La Cour Royale

La débauche di Roissy

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 2/12/2014, 09:08     +1   -1
Avatar

Partecipante

Group:
Administrator
Posts:
240
Reputation:
0
Location:
Bardolino (VR)

Status:


Débauche: parola che in italiano possiamo rendere anche con orgia, dove il termine non si riferisce necessariamente delle esuberanze sessuali ma può indicare un eccesso di sensazioni, di stimoli capaci di stordire e/o di privare una persona momentaneamente del proprio raziocinio.


L’orgia di Roissy, insomma.


Siamo nella settimana santa del 1659, e un amico intimo del Re Sole, Louis Victor de Rochechouart-Mortemart, duca di Vivonne (nonché fratello di m.me de Montespan) si installa nel castello di Roissy, già di proprietà di sua suocera, m.me Marie de La Vallée des Fossés, moglie di Henri de Mesmes, Président à mortier e già prevosto dei mercanti. M. de Vivonne ha invitato degli amici a passare qualche giorno con lui per far baldoria lontano dalle austerità della Corte.


Filippo Mancini, duca di Nevers (nipote del Cardinale Mazarino) e l’abate Étienne Le Camus, elemosiniere del Re, accettano subito. Due giorni dopo il loro arrivo la notizia raggiunge anche Armand de Gramont, conte de Guiche (noto per essere uno dei favoriti tanto di Monsieur Philippe quanto di Madame Henriette) e Bernard de Longueval, marchese de Manicamp: questi è un amico di vecchia data del duca, ex compagno d’armi; portano con loro Louis, marchese de Cavoye. La sera stessa del loro arrivo Filippo Mancini e l’abate Le Camus ritengono opportuno chiudersi in camera per evitare gli eccessi che supponevano inevitabili data la presenza di Guiche e Manicamp, e la mattina del Venerdì Santo, 11 aprile, ritornano a Parigi di buon’ora. Al castello intanto giunge Roger de Rabutin, conte de Bussy, ex compagno d’armi del duca e suo superiore nel reggimento del Royal-Cavalerie, e fra le altre cose sposato in seconde nozze con una cugina di Manicamp. La sera stessa ha luogo un banchetto durante il quale vengono composti degli Alleluia parodistici, quegli stessi canti che in seguito si diranno contenere cose abbastanza pesanti contro il Re e la Corte; Bussy racconta che lui e Vivonne trovano una mattina Manicamp nel letto di Guiche: i due erano amanti, per quanto Guiche fosse oltre vent’anni più giovane.
Passata la Pasqua i Nostri fanno rientro a Parigi.


La sola narrazione che abbiamo dei fatti è fatta da un testimone oculare ma che aveva tutto l’interesse a minimizzare la cosa: è lo stesso Bussy che ci racconta la sua versione dei fatti che gli costarono la disgrazia sia nell’Histoire amoureuse des Gaules sia nei suoi Mémoires. Delle voci iniziano a correre, probabilmente derivanti da indiscrezioni sfuggite ai domestici del duca a Roissy o anche ai musici che erano stati ingaggiati; le dicerie che corrono a Parigi e a Corte sono catastrofiche, si sussurra che gli allegri compari abbiano battezzato una sanguisuga, o delle rane, o un maialino da latte, per poi cibarsene; ma si dice perfino che abbiamo ucciso un uomo e ne abbiano mangiato una coscia (questa, però, pare essere stata messa in circolazione da Bussy allo scopo di rendere assurde ed incredibili anche tutte le altre). Quale che sia la verità, la compagnia non tarda a pagare il prezzo delle proprie azioni.


M.me de Mesmes, la suocera di Vivonne, fece riferire a Mazarino che il genero stava intrigando per riavvicinare il Re e Maria Mancini, la sorella di Filippo e probabilmente il primo grande amore di Luigi XIV, la quale Mancini era stata da poco allontanata in vista delle trattative di matrimonio con l’infanta Maria Teresa d’Austria: la giovane italiana aveva la peregrina idea di voler diventare Regina di Francia, e il Re non respingeva l’idea di poterla sposare. Il Cardinale presentò un rapporto talmente sfavorevole al Re su Vivonne che questi si troverà a essere esiliato nei suoi possedimenti così come Bussy, incluso nella stessa nota per non far vedere che stava prendendo di mira una sola persona; inoltre, per far vedere che la sua famiglia non era al di sopra della giustizia e dei favoritismi, fa punire anche il nipote: Filippo viene rinchiuso nella fortezza di Brisach (l’attuale Breisach am Rhein); luogo dal quale una notte riesce anche a evadere… per perdersi al primo incrocio e farsi riportare dentro dal governatore della stessa fortezza di ritorno da una serata in città.


La reputazione dell’abate Le Camus ne soffrì enormemente: Anna d’Austria lo esilierà; per quanto lui fosse libertino e spavaldo in gioventù si pentì, fece ammenda ed ebbe uno stile di vita molto morigerato, al punto che papa Innocenzo XI lo nominò cardinale motu proprio, tuttavia dodici anni dopo i fatti di Roissy ancora circolavano delle canzoni sulla sua partecipazione all’orgia, e addirittura si ipotizzava che fosse stato lui a battezzare il porcellino.


Bussy confesserà a sua cugina m.me de Sévigné, in una lettera di aprile 1692 e quindi un anno prima della morte dello scrittore, di aver composto gli Alleluia assieme a Guiche, Manicamp e Vivonne.



Edited by Liselotte von der Pfalz - 13/12/2014, 18:02
 
Top
0 replies since 2/12/2014, 09:08   414 views
  Share