri due balli erano previsti da Luigi XV per i due lunedì successivi, ma il cardinale-ministro Fleury giudicò troppo onerose e le annullò. Comunque correva voce che questa magnifica festa fosse stata data “in occasione del matrimonio di Madame Première”, come confermano i documenti d’archivio. In effetti anche se la conclusione delle trattative del matrimonio furono dichiarate solo il 22 febbraio, erano abbastanza avanti agli inizi del 1739, e ne era a conoscenza la maggior parte della Corte e da una parte dell’opinione pubblica.

Quattro i momenti salienti di questa serata che fu una delle feste mai viste a Versailles: un ballo in grand habit, un rinfresco, un ballo mascherato e delle illuminazioni. L’organizzazione materiale della festa fu sotto la responsabilità del duca de La Trémoille, primo gentiluomo della camera che era in sostituzione del duca di Gesvres, impossibilitato a riempire le sue funzioni a causa della malattia di suo padre.
Fu la prima grande festa di corte che ebbe luogo nel Salon d’Hercule, dove il pittore François Lemoyne aveva terminato il soffitto tre anni prima. Il Salon d’Hercule fu in effetti scelto per servir da cornice al ballo di gala e poi in seguito, nonostante la creazione di sale di spettacoli al castello di Versailles, restò il luogo privilegiato dei balli della corte. In questo spazio superbo furono disposte delle sedie e nove gradini di cui sette addossati alle finestre del salone, ricoperti di drappi color cremisi e riservati alle dame di Parigi. Un’ottava gradinate si appoggiava contro il caminetto monumentale sormontato dal quadro del Veronese che mostra “Eliézer e Rébecca”; davanti alla poltrona del Re vi erano cinquanta musicisti; tutti vestiti con dei domino blu. La nona gradinata, lunga trenta piedi, riservata alle dame della corte che non danzavano, si trovava di fronte al camino, ai piedi del muro cieco che supportava l’immensa tela in tutta larghezza del maestro veneziano, “Il pasto da Simone il Fariseo”, che la Serenissima Repubblica di Venezia aveva donato a Luigi XIV.

La festa cominciò con due ore di ritardo, a causa di un contrattempo avvenuto nelle gradinate riservate alle dame della città. Una vendita smodata di biglietti aveva fatto sì che si era presentata una folla di dame di piccola condizione. Una volta ristabilito l’ordine, il Re andò a cercare Marie Lesczinka che aspettava dalle cinque del pomeriggio, ne i suoi appartamenti, con tutte le dame, che si venisse ad avvisarla. La famiglia reale, dunque, raggiunse il luogo del ballo seguita dalle principesse del sangue, dalle dame della corte ed entrò nel Salon d’Hercule al suono degli strumenti. Le dame scintillavano con i loro gioielli. Il Re era vestito con un abito di velluto blu, doppiato di raso bianco e decorato con bottoni di diamanti con l’ordine dello Spirito Santo ricamato allo stesso modo. La Regina era in grand habit di una stoffa a fondo bianco, ricamato con colonne tortili in oro disseminate di fiori fatti con nodini di seta. Portava al collo un grosso collier di diamanti tra cui il Sancy e nella pettinatura scintillava il Régent. Quando ciascuno ebbe preso il proprio posto, Luigi XV dette l’ordine di formare il “carré” della danza: era una spazio rettangolare, largo circa sei metri e lungo pressappoco dieci, dove le coppie si disponevano per il loro giro di danza. Monsignor e sua sorella Madame Première aprirono il ballo, seguiti da altri quattordici danzatori. Poi si passò alle contraddanze, prima i minuetti per le dame titolate invitate al ballo e per i cortigiani. Poi la principessa di Rohan eseguì con il marchese di Clermont un passo a due che avevano composto e che fu molto piaciuto. Dopo di che la duchessa di Luxembourg e il duca de La Trémoille interpretarono una danza inventata per la circostanza e intitolata “la sposa”.

Alle nove, il marchese de Livry, primo maitre d’hotel del Re e il sign. Felix, controllore della Maison du Roi, entrarono nel Salon d’Hercule insieme agli ufficiali della Bouche du Roi. Portavano un rinfresco in ceste de bacinelle di vermeil. Questo rinfresco segnò la fine del ballo di gala e della prima parte della serata. Il ballo mascherato cominciò verso mezzanotte e occupò tutte le stanze dei grandi appartamenti magnificamente illuminate da lampadari, da candelabri in cristalli di rocca e da tre file di grossi lampadari a dodici candele per la Galerie des Glaces. Marie Leszczinska assistette al ballo fino alle quattro del mattino, poi si ritirò per andare ad ascoltare la messa prima di andare a dormire. Luigi XV arrivò al ballo solo alle due del mattino e vi restò fino alle sette. “Sembrò divertirsi finché non fu riconosciuto; domandava lui stesso dove era il Re” . Cambiò così diversi travestimenti, uno dei quali era da pipistrello.

Un rinfresco fu presentato per il ballo mascherato, nel quale furono preparati tre buffet: uno in fondo alla Galerie des Glaces, all’entrata al Salon de la Paix; il secondo di fronte all’altra entrata, vicino al Salon de La Guerre ed infine il terzo nel Salon de Venus che dava sull’Escalier des Ambassadeurs. Tutti identici questi buffet offrivano piatti di carni fredde, di paté, di tartine, di frutta e di dolciumi accompagnati da vino, liquori e da bevande calde. A ciascuno di questi buffet superbamente illuminati, un maitre d’hotel del Re e controllore sorvegliavano la distribuzione dei rinfreschi; uno scudiere della Bouche distribuiva le carni e un capo Gobelet serviva il vino e le altre bevande.
La stessa sera, tutte le corti del castello furono illuminate come pure i padiglioni dei Ministri, le corti dei principi e della Cappella, gli scaloni, le gallerie alte e quelle basse. Il costo di questo ballo, stimato secondo le voci si aggirò dai 50,000 ai 30,000 livres.

LA FESTA DEL 26 AGOSTO 1739

Il matrimonio fu celebrato per procura sette mesi più tardi, al mattino del 26 agosto 1739, nella cappella del Castello dove il duca d’Orléans, primo principe del sangue, rappresentava lo sposo. Alla fine della cerimonia la giovane Louise-Elisabeth riceve i complimenti d’uso a Corte, dei corpi costituiti, nel suo appartamento fino alla fine del pomeriggio. La festa cominciò solo alle sei di sera. La piccola Madame Première e l’Infante Filippo avevano rispettivamente dodici e diciannove anni.
Il programma di questa festa: “Appartamenti” con i tavoli da gioco, fuochi d’artificio e illuminazione; questa magnifica festa si può comparare solo a quella data alla nascita di Monsignor il Delfino, dieci anni prima. In questa però si aumentano le illuminazioni negli appartamenti, vi è un cantiere grandioso per i fuochi artificiali, per battezzare, per la circostanza, il palazzo dell’Imene.

Alle sei di sera, il Re e la Regina arrivarono nella Galerie des Glaces, magnificamente illuminata da lampadari, candelabri in cristallo di rocca e tre grandi file di grandi lampadari a dodici candele. Il gioco cominciò, il sovrano e la sua augusta sposa si misero a giocare a lanzichenecco, il delfino Luigi e le sue sorelle Louise-Elisabeth e Henriette ad un tavolo alla cavagnola, mentre i principi e le principesse del sangue e cortigiani presiedevano ai giochi di “quadrille” e “Brelan”. Alle nove tutti si alzarono per assistere al fuoco d’artificio a cui Luigi XV donò il segnale e che guardò in compagnia della famiglia reale dalla Grande Galleria. I cortigiani raggiunsero la terrazza sotto la Galleria e il parco.

L’impalcatura del Tempio dell’Imene si innalzava nel luogo del parterre di Latona, di fronte alla Galerie des Glaces. Questo imponente edificio, esempio supremo di architettura effimera: tutto in legno, cartapesta e tela dipinta, era al centro, con un’altezza di trentacinque metri, e si estendeva in un semicerchio. La sua struttura era composta da tre parti: un corpo centrale sormontato da una rotonda, e da una parte all’altra due colonnati simmetrici aperti da arcate. Il corpo centrale era un palazzo di ordine ionico, con tre aperture che scoprivano un fondo tappezzato di piante. Alla sommità, la rotonda in stile “rocaille”, ornata con gli scudi spagnolo e francese con le corone di questi due paesi, simbolizzava la torre di Spagna.

Alle nove e tre quarti i cannoni dell’Arsenale e dell’Hotel de Ville di Parigi tirarono duecento colpi per annunciare l’inizio dei fuochi d’artificio.
Dopo i fuochi d’artificio, la famiglia reale andò a cenare negli appartamenti della Regina in compagnia delle principesse del sangue e le dame titolate seguenti: la principessa de Conti, Mlle de Clermont, Mlle de La Roche-sur-Yon, la duchessa di Borbone “Douairière”, Mlle de Sens e la duchessa du Maine.

Edited by Liselotte von der Pfalz - 3/8/2015, 17:52
 
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