La Cour Royale

Louis I d'Orléans detto "Il Pio"

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marquise de Créquy
view post Posted on 9/3/2014, 15:59     +1   -1




Louis I d’Orléans detto “il Pio” nasce a Versailles il 4 agosto 1703, unico figlio maschio di Philippe II duca d’Orléans detto “il Reggente” e di Mademoiselle de Blois, figlia legittimata di Luigi XIV e Madame de Montespan.

Ecco cosa ci dice lui stesso nel suo diario: "Sono nato il 4 agosto 1703, avevo tre sorelle che mi hanno preceduto, la loro governante fu la mia e mi si dette solo una sotto-governante privata e delle dame per servirmi. Ero nato molto debole, e la prima nutrice che mi si dette fu presto in stato di non riuscire più a nutrirmi. Lei lo nascose e mi dette del latte guasto. Divenni di una magrezza che inquietò molto e, credo, contribuì alla debolezza che ho sempre avuto. Si trovò una contadina di Colombe, chiamata Nicolas Turenne, che terminò di nutrirmi. Era una contadina molto rozza e con un carattere straordinario. Fui dunque educato “magnis curis”, ero estremamente ritardato e cominciai a parlare talmente tardi che Madame mia nonna temeva che fossi muto, fu dunque una gran notizia la prima volta che pronunciai “papà”.

Louis aveva inoltre ereditato dalla madre “i tratti di una timidezza invincibile, che contribuì a dargli un carattere malinconico, un aspetto scontroso, poco compatibile col suo rango”. Il bambino sembra essere stato fin dall’inizio molto emotivo: “Mi ricordo che, in questi primi anni, avevo paura delle ombre che i corpi proiettavano sui muri, e che si facevano correre dei bambini dietro le loro ombre per abituarmi a ciò. Avevo anche paura di tutto quello che non vedevo abitualmente, specialmente le barbe lunghe”.

A quindici anni sua nonna si felicita che non abbia ancora alcun vizio, ma presto dovrà ricredersi. L’anno seguente viene portato al ballo all’Opéra. “Ciò sarà la rovina fisica e morale di questo bambino che, fino ad ora è stato così pio, dato che andare là o in un b... (Madame impiega una parola molto cruda) è un tutt’uno. Il bambino ha una salute delicata, è un vero scricciolo, non può sopportare la minima fatica, e nella sua vita non è stato alzato che fino alle undici. Tutto ciò unito alla vita insensata che si conduce a questo ballo, ucciderà certamente questo povero ragazzo”. La responsabilità del Reggente in questa avventura viene riportata da Maurepas: “ Il Reggente volle dare a suo figlio l’amore per i piaceri e incaricò della sua educazione nel libertinaggio diverse donne molto conosciute.”

Il 30 gennaio 1718 fu ammesso al Consiglio di Reggenza e l’indomani a quello della Guerra nei quali non esitò ad opporsi a certe decisioni di suo padre e del suo principale ministro, il cardinale Dubois.

A diciannove anni il duca de Chartres ha già avuto diverse avventure galanti. Ha già una favorita in titolo, la piccola Quinault. Suo padre diceva di lui: “Ha anche meno spirito di M. le Duc (senza dubbio il duca di Borbone); è brutale quanto il conte de Charolais e folle quanto il principe de Conti.” In questo stesso periodo fu nominato governatore del Delfinato e se non risedette in questa provincia come era d’uso allora, portò avanti la sua carica con molta applicazione.

Nel 1720 fu nominato Gran Maestro dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme e cercò di riportarlo ai fasti del passato, nel 1721 diventò colonnello generale della fanteria.

Alla morte del padre nel 1723 si pensa a fare sposare Louis, le candidate sono molte: una principessa di Polonia, Marie Leczinska, che salirà più tardi sul trono di Francia; una sorella di M.il duca, Mlle de Vermandois e Mlle de Sens. Alla fine la scelta cadrà sulla principessa Auguste-Marie-Jeanne de Bade, “bianca, piccola, paffutella” ma a cui si rimproverava un difetto di grazia naturale e l’aspetto un po’ volgare.

Il matrimonio ebbe luogo il 13 luglio 1724 a Châlons-sur-Marne. La nuova coppia si mette subito all’opera e il 12 maggio 1725 nasce Louis-Philippe d’Orléans, detto “Il Grosso”, padre del famoso Egalité. La giovane mamma ebbe una seconda gravidanza ma questa volta morì dando alla luce Louise-Marie d’Orlèans, nata il 5 agosto 1726.
L’etichetta esigeva che partorisse al palazzo di Versailles, la vi si portò in carrozza, il galoppo impetuoso dei cavalli e le violente scosse delle ruote facevano sussultare talmente la paziente che ci si dovette fermare al mulino di Sèvres. La mugnaia offrì un letto nella sua rustica dimora. L’inflessibile duchessa-madre, in quanto figlia di Luigi XIV non ammetta che si transigesse sulle esigenze di protocollo, insistette affinché il corteo proseguisse il suo itinerario, ma in presenza dello stato di sua nuora, che peggiorava di minuto in minuto, quest’ultima fu riportata al Palais-Royal, dove i medici riuscirono solo a prolungare di qualche ora la sua agonia.

Il duca d’Orléans, che la fine del padre aveva impressionato, non resistette a questo nuovo colpo. Vide un avvertimento della Provvidenza e divise da quel momento il suo tempo tra lo studio e le pratiche religiose.

Da subito fece dei soggiorni brevi all’Abbazia di Sainte-Geneviève ma nel 1731 volle prendere parte maggiormente alla vita monastica, mangiando nel refettorio del monastero e facendo, agli offici, le stesse cose dei religiosi.
Di quella che fu la vita a Sainte-Geneviève di recluso volontario, lo sappiamo dai memorialisti. Quando non si dedicava al lavoro, diviso tra lo studio dell’ebraico, delle scienze naturali, della linguistica e della teologia, si abbandonava ai rigori dell’ascetismo, il cilicio sulle spalle, la sua tavola era priva di alimenti grassi, il suo letto duro e nudo come quello dei novizi.

Nonostante questa vita d’austerità e di digiuno la gotta, male ereditario, lo tormentava e lo infastidiva quasi tutte le notti. A volte doveva far chiamare il medico per farsi salassare.

Un manoscritto conservato agli Archivi ci svela in dettaglio la sua vita di clausura: dormiva su un semplice pagliericcio, con solo il suo mantello come coperta: “non si avvicinava al fuoco qualunque fosse il freddo, si alzava tutti i giorni alle quattro del mattino e si metteva a pregare e a lavorare subito… Affettava di essere vestito con una semplicità così eccessiva, che sua madre, gli faceva spesso, ma invano, delle rimostranze in merito. Sempre per spirito di penitenza, affogava d’acqua la sua minestra al fine di raffreddarla e si asteneva completamente dal vino; quest’ultima privazione era per lui una pena, visto che durante la sua gioventù aveva bevuto solo champagne a tutti i pasti. Molto zoofilo, adorava i gatti e gli piaceva averne attorno una gran quantità.

Se crediamo a d’Argenson che visse cinque anni nella sua famigliarità più intima, se a volte mostrava una vera lucidità, altre aveva visibili disturbi mentali; non voleva credere mai alle morti delle persone che gli erano più care; tutt’al più ammetteva la reincarnazione. Un giorno che il suo cancelliere gli presentò da firmare un atto relativo a delle somme considerevoli che gli doveva la Spagna, il principe, alla vista nell’atto della dicitura “fu Re di Spagna, Filippo V”, sostenne che quest’ultimo non era morto e si rifiutava di apporvi la sua firma sul documento che gli si stava presentando. Bisognò persuaderlo che la parola “fu” era, in spagnolo, un titolo d’onore, affinché acconsentisse, dopo molte resistenze, a firmare. Nemmeno Luigi XIII, Enrico IV erano morti ai suoi occhi. Non si convinse nemmeno della morte di sua sorella se non dopo aver “toccato e rigirato diverse volte il suo cadavere”. Questo delirio di negazione arrivò al punto di contestare la nascita dei suoi nipoti e a rifiutare di riconoscerli.

Il duca d’Orléans morì il venerdì 4 febbraio 1752 alle 10 del mattino, aveva solo 48 anni e sei mesi. L’autopsia di rito non rivelò “altra causa della morte che le parti rinsecchite e il cuore sciupato”.


Edited by marquise de Créquy - 16/11/2014, 01:02
 
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