La Cour Royale

Mozart a Parigi

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marquise de Créquy
view post Posted on 16/11/2014, 00:24     +1   -1




Parigino, Mozart lo è stato a tre riprese. Tre soggiorni di qualche mese appena e queste settimane furono al contempo molto piene e guastate dalla derisione. Ma per il genio di Mozart, questa città che non aveva certo il gusto per la semplicità e la purezza riserverà un trattamento particolare a questo straniero.

Il 18 novembre 1763, una carrozza si fermava sotto il portico dell’Hotel de Beauvais e scendevano tre viaggiatori; Leopold Mozart, sua figlia Nannerl e suo figlio ricevevano ospitalità dall’Ambasciatore di Baviera. Sotto la raccomandazione del barone Grimm, il conte d’Eych metteva a disposizione degli artisti il suo appartamento.

La prima impressione parigina di Wolfgang è quella di una dimora principesca i cui muri erano carichi di storia. La dimora al numero 68 di Rue François-Miron era stata costruita nel secolo precedente da Catherine Bellier. Chatau-la-Borgnesse, camerista di Anna d’Austria fu colmata da favori per aver iniziato Luigi XIV adolescente.

E’ l’anno in cui muore la Pompadour, cosa che fa riavvicinare il Beneamato a sue figlie. Forse, il giorno in cui Mozart si è messo al clavicembalo nel Salone da Musica di Madame Adélaïde, avrà il Re socchiuso la porta del suo appartamento accanto? La storia non ci dice se l’ultimagenita Louise-Marie abbia assistito a questa esibizione, colei che dovrà morire in odore di santità presso le Carmelitane di Saint-Denis ordinando: “ Veloci. Al galoppo! In Paradiso!” lasciando questo modo su un “allegro” mozartiano. In quel giorno qualche luigi d’oro cadde nelle tasche dei Mozart, oltre ad una tabacchiera per Wolfgang.

Il 10 aprile 1764, i Mozart partono per l’Inghilterra.

Il secondo soggiorno a Parigi, nella primavera del 1766. Questo soggiorno rimarrà impresso nella memoria dei Parigini tanto da essere immortalato nel quadro “Il tè all’inglese dal Principe de Conti”, dove si nota la maniera di servire il tè che ha ispirato l’artista e un clavicembalista posto su dei cuscini e rappresentato sotto i tratti di un triste omuncolo.

Mozart ritorna a Parigi il 23 marzo 1778, questa volta accompagnato da sua madre. Nessuna casa nobile apre le proprie porte ai viaggiatori. Non si riconosce ormai più il bambino in quest’uomo di ventidue anni dall’aspetto qualunque. Il suo pallore, il suo gonfiore delle palpebre, i suoi ascessi dentari, tutto denunciava già la nefrite cronica che doveva farlo soccombere. Si tratta di riconquistare Parigi. I Mozart sono poveri, da Salisburgo, Leopold guida la carriera di suo figlio e l’inonda di consigli. La signora Mozart non parla una parola di francese. Un’altra volta, Wolfgang bussa alla porta di Grimm ma Mozart è distratto, è innamorato e lo nasconde ai suoi. Ama Aloysia Weber.

Mentre corre per le vie in carrozze da nolo, si lamenta a bassa voce: “quanta pena ha il mio cuore”. Senza che lo sapesse è già alla ricerca dei temi di cherubino. E Parigi si fa complice, incoraggia e amplifica il dolore.

A Parigi ci si aspetta molto da Mozart. Per il suo debutto, si presenta, l’11 giugno 1778 un’opera di Piccini, con gran furore dei Gluckisti che appoggiava Marie-Antoinette. Il contributo di Mozart fu modesto, il suo nome non figura nemmeno nel manifesto, la musica non è del tutto di suo pugno. Due vedette danzarono per l’occasione: Vestris e Guimard. Madeleine Guimard dea della moda e del gusto, regnava sulla danza, al suo fianco Mlle Asselin appariva in scena vestita da maschio. Per chiarire l’errore con le pastorale che la inseguivano, si slaccia il corsetto e mostra il suo seno nudo! Grimm asserisce che questa rappresentazione fu “un evento”. Metà della sala chiedeva il bis mentre l’altra fischiava.

Il concerto spirituale installato al Palazzo delle Tuileries creava il 18 giugno la sua sinfonia in re. Delle sue angosce, conosciamo tutto il dettaglio dalla lettera che inviò a suo padre: “è estremamente piaciuta. Avevo tanta paura alle prove, non avendo mai in vita mia sentito di peggio. L’indomani, decisi di non andare al concerto. Ma il tempo era così bello la sera che mi decisi finalmente andando a passeggio, che se sarebbe andata male come alle prove, sarei salito sulla pedana, avrei preso il suo strumento dalle mani di M. La Houssaye, primo violinista e avrei diretto io stesso! Pregai Dio di farmi la grazia che tutto andasse bene e fu un grande applauso. Andai tutto gioioso, subito dopo la sinfonia al Palais-Royal, presi un buon gelato e recitai il rosario come mi ero ripromesso. Infine rientrai a casa”.

Ma in questa bella giornata del 18 giugno non doveva terminare nella gioia. A casa sua Mozart trovò sua madre sofferente. L’indomani si lamenta di violenti mal di testa, Wolfgang diffida dell’acqua e non senza ragione visto che è il tifo che ucciderà Mme Mozart, la taglia sempre con del vino o la “purgava” con del ghiaccio. Si chiamò un medico che prescrisse dei salassi ma Mozart e madre non ascoltarono certo gli ordini dei medici francesi, fu così che Grimm inviò il suo, un tedesco. Il medico dopo quattro trattamenti, annunciò: “ non passerà la notte”.

Cosciente della sua sorte, Mme Mozart reclamò un prete, tedesco pure lui. Rinfrancata dalla fede la madre di Mozart morì nella notte tra il 2 e il 3 di luglio. Mozart pianse e pregò. Il corpo della madre fu inumato al cimitero “des Innocents”.

Ormai nulla più lo tratteneva a Parigi, non importa se le rappresentazioni del concerto spirituale riprende il 15 agosto. Solo una poteva trattenerlo, la giovane Marie-Antoinette. Leopold contava molto sul favore reale. Ma la Regina aveva già eletto il suo musicista ed era Grétry. Tra Grétry e Mozart c’erano già dei vecchi dissapori che risalivano al 1766 quando il primo vide Mozart a Ginevra: “Incontrai un bambino che poteva eseguire tutto a prima vista. Suo padre mi disse in piena assemblea: - Perché non vi sia alcun dubbio sul talento di mio figlio, fategli un pezzo di sonata molto difficile .
Gli feci un allegro, lo eseguì e ciascuno, eccetto me, gridò al miracolo. Il bambino aveva sostituito una quantità di passaggi a quelli che avevo scritto
”. All’età di dieci anni, Wolfgang correggeva, migliorava e sorpassava in talento già Grétry. Sono cose che creano lunghi rancori tra gli artisti.

Leopold Mozart lo sapeva bene tanto da consigliargli di diffidare dell’uomo di Liegi: “non dovrai avere alcuna amicizia, solo gentilezza, null’altro

Dato che Mozart si dimostra poco incline all’intrigo, dato che le sue energie sono senza domani, il compositore lascia Parigi.

Mozart non rimetterà più piede a Parigi
 
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