La Cour Royale

Louis-Philippe de Bourbon, duca d'Orléans, Philippe Egalité

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marquise de Créquy
view post Posted on 26/1/2014, 17:03     +1   -1




Louis-Philippe-Joseph de Bourbon nasce nel castello di Saint-Cloud il 13 aprile 1747 dal matrimonio tra Louis-Philippe d'Orléans detto il "Grosso" e di Louise-Henriette de Bourbon-Conti. La sua infanzia trascorre tranquilla; si conosce un aneddoto legato a questo periodo; il giovane figlio del Duca d’Orléans, all’età di nove anni, nota tra la gente che frequenta il Palais Royal, un vecchio cavaliere di San Luigi con un abbigliamento molto semplice, un giorno il giovane principe ebbe l’idea di offrire un cornetto enorme di confetti a quest’umile gentiluomo, l’indomani quest’ultimo, avendo finito di mangiare i confetti, trovò quaranta luigi in fondo al cornetto e credendo ci fosse stato un errore ritornò al Palais-Royal per riportare i soldi. Non vi fu alcun errore, fu solo un modo ingegnoso da parte del piccolo Louis-Philippe di andare incontro ai bisogni di un vecchio ufficiale rovinato dalle guerre.

La sua istruzione fu affidata al marchese di Pont-Saint Maurice che lo educò come era d’uso allora per i principi del sangue: tra le delizie e la grandezza.
Il giovane cresceva con tutte le qualità che poteva offrirgli la natura: un bell’aspetto, una corporatura ben proporzionata, un portamento maestoso, delle maniere galanti che riassumevano in lui il tipo di cavaliere francese. Montava in modo eccellente a cavallo, maneggiava bene le armi e eccelleva in tutti gli esercizi ginnastici. Amico del fasto e della magnificenza, si distingueva dagli altri principi del sangue dallo splendore di una rappresentazione veramente reale e da una generosità che si spingeva alla prodigalità.

Il giovane principe, che portava allora il titolo di duca di Chartres , poté aspirare alla mano di M.lle d’Yvoi, Louise-Marie-Adélaïde de Bourbon, figlia unica del virtuoso duca de Penthièvre, ultimo rappresentante della linea legittimata. Questa principessa era, nello stesso tempo, ricercata come sposa dal Principe di Carignano, dall’Infante duca di Parma e da Luigi XV per suo nipote il conte d’Artois; era la più ricca ereditiera del regno.

Il matrimonio fu celebrato il 5 aprile 1769, nella cappella del castello di Versailles, grazie all’intercessione del maresciallo d’Estrée, amico intimo della famiglia d’Orléans e di Penthièvre. Il giorno del suo matrimonio, il giovane sposo non si mise dalla parte giusta per ricevere la benedizione nuziale, quando glielo si fece notare il principe saltò sullo strascico dell’abito della moglie per mettersi nel lato giusto, cosa che fece impallidire le vecchie cariatidi che popolavano la Corte.

Durante la querela tra la Corte e l’alta magistratura nel 1771, il duca di Chartres seguì le orme del padre e degli altri principi del sangue. Come loro protestò contro la distruzione degli organi legali della giustizia; come loro si rifiutò di sedere nella nuova composizione del Parlamento di Parigi dove lo chiamava la sua nascita; come loro condivise l’esilio. Tra i principi del sangue in causa c’era il conte de Clermont che morì il 16 giugno dello stesso anno. Il conte de Clermont era a capo della Franco-Massoneria e, siccome questa istituzione sceglieva i suoi capi tra i principi del sangue, la scelta cadde sul duca di Chartres, ma non avendo il principe l’età per detenere l’incarico, fu nominato amministratore il duca de Luxembourg in attesa che il nuovo “Gran Maestro” non raggiungesse la maggiore età.

Nello stesso anno la duchessa de Chartres dette alla luce un bambino morto. Anemica e depressa le furono suggerite come cura le acque ferruginose di Forges nell’estate 1772. Louise-Adélaide chiese a Louis-Philippe di seguirla e, mentre la moglie ingurgitava bicchieri di acqua e prodigava denaro ai poveri del circondario, suo marito si divertiva con la graziosa contessa de Genlis.

Il principe e la contessa si innamorano talmente che lei, alla vigilia della partenza del duca di Chartres per Chantilly, gli scrive una lettera dove gli confessa di perdere la testa al pensiero della lontananza che li divide. Lui risponde l’indomani alla sua amata: “ Ve ne prego non desolatevi! Non fate dei pensieri neri. Mi dareste un dolore mortale. Per quanto mi riguarda , ora sono desolato. Conto le ore, i momenti, i minuti…”
Questo anno vede anche il suo primo imbarco sul vascello “Alexandre” come semplice marinaio.

Il 27 dicembre 1772 il “Grosso” duca d’Orléans, padre di Louis-Philippe scrive a Luigi XV per chiedere un ritorno in favore a Corte. Luigi accetta ma i principi devono affrontare l’umiliazione di presentarsi a salutare Madame Du Barry, la favorita in carica. Nello stesso periodo il Re acconsente al matrimonio del padre di Louis-Philippe con la bella zia di Mme de Genlis, Mme de Montesson. Il duca de Chartres, in disaccordo col padre, si scalda e si allontana.

Un anno dopo la nascita del loro amore, la bruciante passione che lega la contessa de Genlis e il duca de Chartres comincia a scemare, le avvisaglie si fanno già sentire, la contessa si ammala ma il suo amante non se ne cura. Da questo momento il duca de Chartres il legame speciale tra i due comincia a consolidarsi, la contessa sarà la prima a cui si rivolgerà per avere dei consigli. Il 6 ottobre 1773 nasce finalmente il figlio tanto atteso: Louis-Philippe che verrà titolato da subito duca de Valois (sarà il futuro Luigi-Filippo I Re dei Francesi).

Nel 1775, il duca de Chartres, serio, assiste alla cerimonia di incoronazione di Luigi XVI, ventidue giorni dopo la moglie dà alla luce un secondo figlio: Louis-Antoine-Philippe, duca de Montpensier. Il 3 luglio 1775 quando viene al mondo il suo secondo figlio il duca de Chartres si trova in piena campagna di Rochefort, una spedizione che però sembra più una passeggiata sulle coste della Spagna. Qualche mese più tardi mentre la moglie riposa spossata dal recente parto, il marito riprende le sue scorribande amorose in quel di Parigi. Il principe scrive alla Gourdan: “Ho incontrato ieri mattina una graziosa ragazza; dimora in Rue Saint-Denise, nella casa della spazzatrice, al terzo piano sul davanti. So che si chiama Joséphine, che è orfana e che abita da sua zia, operaia alla biancheria. Ci sono venticinque luigi per voi se potessi averla qui entro otto giorni”.

Il 17 febbraio 1776, la sua partecipazione alla campagna di Rochefort vale al duca de Chartres il grado, grazie all’intervento del suocero, duca de Penthièvre, di capo delle armate navali e il comando di un vascello: il “Solitaire”.

Nel 1777 dopo la nascita delle due principessine gemelle Mlle de Chartres (Louise-Marie-Adélaïde-Eugenie d’Orléans 1777-1847) e Mlle d’Orléans (1777-1782), il duca di Chartres decide di affidare la loro educazione a Mme de Genlis che ormai ha su di lui un forte ascendente e, non potendole rifiutare nulla, fa costruire per lei la palazzina di Bellechasse, dimora dove la bella contessa, che da poco ha rinunciato alla mondanità, inizierà l’educazione delle principesse di casa Orléans.

Chartres smanioso di gloria non vede l’ora di ritornare in mare per distinguersi in qualche battaglia. L’occasione arriva quando le navi inglesi bombardarono il vascello francese “la Belle Poule”. L’8 luglio 1778, quarantatre navi comandate dal conte d’Orvillliers prendono il largo per inseguire la flotta inglese comandata dall’ammiraglio Keppel. Chartres riceve il comando della retroguardia. Il 23 luglio si nota al largo di Ouessant il nemico e il 27 inizia la battaglia a suon di cannoni. Orvilliers, indovinando la strategia di Keppel invia dei segnali in direzione di Chartres: “Ordine alla retroguardia di arrivare sul nemico in un momento successivo”. Sarebbe stato sufficiente a Louis-Philippe di scivolare nella breccia che separa il grosso della flotta inglese dalla sua retroguardia. Se la manovra riesce l’ammiraglio Keppel si trova intrappolato tra due fuochi. Ora vuoi che Chartres non abbia capito i segnali di Orvilliers, vuoi che abbia peccato di codardia, il principe non fece quello che gli era stato ordinato. Grazie alle esitazioni di Chartres, gli inglesi poterono scappare. Fu un piccolo successo ma non certo una vittoria.

Ritornato a Versailles Chartres fa un racconto della battaglia alla sua maniera, Luigi XVI è talmente contento di quel che sente che fa dire un “Te Deum” nella cappella Reale. A Parigi il principe è acclamato dalla folla; ma il momento di gloria è effimero, quando i giornali cominciano a dare i dettagli della battaglia, Chartres viene deriso e chiamato “poltrone” o “codardo”. Nel bel mezzo della guerra, il duca de Chartres annuncia al Re che vuole rinunciare alla marina e lo prega di assegnargli un comando di terra. Luigi XVI creerà per lui, forse con malizia, la carica di colonnello generale delle truppe leggere.

Il 7 ottobre 1779 la duchessa de Chartres dà alla luce un terzo figlio: Louis-Charles d’Orléans , conte de Beaujolais. Nonostante sia cosa straordinaria nella famiglia degli Orléans, il padre non sembra esserne molto emozionato, anzi, si fa scappare di fronte alla moglie un: “ Cosa madame! Mi date solo un figlio quando io ho lavorato per quattro!”.

Nel gennaio 1782, il trasgressivo duca de Chartres decide, non vedendo alcun uomo in grado di seguire l’educazione dei figli maschi, di investire del titolo di Governatore Mme de Genlis. La carriera di “Madame il Governatore dei Principi” non comincia molto bene. Mlle d’Orléans viene colpita da rosolia e muore nel mese di Febbraio 1782.
Il venerdì 18 novembre 1785, il Duca d’Orléans muore. Louis-Philippe diventa il nuovo capo della famiglia e lascia il titolo di “duca di Chartres” a suo figlio duca de Valois.

All’epoca della morte del padre, il nuovo duca d’Orlèans, era oberato dalle spese. Qualche anno addietro, nel 1780, aveva ottenuto da suo padre la donazione del Palais-Royal su cui il figlio concepiva grandi progetti. I lavori intrapresi furono molto dispendiosi. Ricordiamo poi che nel giugno 1781, l’Opéra, che era inglobata nel Palais-Royal, prese fuoco e il duca de Chartres si mise alla testa degli aiuti durante l’incendio. Il duca pensa bene di dare più ampiezza al suo progetto utilizzando lo spazio liberato del teatro. Dobbiamo a lui le gallerie con i negozi che si affacciano ai giardini del Palais-Royal.

Grazie ai lavori intrapresi il Palais-Royal comincia a conoscere il successo. Diventa presto luogo di ritrovo dei Parigini e attira i turisti stranieri. Sotto le gallerie nascono presto dei Cafés: il Café de Valois, il Café Italien, il Café de Chartres o quello del Caveau, che presto diventeranno Clubs dove militanti politici si opporranno alla monarchia.

Il 20 novembre 1787, il barone de Breteuil entra a Palais-Royal portando con sé l’ordine per il duca d’Orléans di lasciare immediatamente Parigi per raggiungere Raincy e l’indomani le terre di Villers-Cotterêts “dove gli era proibito ricevere chiunque fuorché i membri della sua famiglia e la sua casa”. Il giorno prima il duca d’Orléans si era opposto vivamente alle decisioni del sovrano. Lomenie de Brienne aveva impegnato il Luigi XVI a recarsi al Parlamento per tenervi una seduta reale. Le casse del regno erano vuote e si trattava di far registrare un nuovo prestito di 440 milioni rimborsabili in cinque anni. Il guardasigilli si avvicina al trono per conoscere le volontà del sovrano, significando con quel gesto che la sola presenza del Re rende tutto il suffragio consultivo. L’assemblea comincia a mormorare a quel punto il duca d’Orléans si alza : “Se il Re tiene una sessione al Parlamento, le voci devono essere raccolte e contate. Se si tratta di un letto di giustizia ci si impone il silenzio!” Qualche momento dopo, prima di risedersi, commenta a voce alta: “Questa registrazione è illegale”.

La moglie lo segue in esilio, sperando che almeno là il marito non sarebbe stato tra le braccia dell’amante in titolo: Agnés de Buffon. A quarant’anni suonati il duca d’Orléans per conquistare il cuore della figlia del celebre naturalista era ritornato “ardente e goffo come un adolescente”. Il duca scrive diverse lettere al Re che alla fine, preso da compassione per la figlia del buon duca de Penthièvre, allenta l’esilio ordinando al duca di installarsi nel suo dominio di Raincy “a condizione di non avvicinarsi a Parigi per almeno due leghe”. Il primo aprile 1788, grazie al probabile intervento di Mme de Lamballe presso Marie Antoinette, l’esilio finisce. Il duca d’Orléans si reca subito a Versailles per ringraziare il Re, quest’ultimo gli fa giurare di non immischiarsi più negli affari, promessa che non manterrà.

Nel gennaio 1789 il prezzo del pane rincara e il freddo attanaglia la capitale. Il duca d’Orléans fa distribuire più di mille libbre di pane agli indigenti della parrocchia di Saint-Eustache, anzi meglio, visto la situazione disperata fa sapere che rinuncia al diritto sul grano delle sue terre.

4 maggio 1789, Marie Antoinette sta avanzando nella processione in occasione dell’apertura degli Stati Generali; subito vengono lanciate grida di “ Viva il duca e la duchessa d’Orlèans!” e “D’Orléans per sempre!”. Il Duca è arrivato vestito nel suo abito stile “Enrico IV” , rappresenta la nobiltà di Crepy; frondista tenta di mettersi nelle ultime file del Terzo Stato, non lontano da Mirabeau, ma uno dei maestri di cerimonia gli fa notare che non è un posto adatto ad un principe del sangue, e quindi capitolò. Tra il fasto degli abiti dorati della Famiglia Reale e quelli neri del Terzo Stato si mise tra le file della nobiltà.

Il 3 luglio l’Assemblea gli propone la presidenza ma il duca rifiuta questo onore l’indomani. Il duca d’Orléans spera di essere nominato Luogotenente del Regno o assicurarsi una funzione di Reggenza. Compromesso a seguito del ruolo che ha avuto nelle giornate del 5-6 Ottobre 1789, Luigi XVI preferisce allontanarlo da Corte affidandogli una missione in Inghilterra evita così di essere interrogato durante il processo condotto dallo Chatelet per accertare le responsabilità di queste giornate rivoluzionarie. Il duca allora è all’apice della sua popolarità.

Ritornato in Francia nel 1790, alla vigilia della Festa della Federazione, decide di prendere le distanze con il dibattito politico, sebbene la pressione del suo entourage che auspica, dal 1789, un cambio di dinastia in suo favore. La sua popolarità è in ribasso e il suo appoggio all’Assemblea Costituente si fa più raro.
Dopo la fuga di Luigi XVI a Varennes la questione dell’abdicazione del Re e l’organizzazione di una Reggenza è all’ordine del giorno. Con grande spiacere di Laclos, il duca d’Orléans dichiara solennemente per iscritto, il 28 giugno 1791, che rinuncia assolutamente ad avere la Reggenza in Francia.

Nel 1792, si reca con i suoi figli all’Armata del Nord, ma dopo la diserzione di Dumouriez, riceve l’ordine di lasciarla. Nello stesso anno viene eletto alla Convenzione Nazionale per il dipartimento della Seine con il nome di Philippe Egalité. Sedette sempre coi Cordeliers, in mezzo alla Montagne.
Votò la morte di Luigi XVI e senza appello. Questa azione disgustò persino Robespierre che, secondo delle voci avrebbe detto di lui: “era il solo membro dell’Assemblea che avrebbe potuto rifiutarsi”.

Quando suo figlio maggiore, il duca de Chartres, seguì il generale Charles-François Dumouriez nella sua avventura personale, diventa sospetto agli occhi dei Montagnardi. Tutti i membri della famiglia dei Borboni fu allora arrestato il 7 aprile 1793. La misura si riferisce al duca d’Orlèans, i due figli il duca de Montpensier e il conte de Beaujolais e sua sorella Louise-Bathilde. La Convenzione decide di allontanare tutta la famiglia da Parigi e opera il loro trasferimento immediato al forte Saint-Jean a Marsiglia.
Accusato, Philippe Egalité è riportato a Parigi e inviato alla Concergerie il 2 novembre. E’ giudicato dal Tribunale Rivoluzionario di Herman il 6 novembre 1793. Non ci sono prove contro di lui, ma il solo sospetto è sufficiente. E’ condannato a morte e ghigliottinato il giorno stesso.

Edited by marquise de Créquy - 9/1/2015, 22:57
 
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view post Posted on 26/1/2014, 18:42     +1   -1
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Un atto della Comune di Parigi, ottenuto su richiesta dello stesso Louis-Philippe-Joseph, sentenzia il 15 settembre 1792 che:" [...] Louis-Philippe-Joseph e la sua posterità porteranno d'ora in avanti il nome di famiglia di Égalité [...]", facendo rinunicia pubblica e solenne, per sé stesso e i suoi discendenti, alla successione alla Corona di Francia, rinunciando al nome di Orléans e al titolo di principe.
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 28/7/2014, 17:12     +1   -1




Ho trovato un aneddoto che riguarda il duca d’Orléans:

“ Questo principe, dicono i giornalisti, passava su un ponte di pietra malconcio, seguito da uno dei suoi valletti che si chiamavano jockeys dal nome che avevano in Inghilterra. Il principe fu appena passato che il ponte crollò e il jockey cadde nel fiume. Il duca d’Orléans ritornò subito sui suoi passi, si getta generosamente nell’acqua, nuota a lungo, riesce a prendere il suo domestico per i capelli e lo riporta sano e salvo a terra. Là, il jockey si mette in ginocchio davanti il suo augusto liberatore, lo abbraccia, lo bagna con le sue lacrime e non trova alcuna espressione per descrivere la sua riconoscenza. Il principe lo rialza con bontà e con aria sorridente dli dice: “ La sola testimonianza di riconoscenza, amico mio, che ti domando, è di non, in avvenire, farti tagliare i capelli così corti; dato che ha visto che fatica che ho fatto per tirarti fuori da quest’impiccio”.

Il fatto viene riportato anche in una stampa la cui iscrizione dice: “Nel mese di nov. 1787, Mgr il Duca d’Orléans cacciava il cervo nei boschi di Villers-Coterets. Un ruscello copriva con le sue acque in piena l’arco di pietra che gli era servito da ponte. Il principe nella sua corsa, credendo di passare sull’arco stesso, si trova sul fianco del suo cavallo che si accascia e cade soffocato dall’acqua. L’augusto ed intrepido cavaliere sbarazzatosi delle staffe non senza fatica, raggiunge la riva vicina, nuotando sotto l’arco stesso. Il suo jockey allarmato alla vista del suo padrone in pericolo e fuori di sé nel momento in cui non lo vede più, si precipita con il suo cavallo verso il luogo dove è sparito sotto i flutti. Questo servitore fedele stava per perire, non sapendo nuotare, ma il principe che aveva raggiunto la terra, testimone dello zelo imprudente del suo jockey, si getta di nuovo attraverso il torrente, sebbene ferito nella sua prima caduta, riesce ad afferrarlo per i suoi abiti e lo riporta sulla riva.”
 
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