La Cour Royale

Charles-Alexandre de Calonne

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marquise de Créquy
view post Posted on 4/5/2014, 21:52     +1   -1




Charles-Alexandre de Calonne nasce il 20 gennaio 1734 a Douai dove suo padre era primo presidente del Parlamento.
Dopo aver fatto i suoi studi a Parigi, dove frequenta il foro, il giovane de Calonne, destinato alla magistratura, fu da subito avvocato generale al Consiglio provinciale d’Artois. Il passo successivo fu il parlamento di Douai in qualità di procuratore generale.

Nel 1763, fu nominato Mastro delle Richieste e il rapporti che ebbe occasione di fare negli affari che dividevano allora i Parlamenti e il clero lo fecero conoscere in un modo vantaggioso. Non si tardò ad impiegarlo in una occasione importante e delicata.
Nominato procuratore generale della commissione create per esaminare la condotto di La Chalotais, fu sospettato di aver abusato della fiducia dell’accusato, comunicando al vice-cancelliere una lettera segreta, di cui era depositario. Calonne provò a giustificarsi dicendo che chiamato un giorno dal ministro della giustizia, aveva dimenticato un portafoglio nel quale questa lettera era nascosta: inutile dire che la scusa sembrava debole. E’ certo, del resto, che questa lettera non era una testimonianza importante contro l’accusato; d’altronde Calonne era molto lontano , per il suo carattere leggero, di un simile calcolo di perfidia che gli si sospettava. Infine lo stesso La Chalotais, qualche tempo prima di morire, confessò che le sue lamentele nei confronti del giudice erano molto esagerate.

Nel 1768, Calonne fu nominato all’Intendenza di Metz e poi a quella di Lille, dove si distinse attraverso dei talenti superiori nell’amministrazione. Tale era la sua posizione alla morte di Luigi XV. Le sue speranze di avanzamento di carriera non furono favorizzate subito dal sistema del nuovo regno. Il vecchio ministro Maurepas, ritornato dopo un lungo esilio, depositario di un potere quasi assoluto, aveva chiamato successivamente al ministero delle finanze Turgot e Necker, che furono rapidamente sostituiti dai vari Fleury e d’Ormesson; Calonne successe quest’ultimo, il 5 novembre 1783.

La fiducia di Luigi XVI riposava interamente sul conte de Vergennes, ministro degli Affari Esteri. Era consultato soprattutto nelle nomine ministeriali e contribuì molto a quella di Calonne. Altri la videro con dispiacere, soprattutto il guardasigilli Miromesnil. La magistratura parlamentare sentì risvegliarsi le antiche diffidenze; il pubblico si divise: la corte accolse con trasporto il nuovo Controllore Generale, che ottenne presto il titolo di Ministro di Stato.

La Pace di Versailles che era stata conclusa, lasciava da liquidare il resto delle spese della guerra e della marina. Indipendentemente dai prestiti e dagli arretrati accumulati sotto i ministeri precedenti, vi erano 176 milioni di anticipi, alla sostituzione dei quali bisognava provvedere. Calonne non si lasciò abbattere dalle difficoltà. Il suo sistema di risorse di economia, saldò gli arretrati del momento, sostenne gli effetti pubblici attraverso degli anticipi segreti, riavvicinò i pagamenti delle rendite dello Stato, assicurò il credito della “Caisse d’Escompte”, progettò dei fondi di ammortizzamento e osò eseguire una rifusione delle monete d’oro, come in un tempo di profonda sicurezza.

Seguì subito lo stesso sistema di prestiti adottato prima di lui e ha detto a questo riguardo, nella lettera del Re del 9 febbraio 1789: “ Non ho mai chiesto prestiti ogni anno dei miei predecessori; ho chiesto prestiti solo per quello di cui avevo bisogno per saldare i debiti contrattati prima del mio ministero”.
Calonne stimava l’ammontare dei prestiti fatti dal 1776 fino alla fine del 1785 a 1,250,000,000, e il deficit annuale a 115,000,000, di cui una parte doveva estinguersi nel corso di diversi anni, in modo che nel 1797 questo deficit si sarebbe trovato ridotto a 53,000,000. Tutti i calcoli di Calonne furono vivamente contestati in una moltitudine di libelli ai quali rispose più tardi con degli scritti rimarchevoli per la chiarezza, il metodo e una certa forza di dialettica.

Le risorse di Calonne però erano solo dei provvedimenti per arginare il deficit che si stava facendo sempre più grande, per sistemare i conti dello Stato aveva bisogno di una vera e propria riforma del sistema amministrativo. Propose quindi una Assemblea di Notabili, scelti tra i membri più distinti dei primi due ordini dello Stato, della magistratura e nei capi delle principali municipalità. Il piano di Calonne provò più di un ostacolo nel Consiglio. I suoi detrattori più apparenti furono Miromesnil e il barone de Breteuil, quest’ultimo era diventato il nemico di Calonne, in occasione di un intrigo degli amici di Foulon, che volevano portare questo consigliere di Stato al ministero delle finanze.

La lenta e prudente politica del conte de Vergennes lo fece esitare qualche tempo prima di approvare delle vedute così ardite. Alla fine si arrese. Il Re, per un desiderio sincero di fare del bene, adottò il piano e la Regina lo appoggiò. Nel frattempo Calonne non dissimulò i pericoli che stava per correre. Scrisse ad un amico intimo il 16 agosto 1786: “ ho appena letto il mio piano al Re; mi ha ascoltato bene, mi ha promesso tutto, ma ho pietà di me, quando penso al risultato che potrebbe avere per me. Non importa; credo che sia buono, la felicità del Re e del popolo, ho del coraggio, lo intraprenderò”. Fu sotto questi deboli auspici di successo che cominciò l’Assemblea dei Notabili.

Vergennes morì, una importante protezione di meno per Calonne, che si trovò così gettato quasi solo nell’arena. La prima seduta ebbe luogo il 22 febbraio 1787. Espose con tutta la destrezza di cui era capace il suo piano. Il deficit di 115,000,000 sorpassò ancora i timori che si era concepito. Calonne ne fece risalire l’origine fino al ministero de Terray, pretese che era allora di 40,000,000 e era aumentato dal 1776 al 1783 di una somma uguale e convinse infine di averla accresciuta lui stesso di 35,000,000 fino alla fine del 1776. Questi calcoli erano in contraddizione troppo diretta con quelli di Necker per non attirarsi una risposta viva da parte di questo ex-ministro.
Si rimproverò a Calonne di aver atteso tre anni interi per comunicare una situazione così allarmante e lo si accusò di aver esagerato il triste quadro economico. Il marchese de La Fayette si mostrò alla testa degli accusatori e Miromesnil fu sospettato di essere uno degli istigatori segreti, ma il Re sembrò, in questo primo momento, sostenere il suo ministro. Il guardasigilli fu licenziato, ma il trionfo non fu di lunga durata. Indipendentemente dagli amici di Necker, un altro partito cospirava contro Calonne: era quello che portava al ministero l’arcivescovo di Tolosa, Loménie de Brienne. La corte si spaventò della lungaggine dell’assemblea dei notabili e del fermento che eccitava. La Regina, sia per timore dell’opinione pubblica, sia per le insinuazione di Breteuil, si lasciò persuadere ad abbandonare Calonne, che fu destituito ed esiliato in Lorena.

Non gli si risparmiarono i rimproveri e le umiliazioni. Fu obbligato a spogliarsi della decorazione del Cordon bleu, che portava come tesoriere dell’Ordine dello Spirito Santo. Espatriò e passò in Inghilterra, dove ricevette delle consolazioni lusinghiere. Calonne rifugiato a Londrà si occupò di respingere le accuse che si alzavano in massa contro di lui.

L’arcivescovo di Tolosa, suo successore, gli aveva fatto conoscere per scritto lo scontento del Re; i parlamenti di Grenoble, di Tolosa, di Besançon, l’avevano denunciato ad un biasimo pubblico; infine quello di Parigi aveva reso formalmente reclamo contro di lui. Calonne si difese da tutti gli attacchi, supplica il Re di dichiarare che, in tutte le operazioni nel ministero, ha agito solo attraverso gli ordini o il consenso di Sua Maestà, e, in caso di silenzio, si offre di tornare per giustificarsi nelle forme più solenni, davanti la corte dei Pari, dove era stato accusato.
Calonne uscì con una tale spogliazione che fu troppo felice di accettare la mano di un’amica generosa, Anne-Rose de Nettine, vedova di un ricco finanziere, Joseph Micault d’Harvelay, che si affrettò a consolarlo dei rigori della sua sorte attraverso il dono di tutti i suoi beni.

Necker rientra in carica e dirige tutto verso quel sistema rivoluzionario che ebbe dei nefasti risultati per l’autorità reale. Calonne nel frattempo combatte tutte le operazioni del suo successore; prova a dimostrare al Re le funeste conseguenze. Finisce per annunciare il progetto di tornare e presentarsi come candidato agli Stati Generali. Passò effettivamente sul continente e si presentò all’assemblea elettorale della nobiltà di Bailleul; ma dovette rinunciare alla speranza di farsi eleggere e ritornò subito a Londra.

Dei nuovi eventi dovranno occupare il resto della sua vita. La rivoluzione era cominciata. L’emigrazione dei principi, fratelli del Re, chiamava attorno a loro una folla di scontenti la cui forza principale doveva essere nell’appoggio dei gabinetti stranieri. Calonne vide in questo stato di cose una occasione di riapparire in scena. Si lanciò in questo nuova tempesta con un ardore che sembrava ormai al di sopra delle sue forze. Le sue negoziazioni, i suoi molteplici viaggi in Germania, Italia, Russia, il suo zelo, la sua devozione, lo resero prezioso al partito al quale si era gettato. Spese la fortuna che gli rimaneva dal suo secondo matrimonio, infine corse un rischio per la sua vita. Un giorno che stava per raggiungere il principi a Coblenza, la sua carrozza precipitò nel Reno. L’abate de Calonne, suo fratello, che era al suo fianco, ebbe la presenza di spirito di appropriarsi del portafoglio e lo tenne al di sopra dell’acqua fino che non arrivarono i soccorsi. Tanti sforzi e sacrifici furono inutili per una causa sfortunata e mal difesa.

Da questo momento Calonne sparì dalla scena politica e visse a Londra tranquillo e principalmente occupato di belle arti, che aveva sempre coltivato con gusto. Lasciò l’Inghilterra nel mese di settembre 1802 e ritornò a Parigim dove morì il 29 ottobre seguente.

Edited by marquise de Créquy - 16/11/2014, 01:33
 
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