La Cour Royale

Marie-Louise d'Orléans, regina di Spagna

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view post Posted on 22/6/2014, 13:44     +1   -1
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Il 27 marzo 1662 nasce al Palais Royal una bella bambina dai capelli neri, prima figlia di Monsieur, Filippo di Francia, Duca d’Orléans (e pertanto nipote di Luigi XIV) e di Madame, Enrichetta d’Inghilterra, sua prima moglie. La bimba avrà a Corte l’appellativo di Mademoiselle, essendo la prima Nipote di Francia. Il battesimo fu celebrato nella cappella del Palais Royal il 21 maggio successivo, con Luigi XIV come padrino e la regina d'Inghilterra come madrina.


I primi anni della sua vita trascorrono abbastanza spensierati, quanto possono esserlo quelli di una bambina che cresce in un covo d’intrighi come la corte del Palais Royal; all’età di otto anni rimane orfana di madre, Madame Henriette morendo ventiseienne forse per dei calcoli alla colecisti (o forse avvelenata, come Saint-Simon e Liselotte sostenevano all’epoca); la sua fortuna fu che la nuova moglie di papà, una sana ragazzona tedesca con attitudini da maschiaccio, Élisabeth-Charlotte von der Pfalz Simmern, aveva solo una decina d’anni più della figliastra e divennero subito amiche. Liselotte la cita molto nella sua corrispondenza, ad esempio in una lettera del 6 dicembre 1721:


“[…] L’ho amata con tutto il cuore come se fosse mia sorella; non avrebbe potuto essere mia figlia, perché avevo solo nove anni più di lei. Ero ancora molto bambina quando arrivai qui; abbiamo giocato e galoppato assieme, con Karllutz e il piccolo principe di Eisenach. Facevamo spesso un tale baccano che non si poteva resistere in nostra compagnia. C’era una vecchia dama che si chiamava M.me de Fiennes, che abbiamo tormentato orribilmente. Non amava sentir sparare, e noi le lanciavamo dei petardi nelle gonne. Questo la mandava fuori dei gangheri, e ci correva dietro per picchiarci, era la parte più divertente. […]”


In famiglia si accarezza l’idea di farla sposare col cugino, Luigi il Gran Delfino, e vederla un giorno regina di Francia, ma si sa che la vita delle principesse è regolata dalla politica e non dai desideri, dalle speranze e meno ancora dagli affetti. Luigi XIV sceglie di farla sposare con un altro cugino: il rachitico, fisicamente e mentalmente debole e malato Carlo II di Spagna. Mademoiselle fu alla disperazione: l’idea di passare da una vita abbastanza felice alla coloratissima e luminosa Corte di Francia all’essere seppellita viva tra atmosfera funerea, abiti neri, ceri ovunque, dame che ti servono in ginocchio non potendoti avvicinare in piedi e così via era un deterrente sufficiente di per sé, cui aggiungere la prospettiva della vita coniugale misera che avrebbe avuto. La povera Maria Luisa arriva perfino a gettarsi letteralmente ai piedi del Re scongiurandolo di risparmiarle un fato talmente nero, ma lui finge di credere che si tratti di uno scherzo: “Nipote mia, vi accordo in matrimonio al re di Spagna; il piacere di avervi elevata a un rango che meritate non mi consola dalla separazione da una persona che amo teneramente, ma che deve sapere che le persone come lei sono dello Stato. ”, aggiungendo anche: “Se dovessero scoppiare delle guerre tra noi e vostro marito siamo abbastanza gran signori per non rovinarci…”. Molto chic, il Re.

Il 31 agosto 1679 ha luogo il matrimonio per procura al castello di Fontainebleau. Monsieur è afflitto dall’idea di allontanarsi da sua figlia, ma incantato all’idea di essere padre di una regina di Spagna. Sofia di Hannover, zia di Madame in quei giorni in viaggio in Francia, riporta all’indomani della partenza di Maria Luisa nei suoi Mémoires: “[…] Eravamo troppo tristi per poter mangiare[…]”. Per contro, prima di salire in carrozza la giovane neoregina la abbraccia piangendo “Non vi rivedrò più, zia”; meno tenero è stato l’addio di Luigi XIV: “Madame, spero di dirvi addio per sempre; se doveste rivedere la Francia sarebbe la più grande sfortuna che vi potrebbe capitare”. Il 27 settembre M.me de Sévigné scrive:


“[…] La regina di Spagna continua a piangere e gridare. Il popolo diceva, vedendola in rue Saint-Honoré: Ah! Monsieur è troppo buono. Non la lascerà andare, è troppo afflitta. […]”


Maria Luisa parte, portando con sé come unico ricordo della Francia due cagnolini che saranno la sua sola consolazione alla corte di Spagna. Questi, e le due lettere settimanali che riceverà per una decina d’anni da Liselotte. In realtà c’è anche qual che cosa di più, o forse no: si rumoreggia di un amore proibito, o forse solo di un semplice flirt senza conseguenze. Un tale marchese François de Saint-Chamant, tenente delle guardie del corpo, sembrava essersi follemente innamorato della principessa, che dal canto suo lo canzonava e lo chiamava “maman”; secondo Saint-Simon era un uomo molto belo, intelligente e audace, e Maria Luisa non era del tutto scontenta delle sue attenzioni: Saint-Chamant fu incaricato di guidare la compagnia delle guardie del corpo che doveva scortare la nuova regina di Spagna da Versailles a Quintana-Palha (un villaggio sito a tre leghe da Burgos), luogo stabilito per la consegna; qui sposerà di persona Carlo II il 19 novembre 1679.
Voci affermano che il bel marchese non abbia avuto molti motivi di lamentarsi dell’incarico, ma nessuno sa per certo quale sia la verità; Liselotte stessa si burlava di quest’amore impossibile, soprattutto dopo che Saint-Chamant rientrò in Francia e si ammalò; nel 1681, scrivendo al fratellastro Karllutz afferma: “Saint-Chamant è guarito dalla febbre, ma ignoro se fosse una febbre d’amore”.

Una volta arrivata in Spagna Maria Luisa cade vittima dell’odio della corte, che per ogni buon conto cerca di mettere il re contro la moglie; cade anche in depressione e inizia a ingrassare; riesce fortunosamente ad avere una gravidanza, ma abortisce.

All’età di ventisette anni muore, il 12 febbraio 1689, e viene sepolta nel pantheon degli Infanti, monastero di San Lorenso dell'Escorial.
Si dice che possa essere stata avvelenata su istigazione della suocera, Maria-Anna d’Austria; c’è anche la possibilità che la sua influenza sul marito rischiasse di allontanare Carlo II dall’alleanza con l’Austria. Saint-Simon incolpa Olimpia Mancini, contessa di Soisson, nipote del Cardinal Mazarino, che l’avrebbe avvelenata con un bicchiere d’acqua o di latte freddo; Voltaire, a tempo debito, riporterà delle voci secondo cui un tale conte von Mansfeld, emissario dell’Imperatore e amico di Olimpia Mancini, avrebbe messo il veleno in una torta di anguille. Lo stesso Carlo II avrebbe messo in guardia Maria Luisa da Mansfeld e dalla contessa di Soisson; tanto che Maria Luisa scrisse al padre che si sentiva minacciata e di mandarle del contravveleno: il messaggero di Monsieur che lo portava incrociò per strada quello che portava in Francia la notizia della morte della regina.

Tralasciando le ipotesi di veleno, sempre frequenti e fantasiose in caso di morti improvvise, appare più facile credere che sia morta a causa di un’appendicite. Il suo medico personale, Gianlorenzo Francini, parla di ostriche avvelenate o forse avariate, pur affermando che sia morta di colera.

Edited by Liselotte von der Pfalz - 2/1/2016, 16:14
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 22/6/2014, 14:22     +1   -1




Ma perché la Mancini ce l'aveva con lei? E che ci faceva la Olimpia in Spagna?
 
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view post Posted on 22/6/2014, 14:55     +1   -1
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L'Olmpiona, dopo essere stata coinvolta nello scandalo dei veleni, aveva la scelta tra l'esilio o il patibolo: ovviamente scelse il primo, e riparò a Bruxelles, poi girovagò verso la Spagna fino a quando Carlo II non la fece cacciare proprio per i sospetti che le gravavano addosso.
Poi, se ce l'avesse davvero o no con Maria Luisa non saprei dirlo
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 22/6/2014, 15:04     +1   -1




Capito
 
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view post Posted on 4/8/2014, 11:27     +1   -1
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Al ritorno dell’ambasciatore di Francia a Madrid, François de Pas Feuquières conte di Rébenac, Liselotte lo interrogò a lungo sulla morte di Maria Luisa.

Scrive in giugno a zia Sofia: “Ho parlato con lui della morte della buona fu regina di Spagna; è verissimo che fu avvelenata con delle ostriche crude”, e poco dopo: “M. de Rébenac non ha torto nel credere che la buona regina di Spagna sia stata avvelenata, s’è visto fin troppo bene quando l’hanno aperta, e dopo la morte è diventata tutta color violetto. Quello che fa credere che il veleno fosse nelle ostriche è che una delle damigelle della regina ne volesse mangiare anche lei, ma un Grande di Spagna accorse, le tolse l’ostrica di mano e le disse che sarebbe stata male se l’avesse mangiata.”
 
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