La Cour Royale

Hans Axel von Fersen

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Alba Rosa
view post Posted on 5/11/2013, 16:36     +1   -1




Hans Axel von Fersen, militare e diplomatico, gran maresciallo di Svezia, cancelliere dell'università di Uppsala, è noto principalmente per essere stato l'amico della regina di Francia Maria Antonietta e per aver contribuito all’organizzazione della fuga della famiglia reale francese da Parigi, nel giugno del 1791.

Nato a Stoccolma il 4 settembre 1755, figlio del conte Fredrik Axel von Fersen, ricchissimo e potente uomo politico svedese, conobbe Maria Antonietta, allora delfina di Francia, nel corso del suo viaggio d’istruzione compiuto tra Germania, Svizzera, Italia, Francia e Inghilterra. Introdotto dall'ambasciatore di Svezia a corte, ebbe occasione di incontrare la delfina a Versailles diverse volte prima che, nel corso di un ballo in maschera all'Opera di Parigi il 30 gennaio del 1774, Maria Antonietta si intrattenesse a lungo a parlare con lui.
Per il suo rango, le sue maniere educate e riservate e per la sua prestanza fisica, Axel venne accolto a Parigi dalle migliori famiglie, riscuotendo un grande successo.

Dopo un breve soggiorno in Inghilterra, fece ritorno in Svezia alla fine del 1774 dove nel frattempo, grazie all'alto rango della sua famiglia, aveva ottenuto diverse cariche militari. Qualche anno dopo, avendolo suo padre spinto a contrarre un matrimonio con una ricca inglese di origine svedese, partì per Londra per chiederla in moglie. La giovane rifiutò il pretendente, con il pretesto di non volersi trasferire in Svezia, lontana dalla sua famiglia.
Non volendo tornare a impegnarsi nelle futili occupazioni della provinciale corte svedese e bramoso di distinguersi in qualche impresa, Axel riuscì a convincere suo padre a lasciarlo partire in cerca di un ingaggio militare. Con questo scopo si recò a Parigi nel 1778.
Nel mese di agosto, ripresentandosi al cospetto della famiglia reale a Versailles, venne riconosciuto e ben accolto da Maria Antonietta, nel frattempo diventata regina. Nella speranza di poter combattere insieme alle truppe francesi impegnate nella guerra d’indipendenza americana, finì per trascorrere quasi due anni nella capitale francese, frequentando assiduamente ma discretamente la regina di Francia, che si innamorò di lui. Grazie all'interessamento del ministro Vergennes e del barone de Breteuil, suo protettore in Francia e vecchio amico di suo padre, Axel riuscì finalmente a trovare un ingaggio come aiutante di campo del generale Rochambeau, in partenza per l'America nella primavera del 1780.

Seguendo i suoi sogni di gloria e la sua ambizione, Axel trascorse in America tre anni, durante i quali, come colonnello di fanteria e interprete del generale francese, ebbe modo di assistere a una serie di incontri con George Washington e di prendere parte, nel mese di ottobre del 1781, alla battaglia di Yorktown contro gli inglesi. Desideroso di poter ottenere un reggimento al suo ritorno in Francia, prolungò il suo periodo di servizio nell'esercito francese, facendo ritorno a Parigi solo nel giugno del 1783.

È in questo momento che, con ogni probabilità, ebbe inizio la sua storia d’amore con la regina di Francia. Nonostante l'insistenza di suo padre per fargli prendere moglie (si parlava anche della giovanissima e ricchissima Germaine Necker, che finì poi per sposare il barone de Staël), decise di non sposarsi e scrisse alla prediletta sorella Sophie Piper che preferiva non impegnarsi con nessuno, non potendo farlo con l'unica persona che lo amava e alla quale lui desiderasse appartenere.
Molto si è discusso a proposito della natura del rapporto tra Hans Axel von Fersen e Maria Antonietta: sicuramente tra loro dovettero esserci un profondo sentimento e una grande amicizia, mentre non è mai stata dimostrata l'esistenza di una relazione fisica. Pur continuando ad avere numerose amanti Axel, certamente lusingato da quelle regali attenzioni, dimostrò sempre per la regina grande rispetto e venerazione.
Per legarsi alla Francia pregò suo padre di aiutarlo a ottenere la proprietà di un reggimento. Nonostante l'opposizione paterna, gli interventi del re di Svezia Gustavo III e della stessa Maria Antonietta gli consentirono, a settembre, di venire nominato colonnello proprietario del reggimento Royal Suédois.

Non fece in tempo a tornare in patria che ricevette l'ordine di Gustavo III di raggiungerlo in Germania per accompagnarlo nel corso di un viaggio che stava intraprendendo in Italia e in Francia. Sebbene il viaggio avesse lo scopo dichiarato di far ammirare a Gustavo III i capolavori dell'antichità, celava l'intenzione di assicurare alla Svezia utili alleanze e aiuti finanziari.
In Italia Gustavo III viaggiò tra Pisa, Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Parma e Venezia. Nel corso del viaggio Axel fece conoscenza con un’affascinante nobile inglese tristemente maritata, Lady Elizabeth Foster, alla quale finì, pare, per confessare la sua storia d'amore con la regina di Francia.
Tornato con Gustavo III in Francia nella tarda primavera del 1784, Axel ebbe modo di rivedere Maria Antonietta, che il 21 giugno rese omaggio al sovrano svedese e al suo seguito con un’affascinante festa nel suo Petit Trianon. Poche settimane dopo, rientrato in patria con il suo sovrano, Axel poté infine riabbracciare la sua famiglia.

Poco a suo agio presso la corte svedese si affrettò tuttavia a tornare in Francia nel 1785, poco dopo la nascita, il 27 marzo, del terzo figlio di Maria Antonietta, il duca di Normandia, la cui paternità venne da alcuni attribuita allo stesso Axel.
Nel 1788 Axel fu richiamato in patria per prendere parte alla guerra contro la Russia. Dopo un periodo trascorso sul fronte in Finlandia, fece rapidamente rientro in Francia nel mese di novembre, trovandovi una situazione sociale, politica ed economica estremamente critica.
Anche in Svezia le cose non andavano bene e Gustavo III, desideroso di domare il ribelle partito della nobiltà, ne fece arrestare i capi, tra i quali l'anziano senatore Fersen. Nonostante la situazione Axel, su richiesta esplicita di suo padre che rimase agli arresti per qualche settimana, si mantenne fedele al suo sovrano.

Stabilitosi a Parigi, diviso tra gli impegni di corte e il soggiorno presso il suo reggimento, assistette al precipitare degli eventi. Dopo l’assalto alla Bastiglia, avvenuto il 14 luglio 1789, desideroso di rimanere vicino a Maria Antonietta, ormai abbandonata dai vecchi amici, si trasferì a Versailles, dove si trovava anche nelle giornate del 5 e 6 ottobre quando il castello venne assalito e la famiglia reale costretta da una folla inferocita a trasferirsi a Parigi nel vecchio palazzo delle Tuileries.
Volendo aiutare la famiglia reale, nel gennaio del 1790 fu ufficiosamente incaricato da Gustavo III di rappresentarlo segretamente presso i monarchi francesi.
Entrò in contatto con un ricchissimo inglese, Quentin Craufurd, e con l'affascinante amante di quest'ultimo, un'inglese di origine italiana, Eleonora Sullivan, che divenne ben presto la sua amante segreta.
Essendosi guadagnato con la sua condotta la piena fiducia di Luigi XVI, fu coinvolto, insieme all’ambasciatore austriaco Mercy, al barone de Breteuil e al generale de Bouillé, nell'organizzazione della fuga della famiglia reale da Parigi verso Montmédy. Si occupò di scrivere e ricevere messaggi cifrati e, con i suoi nuovi amici, di raccogliere i fondi necessari, procurare i passaporti e far realizzare una grande berlina per il viaggio del sovrano francese. Travestito da cocchiere, alla guida di una vecchia vettura di piazza, nella notte tra il 20 e il 21 giugno 1791 trasportò la famiglia reale fino al luogo in cui attendeva la berlina, pronta per il viaggio. Salito a cassetta, scortò i regali viaggiatori fino alla prima stazione di posta, dove si separò da loro per desiderio di Luigi XVI. Secondo i piani, si accinse a sua volta a partire per raggiungerli nel momento in cui fossero giunti a Montmédy. La famiglia reale venne tuttavia arrestata a Varennes e costretta a fare ritorno a Parigi dove, da quel momento, fu a tutti gli effetti tenuta prigioniera.

Axel, sebbene sconvolto nell'apprendere del fallimento dell'impresa, obbedendo agli ordini ricevuti si diresse senza indugio a Bruxelles per incontrare l'ambasciatore austriaco Mercy. Qui ritrovò Quentin Craufurd e la bella Eleonora.
Alla fine di giugno raggiunse ad Aquisgrana Gustavo III che, al corrente del progetto di fuga dei sovrani francesi, lo attendeva per impartirgli nuovi ordini. Il re di Svezia, consapevole del rischio rappresentato dalla diffusione delle idee rivoluzionarie in Europa, intendeva proporsi, con l’aiuto di Caterina II di Russia, come promotore di una lega di sovrani allo scopo di aiutare i monarchi francesi, suoi alleati. Axel, mandato a Vienna per conferire con l'imperatore Leopoldo II, fratello di Maria Antonietta, non ebbe successo: Gustavo III veniva generalmente poco considerato in ambito internazionale e la sorte della famiglia reale francese sembrava risultare poco interessante.
Luigi XVI indicò il barone de Breteuil come suo legittimo portavoce e Axel, trasferitosi a Bruxelles, operò congiuntamente con lui, scambiando segretamente con la regina di Francia una voluminosa corrispondenza cifrata, nella quale cercava di informarla, guidarla e consigliarla. Nel frattempo iniziò a vivere in una sempre più stretta intimità con Quentin Craufurd e con Eleonora.

Sempre più confuso circa gli autentici desideri della famiglia reale francese e turbato dalle voci che dicevano Maria Antonietta legata al costituzionale Antoine Barnave, Axel, latore di un nuovo piano di fuga proposto da Gustavo III, nel mese di febbraio del 1792 rientrò clandestinamente in Francia e il 13 febbraio riuscì a introdursi segretamente nel palazzo delle Tuileries. Qui incontrò Maria Antonietta per l'ultima volta, rimanendo nascosto nel palazzo per due giorni di seguito e trascorrendovi una notte: nessuno sa che cosa sia successo in questo frangente e molto si è voluto scrivere su questo loro ultimo incontro. Certamente Axel avrebbe rischiato troppo uscendo dal palazzo per rientrarvi il giorno seguente. Luigi XVI ringraziò Axel per il suo impegno ma rifiutò di intraprendere un nuovo tentativo di fuga. Compiuta la sua missione, in attesa di ripartire il 21 febbraio, Axel venne nascosto da Eleonora, allora a Parigi, nella soffitta della casa di Craufurd, all’insaputa di quest'ultimo.

Rientrato a Bruxelles, dopo qualche giorno fu raggiunto dalla notizia della morte dell'imperatore d'Austria seguita, il 29 marzo, da quella di Gustavo III, ferito mortalmente nel corso di un attentato durante un ballo in maschera presso l'Opera di Stoccolma. Essendo il figlio di Gustavo III troppo giovane per regnare, la reggenza venne assunta dal duca di Södermanland, Carlo. Nella confusione generata dagli eventi, Axel riuscì comunque a mantenere il suo posto a Bruxelles.
Il 20 aprile 1792 la Francia dichiarò guerra all'Austria e le truppe imperiali e alleate, sotto il comando del duca di Brunswick, si organizzarono. In previsione di un ingresso a Parigi, Axel fu coinvolto nella redazione di un manifesto che, firmato dal duca di Brunswick, minacciava la popolazione di feroci ritorsioni nel caso in cui fosse stato arrecato qualsiasi oltraggio alla famiglia reale. La pubblicazione del manifesto, lontano dal provocare l'effetto auspicato, esasperò la furia popolare che il 10 agosto invase le Tuileries. Le guardie svizzere vennero trucidate e la famiglia reale fu condotta prigioniera al Tempio.
Anche sui campi di battaglia la situazione non si sviluppò come previsto: le truppe francesi avanzavano e nel mese di novembre Axel, insieme a Eleonora e a Craufurd, fu costretto a fuggire da Bruxelles, dirigendosi verso la Germania. Si trovava a Düsseldorf quando venne a sapere che Luigi era finito sotto processo e, successivamente, che era stato ghigliottinato il 21 gennaio 1793. Estremamente preoccupato per le sorti di Luigi e di Maria Antonietta, Axel ricevette la conferma della terribile notizia della morte del re solo alcuni giorni dopo, accompagnata dalla falsa voce dell'avvenuto massacro di tutta la famiglia reale. Questa voce fu velocemente smentita, ma la sorte si accanì e nel giro di poco tempo Axel venne a sapere della morte della sua sorella maggiore e della grave malattia di suo padre. Il governo svedese, reputando il suo ruolo ormai privo di scopo, gli propose il posto di ambasciatore a Londra. Axel, non desiderando allontanarsi dal teatro degli avvenimenti, rifiutò. Nel frattempo la situazione sembrò migliorare sul fronte della guerra: Bruxelles venne liberata e Dumouriez, uno dei generali della rivoluzione, si lasciò corrompere dagli austriaci. Di fatto, però, non si intraprese nulla per salvare la famiglia reale a Parigi. Nel corso del 1793 la situazione di Maria Antonietta, ormai vedova Capeto, andò sempre più peggiorando. Axel, tornato a Bruxelles, cercò in tutte le maniere di sollecitare un intervento armato dell'Austria su Parigi per salvarla, ma il conte Mercy rimase indifferente a qualsiasi proposta.

Maria Antonietta venne ghigliottinata il 16 ottobre e Axel, ricevendo la notizia qualche giorno dopo, prostrato dal dolore, non riuscì a decidersi a raggiungere suo padre che morì il 24 aprile 1794, senza aver rivisto il figlio.
Apprendendo di non avere più un ruolo ufficiale e dovendo lasciare un'altra volta il Belgio, Axel si imbarcò infine per la Svezia, un anno dopo la morte della sventurata regina.
Qui, nel mese di giugno del 1795 fu raggiunto dalla notizia della morte, al Tempio, di Luigi XVII, all'età di appena dieci anni. Il 19 dicembre 1795 fu invece liberata dalla sua prigionia Marie-Thérèse, la figlia maggiore di Luigi XVI e di Maria Antonietta, l'unica sopravvissuta della famiglia alla rivoluzione e inviata in Austria in cambio di ostaggi francesi. Axel decise di andare a Vienna per incontrarla, nel vano tentativo di recuperare il denaro anticipato da lui e dai suoi amici in occasione della fuga della famiglia reale da Parigi. Sebbene nel 1796 avesse avuto modo di incontrare sia l'imperatore, sia Marie-Thérèse, non riuscì nel suo intento.

Nel mese di novembre di quello stesso anno il figlio di Gustavo III, Gustavo IV Adolfo, ormai maggiorenne, divenne re di Svezia.
Nel 1797 il giovane sovrano, ritenendo che la Svezia dovesse essere rappresentata al congresso di Rastatt per difendere i suoi interessi, designò Axel come suo ambasciatore. In questa occasione Axel ebbe modo di incontrare il generale francese Napoleone Bonaparte, in quel momento all'apice della sua gloria militare. Bonaparte, rappresentante del potere repubblicano, non perse l'occasione di umiliare Axel, da lui ritenuto l'amante della defunta regina di Francia. Axel, non ritenendo di dover continuare a mantenere la rappresentanza svedese a Rastatt, su richiesta del suo sovrano si spostò quindi a Karlsruhe.
Nel frattempo la sua lunga relazione con Eleonora giunse al capolinea: non essendosi lui mai deciso al matrimonio, la donna risolse definitivamente di rimanere con Craufurd nel momento in cui questo finì per imporle una scelta definitiva.
Axel raggiunse sua sorella Sophie che, ormai vedova, soggiornava in Germania con il suo amante, il barone Evert Taube. Taube, grande amico di Axel, morì a Karlsbad il 15 agosto del 1799, probabilmente a seguito di un avvelenamento. Axel e Sophie, enormemente afflitti da questa perdita, fecero insieme rientro in Svezia poco tempo dopo.

Axel era ormai uno dei più ricchi, importanti e influenti signori di Svezia, molto stimato da Gustavo IV Adolfo, grande partigiano della controrivoluzione e accesissimo nemico di Napoleone Bonaparte. Ritenendo che Axel, ben consapevole dagli orrori rivoluzionari, potesse essere la persona più adatta a placare gli spiriti ribelli dei giovani studenti, lo nominò cancelliere dell'università di Uppsala. Sostenuto dal suo sovrano, Axel venne inoltre insignito del prestigiosissimo ordine dei Serafini e nominato Maresciallo del Regno.

Preoccupato per la salute di Sophie, che dopo la morte di Taube stentava a riprendersi, decise di accompagnarla insieme a una nipote e al marito di questa, in un viaggio in Italia durante il quale soggiornò a Parma, Firenze, Roma, Napoli e Pisa, prima di fare ritorno in patria nel febbraio del 1803.

Da questo momento Axel iniziò ad affermarsi sempre più nella vita politica del proprio paese. Nel mese di ottobre del 1804 fu inviato da Gustavo IV Adolfo a incontrare a Kalmar i fratelli di Luigi XVI in esilio, desiderosi di redigere una formale dichiarazione contro Napoleone Bonaparte.
Gustavo IV Adolfo, deciso oppositore di Napoleone, ormai divenuto imperatore, e desideroso di annientare lo spirito rivoluzionario, incaricò Axel di recarsi in Pomerania per mantenere i contatti con le varie potenze europee. Axel, con grande ragionevolezza, consapevole del fatto che era ormai in atto un processo inarrestabile, cercò di mitigare gli ardori del suo sovrano, con l'unico risultato di rendersi sgradito e di vedersi allontanare dal governo.
Rimase tuttavia gran maresciallo del regno e si legò a una giovane svedese, Emelie de Geer.
Nel mese di marzo del 1809 il re di Svezia, divenuto molto impopolare, fu deposto e, con il nome di Carlo XIII, divenne sovrano lo zio di Gustavo IV Adolfo. Non avendo il nuovo re un erede diretto, venne scelto come principe ereditario il danese Karl August di Augustenborg. In una Svezia sempre più tesa verso i nuovi ideali scaturiti dalla rivoluzione francese, il conservatore Axel, considerato ormai come un uomo del passato, pur mantenendo i suoi incarichi ufficiali venne sempre più emarginato dal potere politico.

All'improvvisa morte del principe ereditario, avvenuta il 28 maggio del 1810 durante una parata militare nel sud della Svezia, Axel e il suo entourage familiare furono accusati di aver avvelenato Karl August. La voce sembrò trovare conferma nella misteriosa morte di Evert Taube e nel fatto che il medico del principe fosse lo stesso della famiglia Fersen. Sebbene l'autopsia condotta sul corpo del principe avesse rivelato come causa della morte un attacco di apoplessia, le voci continuarono a diffondersi e lo stesso Carlo XIII sembrò credere che il principe fosse caduto vittima di un intrigo ordito dai cosiddetti gustaviani, tra i quali vi era anche sua moglie, da sempre innamorata di Axel e grande amica di sua sorella Sophie.
Sembrava troppo tardi per mettere tutto a tacere e già circolavano numerosi pamphlet che diffondevano la tesi della cospirazione dei fratelli Fersen. Axel, che allora si trovava in provincia, non diede peso alle voci che correvano e, ignorando tutti gli avvertimenti, si recò a Stoccolma per presenziare come maresciallo del regno ai solenni funerali del principe: chiesta udienza al re per perfezionare gli ultimi dettagli per il corteo funebre, non venne però ricevuto. Prevedendo seri disordini, il prefetto della città chiese vanamente al sovrano di dissuadere Axel dal partecipare al corteo ma il re si rifiutò anche di autorizzare una reazione da parte dei soldati, in caso di sommossa. Carlo XIII, da sempre ostile ad Axel, con tutta probabilità sottovalutò il rischio annunciato, ritenendo che il gran maresciallo del regno, in questa occasione, avrebbe potuto ricevere una salutare umiliazione.

La mattina dell'arrivo del corteo funebre a Stoccolma, il 20 giugno, la birra venne fatta scorrere a fiumi e fu distribuito del denaro per permettere ai marinai di ubriacarsi.
Axel, ignorando qualsiasi ammonimento, si preparò per la cerimonia. Apparentemente tranquillo salì a bordo della carrozza di gala e a mezzogiorno il corteo si mosse, al rintocco lento delle campane. Poco tempo dopo la partenza si iniziarono a sentire i primi insulti, che furono presto seguiti da lanci di pietre. La carrozza venne immobilizzata e Axel fu fatto scendere e condotto verso una casa, nel tentativo di sottrarlo all'ira della folla. Il generale Silfversparre, incaricato di mantenere l'ordine, cercò vanamente di placare gli animi annunciando l'arresto di Axel, dopodiché il maresciallo del regno fu condotto nuovamente in strada. Gli insorti ripresero a colpire Axel sotto gli sguardi dei soldati della guardia che, conformemente agli ordini ricevuti, assistevano senza intervenire. Axel riuscì a rifugiarsi nell'edificio del municipio, ma la folla irruppe nuovamente, trascinandolo fuori, colpendolo ancora con bastoni e ombrelli, calpestandolo e infine uccidendolo.

Nessuno degli assassini di Axel fu condannato per la sua morte, ma solo per aver partecipato alla sommossa.
L'inchiesta che seguì accertò la completa estraneità dei fratelli Fersen alla morte del principe ereditario e decretò la completa riabilitazione di Axel, che solo nel mese di dicembre del 1810 ebbe l'onore, come maresciallo del regno, delle esequie ufficiali.

Edited by marquise de Créquy - 3/1/2015, 23:30
 
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Alba Rosa
view post Posted on 13/11/2013, 13:57     +1   -1






Ritratto di Hans Axel von Fersen.
Il ritratto è posto sul monumento funebre dedicato ad Hans Axel von Fersen nel parco di una sua proprietà a nord di Stoccolma: proprio in questo luogo il corpo del maresciallo del regno fu infatti conservato in attesa che, terminata l'inchiesta seguita alla sua morte, potessero esserne celebrate le esequie.

Edited by Liselotte von der Pfalz - 13/11/2013, 13:58
 
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Alba Rosa
view post Posted on 14/11/2013, 15:55     +1   -1





Il palazzo Bonde a Stoccolma, antica sede del municipio cittadino, davanti al quale Hans Axel von Fersen trovò la morte il 20 giugno 1810.

Edited by Liselotte von der Pfalz - 14/11/2013, 19:45
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 14/11/2013, 20:50     +1   -1




Forse sarò fissato io ma la cancellata e l'entrata ricordano molto quelle della Concergerie :-(
 
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Alba Rosa
view post Posted on 15/11/2013, 15:40     +1   -1




… parlando di tristi coincidenze, si potrebbe evidenziare anche quella della data del 20 giugno. Data infausta in tutti i sensi per Hans Axel von Fersen: il 20 giugno 1791 la fuga (fallita) della famiglia reale francese da Parigi costituisce uno dei grandi drammi della sua vita (e l’inizio della fine per Luigi XVI e Maria Antonietta); il 20 giugno 1810 il linciaggio della folla provoca la sua tragica morte a Stoccolma davanti a palazzo Bonde.
 
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4 replies since 5/11/2013, 16:36   1346 views
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