La Cour Royale

Louise-Bénédicte de Bourbon-Condé, duchessa du Maine

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 3/8/2015, 16:26     +1   -1
Avatar

Partecipante

Group:
Administrator
Posts:
240
Reputation:
0
Location:
Bardolino (VR)

Status:


 La Casa di Borbone è sempre stata prolifica, magari una generazione più di un’altra, e di certo i rami cadetti non sono stati da meno della branca primogenita: i Principi di Condé, nelle persone di Henri-Jules de Bourbon-Condé e sua moglie Anna di Baviera, riescono a tener alta la media generando dieci figli. Non che gli riescano bene tutti: cinque muoiono piccoli, al massimo verso i cinque anni, e quelli che raggiungono l’età adulta dimostrano un carattere difficile da controllare in maniera più o meno evidente che facilmente hanno ereditato dal padre, il quale al giorno d’oggi si suppone fosse affetto da licantropia clinica (tara che potrebbe avere ereditato dalla nonna materna, sorella del cardinale Richelieu e non troppo stabile mentalmente). Com’è, come non è, venerdì 8 novembre 1676 nasce a Parigi l’ottavo pargolo della coppia: Louise-Bénédicte, soprannominata dapprima Mademoiselle d’Enghien, poi Mademoiselle de Charolais; ai due nomi se ne antepone correntemente un terzo, Anne (come la mamma), ma lei stessa si firmava soltanto Louise Bénédicte de Bourbon. Sul fonte battesimale sarà tenuta da suo nonno il Gran Condé e da sua zia (sorella della mamma) Bénédicte Henriette di Baviera, duchessa vedova di Hannover.

Ha un carattere iracondo e mutevole, difficile da assecondare e quasi impossibile da gestire, come testimoniano quasi tutti quelli che l’hanno conosciuta, da Saint-Simon a quella m.me de Staal de Launay che fu la sua cameriera e implicata nella cospirazione di Cellamare. Fisicamente il destino non la favorisce: è piccina, come tutti quelli della sua schiatta, al punto che la cognata Madame la Duchesse, ex M.lle de Nantes, battezzerà lei e le sorelle les Poupées du Sang; inoltre è di carnagione scura, naso adunco e lungo, brutta di lineamenti. Non che fosse una persona in grado di destare simpatie in chicchessia: Liselotte, Madame Palatina, scrisse a Isabelle de Ludres (15 luglio 1718) che […] Cette petite crapaudine est bien méchante […] ed aveva ragione; tuttavia Liselotte dava del rospo a lei esattamente come a suo cognato il conte di Tolosa (fratello minore del duca du Maine) o al duca de Richelieu (lettera alla regina Sofia Dorotea di Prussia, 11 maggio 1719), quel libertino impenitente che cavalcherà tre regni attraverso quasi tutto il '700 e con moltissime probabilità servì a Mozart come modello di Cherubino in Le Nozze di Figaro.

La piccola riceve una buona educazione così come si confà ad una Principessa del Sangue, imparando anche a danzare, suonare il flauto ed il clavicembalo e un po’ a cantare; coltiverà un certo gusto per la scienza e l’apprendimento, anche se in maniera sregolata. A proprio vantaggio la rospetta può contare su una grande intelligenza e su un insegnante come Jean de la Bruyére, che era stato assegnato da Luigi XIV a suo fratello maggiore Luigi (Luigi III de Bourbon-Condé) e soprattutto alla sua pestifera moglie, Mademoiselle de Nantes; la vicinanza di quel fine letterato, matematico ed ellenista che fu Nicolas de Malézieux dapprima come precettore del duca du Maine, poi come membro permanente della corte della duchessa a Sceaux, perfeziona la sua cultura. L’inventario della biblioteca di Louise-Bénédicte ci parla di qualche cosa come quattromila libri.

L’orgoglio è forse il peccato maggiore della duchessa, e non sarà mai felice di ritrovarsi moglie di un bastardo: il Re Sole perseguiva da anni una politica d’innalzamento dei propri figli illegittimi, e dopo aver appioppato il fratello di Bénédicte a Louise-Françoise ritiene opportuno accasare i rispettivi fratelli: Louise-Benédicte si unirà a suo cugino e cognato Louis-Auguste, duca du Maine, il 19 marzo 1692 nella cappella reale del castello di Versailles, e lo farà pesare al marito per tutta la vita rinfacciandogli il grande onore che fattogli sposandolo giacché è solo un bastardo, trattandolo male tanto a colpi di etichetta quanto di pura cattiveria canzonandolo per le sue deformità fisiche. Il 17 marzo 1710 M.me du Maine riceve un brevetto per la conservazione del rango e onori dovuti ad una Principessa del Sangue, e l’infaticabile Liselotte scrive (lettera del 27 dicembre 1713) a sua zia Sofia di Hannover:
[…] il Re ha dato al duca du Maine, ai suoi figli e a suo fratello, il rango di principi del sangue, ma dopo tutti i principi e le principesse del sangue; è così vero che, in casa sua, la moglie del duca du Maine è seduta prima di lui; ha in ogni caso il passo sul marito, e che, quando si firma un contratto, firma al rango datole dalla sua nascita, mentre lui non mette il suo nome che dopo tutti i principi e le principesse del sangue. È quindi molto lontano da mio figlio […]

Fino all’editto che dava ufficialmente il rango di Principi del Sangue a Maine e Tolosa questi avevano goduto di fatto di privilegi similari, ma tacitamente e senza concessione alcuna, solo usurpandoli pian piano. In altra data, 26 marzo 1711, Liselotte scriveva sempre a zia Sofia:
[…] M.me du Maine s’è sposata molto giovane e ha trovato un marito compiacente, col quale non ha bisogno di discutere. Ha sempre obbedito ai propri capricci e bizzarrie. Non può vivere senza divertimento, e dev’essere sempre qualche cosa di nuovo. Suo padre, M. le Prince, faceva un gran caso del favore: s’immaginava che avrebbe governato la Francia intera tramite lei e m. du Maine. Monsieur le Prince, quello che chiamano qui il Gran Condé, era altrettanto vile e attaccato al favore. Se non avesse potuto camminare avrebbe strisciato. […]

È vero, il duca du Maine è un uomo intelligente, ma senza carattere e pur desiderando il favore e la considerazione non ha lo stesso piglio della moglie e agisce per sotterfugi; lei lo spinge ad osare, e lui le obbedisce per tenerla tranquilla. Il favore del Re lo sospinge, assieme al fratello, ma è la moglie che lo trascina in una congiura durante la Reggenza: un complotto ordito dalla Spagna per rovesciare il Reggente e insediare al suo posto Filippo V, che grazie alla malaccortezza dei congiurati fu sventato con facilità. La coppia fra gli altri, fu arrestata e furono incarcerati separatamente: lei a Digione e lui nella fortezza di Doullens. Dopo un anno di galera la duchessa torna a Sceaux nel 1720, tenendovi una piccola corte, circondata da amici, letterati e dando feste. Fin dal 1699 aveva dimostrato di aver bisogno di scappare dall’atmosfera della Corte che andava via via assopendosi nella devozione mentre il Re invecchiava e successivamente aumentava l’influenza della devozione di m.me de Maintenon; m.me du Maine amava le feste, e naturalmente dovevano essere favolosamente suntuose: iniziò dandone al castello di Châtenay (di proprietà dell’amico Malézieux) poi a Clagny (ex castello della suocera, m.me de Montespan), ma il suo trionfo sono famose le Grandi Notti di Sceaux, sedici notti scaglionate lungo gli anni 1714 e 1715. Erano degli spettacoli incantati ed incantevoli d’effetto sorprendente, con illuminazioni, danze, canti, versi, allegorie; ognuna di esse era presieduta da un re e una regina che disponevano tutto a loro piacere; la loro regista era Rose de Launay, la cameriera della duchessa, donna colta ed intelligente che ci ha lasciato dei Mémoires sulla vita nella cerchia di Sceaux e della Reggenza. Dopo la prigionia le feste riprendono nel 1722, con l’apice tra il 1729 ed il 1731; sono enormemente costose, la duchessa dilapiderà delle fortune per i suoi piaceri.

La personalità orgogliosa di Louise-Bénédicte la porta anche a creare un suo proprio ordine cavalleresco, l’Ordine de la Mouche à miel, nome ispirato ad una divisa che la duchessa aveva preso il giorno del suo matrimonio: un’ape che vola verso un’arnia, contornata dalla divisa (scritta in italiano): “Piccola si, ma fa pur gravi ferite”, riferendosi alla sua piccola statura e al suo carattere irascibile; lei stessa si definiva “Dittatrice perpetua dell’Ordine”. L’insegna era una medaglia portata appesa ad un nastro giallo, recante da un lato l’immagine della divisa sopra citata e dall’altra il profilo della dittatrice.

Nonostante i cattivi rapporti tra i due il duca e la duchessa du Maine riescono ad avere sette figli, ma nessuno di quelli sopravvissuti all’infanzia ebbe posterità:

  • N., detta Mademoiselle de Dombes (Versailles, 11 settembre 1694 - 26 settembre 1694);

  • Louis-Constantin, detto principe di Dombes (Versailles, 27 novembre 1695 - 28 settembre 1698);

  • N., detta Mademoiselle d’Aumale (Versailles, 21 dicembre 1697 - 24 agosto 1699);

  • Louis-Auguste, duca d’Aumale, conte d’Eu, principe di Dombes (Versailles, 4 marzo 1700 – Fontainebleau, 1 ottobre 1755);

  • Louis-Charles, conte d’Eu (Sceaux, 15 ottobre 1701 - 13 luglio 1775);

  • N., detto duca d’Aumale (Versailles, 31 marzo 1704 - Sceaux, 2 settembre 1708);

  • Louise-Françoise, detta mademoiselle du Maine (Versailles, 4 dicembre 1707 – castello di Anet, 19 agosto 1743)



Nel 1736 muore il marito, e trovandosi ad avere delle disponibilità economiche molto ridotte Louise-Bénédicte si trasferisce a Parigi, affittando uno stabile in rue de Varenne dalla vedova del finanziere Abraham Peyrenc de Moras, ribattezzato Hôtel du Maine e attualmente chiamato Hôtel Biron, e lo fa ammodernare; il decoro delle boiseries è opera sua.
Morirà nel suo palazzo di Parigi il 23 gennaio 1753, e sarà sepolta nella chiesa di Sceaux.

Edited by Liselotte von der Pfalz - 3/8/2015, 21:35
 
Top
0 replies since 3/8/2015, 16:26   232 views
  Share