Richelieu aveva messo gli occhi da molto tempo su Mlle de Valois, ormai la sua relazione con
Mlle de Charolais non gli bastava più e mirava sempre più in alto, sembra infatti che la relazione con la figlia del Reggente sia nata nel momento in cui Richelieu era in buonissimi rapporti con la figlia di Condé, anzi per un piacere che rasenta il masochismo, aveva avuto l’ardire di mettere le due principesse in concorrenza tra loro. Mlle de Charolais, molto più vecchia del suo amante era una delle “bellissime” della Corte. Mlle de Valois sebbene avesse sei anni in meno della cugina era meno avvenente e una prova è la lettera della nonna .
La relazione con la figlia del Reggente doveva essere più burrascosa di quella con la Charolais, tutto nasce da dei giochi innocenti sotto un tavolino da gioco, i piedi di Richelieu cercano quelli di Mlle de Valois, che rispondono dolcemente, ma una bella sera i piedi di Mlle de Charolais intervengono in questa muta conversazione. Fu l’inizio delle ostilità. Mlle de Valois aveva per governante una signorina Desroches, che Besenval chiama un “
Argo stantio” e che in effetti non vedeva più. Richelieu approfittò di una sorveglianza così difettosa per penetrare sotto i travestimenti più disparati. Sorvegliando la principessa sulla scala del Palais-Royal mentre usciva per la passeggiata, le passa un biglietto che altro non era che una dichiarazione d’amore. Mlle Valois confessò poi che sentì allora una “
straordinaria agitazione” malgrado “
l’insolenza” della condotta. Fu così, sembra, che Richelieu, travestito da cameriera arriva fino alla camera di Mlle de Valois che lo riconobbe sotto il suo costume. La Desroches fu completamente vittima delle manovre che Reichelieu doveva portare poi ad un grado tale di perfezione. Usò , in effetti uno stratagemma. Affittò una casa il cui muro era attiguo all'appartamento di Mlle de Valois e che fu segretamente forato per avere una comunicazione tra i due immobili, attraverso una porta che mascherava una “dispensa per marmellate”.
Mlle de Charolais ebbe il presentimento dell’infedeltà dell’amante, il quale le racconta, dopo le continue insistenze di lei, la storia del piccolo nascondiglio, adducendo al fatto che voleva raggiungere le buone grazie del Reggente attraverso la figlia. Mlle de Charolais, finse di credere alla storiella del duca, però volle assicurarsi coi propri occhi della complicità della sua rivale: andò ad appostarsi in una casa le cui finestre erano di fronte a quella che aveva affittato Richelieu e di là spiare quel che succedeva.
Sta di fatto che il Reggente non ignora certo le voci che corrono sul conto della figlia e il libertino, tanto che una sera all’Opéra ha una discussione con la figlia e una maschera che la accompagna, sotto il cui domino crede ci sia Richelieu:
“
Maschera – disse il principe con voce irritata –
state attenta, se non volete finire per la terza volta alla Bastiglia”
L’accompagnatore si tolse la maschera e il Reggente riconobbe Monconseil, un amico di Richelieu e di Mlle de Valois.
“
Non importa – fece il duca d’Orlèans –
ripetete a M. de Richelieu quello che vi ho appena detto”La storia tra i due che dapprima fu platonica arrivò sulla bocca di tutta Parigi. Due anni dopo il Reggente scopre che questo libertino, che si credeva solo interessato alla conquista del gentil sesso, prende parte alla cospirazione di Cellamare , lo arresta e lo manda alla Bastiglia. A questo punto pure la Palatina subodora lo scandalo che sta per esplodere, ma per il momento non fa accenno alla nipote, ma bensì a Mlle de Charolais:
“
Questo duca farà versare molte lacrime a Parigi, dato che tutte le dame sono innamorate di lui, non capisco perché, è un rospetto a cui non trovo nulla di gradevole, ha ancor meno coraggio; è impertinente, infedele, indiscreto; dice male di tutte le sue amanti; e nel frattempo una principessa del sangue reale ne è talmente presa che quando diventa vedovo vuole assolutamente sposarlo; sua nonna e suo fratello si sono formalmente opposte, e con molte ragioni; dato che, indipendentemente dalla disparità di classe, avrebbe tutta la sua vita molto sventurata” Ma la collera della nonna (questa volta la Palatina) prenderà ben altre proporzioni quando fu impossibile dissimulare che Mlle de Valois avrebbe seguito l’esempio di Mlle de Charolais.
Nel frattempo è la stessa Mlle de Valois che avvisa Richelieu, della brutta piega che prende per lui i suoi affari giudiziari, e il duca fa bruciare tutti i documenti che possono comprometterlo nell’affare spagnolo. L’amore risolve tutto, e le due principesse cugine, sembrano firmare un armistizio e dimenticando i rispettivi rancori lavorano in concerto per salvare il loro amante e nel giro di pochi giorni il guarda-sigilli acconsente ad allentare la severità a cui è sottoposto il duca.
Fino ad allora Madame la Palatina non si era mai sbilanciata sulla pretesa relazione, è solo quando la cosa è talmente di dominio pubblico che non può più dissimularla e segnala da Saint-Cloud “
l’orribile civetteria” di sua nipote con quell’
“indiavolato” duca di Richelieu, abbastanza vanitoso da lasciare vedere le lettere che gli scrive Mlle de Valois. La Palatina non vuole farsi carico della nipote, nonostante il desiderio della nuora, perché “la si inganna una volta” (era dunque stata già vittima di Mlle de Valois). Lei ha “
orrore di questa svaporata”. Poi si rivolge contro suo figlio: “
Questo duca impertinente e ardito si prende gioco di tutto. Fa il fiero a causa della bontà del Reggente nei suoi confronti. Punito come merita, morirebbe sotto le verghe…non sono crudele di mia natura, ma quel debosciato, lo vorrei impiccare senza versare una lacrima”.
La situazione era al quanto imbarazzante, il Reggente aveva tentato di “piazzare” la figlia alla corte dei Savoia, ma le trattative del matrimonio andarono a monte proprio per le dichiarazioni di Liselotte nella sua corrispondenza. La cospirazione di Cellamare offrì al Reggente una occasione insperata di sbarazzarsi della figlia scomoda. Fu al duca di Modena, poco o abbastanza informato, che destinò questo tesoro. E senza perdere tempo fece sapere a sua figlia che avrebbe preso questo sposo in cambio della piena grazia e intera di Richelieu. Non fu senza aver protestato, pianto, singhiozzato che questa “
sventurata amante”, come si diceva allora “
sacrificò l’Amore sull’altare di Imene”.
Edited by marquise de Créquy - 17/1/2013, 20:40