La Cour Royale

Jeanne Bécu de Vaubernier, contessa du Barry

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marquise de Créquy
view post Posted on 27/1/2013, 18:45     +1   -1




La storia della nascita dell’ultima favorita di Luigi XV rimane avvolta nel mistero. Un rosticciere parigino chiamato Jean Bécu, nato sotto Luigi XIII, ebbe un figlio, tale Fabien che era conosciuto nella capitale come uno dei più bei uomini in circolazione. Il suo bell’aspetto gli fece guadagnare il favore di una nobile: Séverine de Cantingny, contessa di Montdidier. Nonostante la disparità di rango ella, che era vedova, lo sposò. Fabien Bécu dopo essere stato commerciante di vini, divenne cuoco di Isabelle de Ludres, favorita (una delle tante) di Luigi XIV allora esiliata in Lorena, al castello di Vancouleurs. Il 22 dicembre 1693 sposa in seconde nozze Jeanne Husson, cameriera di Mme de Ludres. Dall’unione nacquero sette figli tra cui Anne Bécu, nata il 16 aprile 1713 a Vancouleurs. Tra le probabili ipotesi sull’identità del padre di Jeanne Bécu, futura Mme du Barry, la più fondata è quella che designa Jean-Baptiste Gomard de Vaubernier, in religione “Frère Ange”. Pare fosse un frate più o meno spretato del convento dei francescani chiamati “les Picpus” dove Anne Bécu, sarta, si recava regolarmente per il suo lavoro.

Jeanne Bécu nasce il 19 agosto 1743 e un’altra nascita illegittima seguirà il 14 febbraio 1747: Claude Bécu, morirà molto giovane. La reputazione di Anne fu compromessa, fu così che incontrò al momento giusto Claude Roch Billard-Dumonceau, un ricco finanziere che la sua carica chiamava spesso in Lorena. Sedotto dalla bellezza della giovane, Billard –Dumonceau si istituì suo protettore e la portò con lui a Parigi e le procurò l’impiego di cuoca. Il 18 luglio 1749 Anne Bécu sposa, nella chiesa di Saint-Eustache, Nicolas Rançon, un domestico al quale Billard-Dumounceau fa ottenere un incarico di Garde-magasin in Corsica.

In questo periodo la piccola Jeanne fu messa in pensione a Saint-Aure, un convento parigino nella Rue Neuve-Sainte-Geneviève. Vi restò 9 anni dove soffrì una dura educazione ma apprese la scrittura e l’ortografia, la lettura, il calcolo, la musica, il disegno, la danza, il ricamo, la storia ed anche la religione.
Nel 1759, dopo aver passato 5 mesi da un parrucchiere chiamato Lametz (che mancò di sposare ma di cui sperperò la fortuna), entrò al servizio della vedova di un “Fermier génèral”, Elisabeth de Delay de Lagarde (Nata Roussel), ritirata nel suo castello di La Courneuve. La bella Jeanne fa subito breccia nel cuore dei figli di Mme de Lagarde, che si vede costretta allontanarla.

Nel 1761, diventa venditrice in un negozio di moda situato in Rue Neuve-de – Petits- Champs, “A la Toilette”. Questo negozio apparteneva a Claude Edmé Labille, padre della futura ritrattista Adélaïde Labille-Guiard. Sembra appurato che, come la madre, Jeanne abbia avuto una giovinezza delle più leggere. Di abbagliante bellezza, la giovane si fece subito notare. Fu ricevuta in parecchi salotti parigini dove Jean-Baptiste Du Barry, detto il “Roué”, fece la sua conoscenza. Quest’uomo di Tolosa era rinomato per la sua depravazione e l’assenza più totale di scrupoli. Jeanne divenne la sua amante nel momento in cui compì 19 anni. Qualche anno più tardi Jean-Baptiste si vantò della sua conquista con il maresciallo de Richelieu, che pianificò di farla presentare a Luigi XV.

L’incontro si fece discretamente, nella primavera 1768, attraverso Dominique Lebel, primo valletto di camera del Re. Richelieu immaginò di contrapporre la bella Jeanne alla duchessa di Grammont, che il fratello, il duca di Choiseul, voleva mettere accanto al Re come favorita. Luigi XV fu incantato subito dalla bella Jeanne il cui fascino e i suoi talenti nei giochi dell’amore gli avevano ridato una nuova giovinezza. Choiseul ne fu piccato e se la prese subito con la nuova favorita. Luigi XV volle ufficializzare la sua amante come favorita ma la cosa non poteva concludersi senza una presentazione ufficiale attraverso una persona che ne avesse le entrate, e senza che la persona presentata fosse sposata. Jean Du Barry “le Roué” nella persona di Ursule Dalmas de Vernongrèse (che finì i suoi giorni in convento); così si pensò di far sposare Jeanne al fratello minore, il conte Guillaume Du Barry, che fu immediatamente rinviato nella Linguadoca con 5,000 livres di ricompensa. Come madrina si ricorse alla Contessa de Béarn, molto vecchia e molto indebitata, la quale accettò in cambio del pagamento dei debiti. Sposata e provvista di un cognome migliore di Bécu, Jeanne fu presentata a Corte il 22 aprile 1769.

A differenza di Mme de Pompadour, Jeanne non si interessava affatto agli affari e non cercava d’avere un ruolo politico, cosa di cui fu molto grato Luigi XV. Nonostante gli intrighi della duchessa di Grammont e fratello, Jeanne si sforzò di essere gradevole a tutti. Fu così che Choiseul ,il suo partito e Mesdames influenzarono da subito le idee della giovane Delfina Marie-Antoinette . La giovane arciduchessa Austriaca trattò con disprezzo la favorita e le rifiutò anche di indirizzarle la parola cosa che infastidì e offese il Re, che, a seguito di diversi intrighi, esiliò Choiseul e mise al suo posto il duca di Aiguillon, anima nera della contessa. Compagna reale consacrata, Mme du Barry, organizzò il matrimonio del Conte di Provenza nel 1771.

Il 1 gennaio 1772 Mme du Barry ebbe, alla fine, la meglio sulla Delfina, che, obbligata dalla madre e dall’ambasciatore di quest’ultima, fu costretta a rivolgerle la parola. Mme Du Barry ormai faceva il bello e brutto tempo a Versailles.

Alla fine di aprile 1774 cominciarono i giorni bui per la favorita. Dopo giorni di agonia, il 10 maggio 1774, morì Luigi XV. Il suo successore, Luigi XVI, fece emettere una “lettre de Cachet” contro Mme du Barry. Il duca de La Vrillière, la fece condurre nella notte al convento di Pont-Aux-Dames. Nel giro di un anno, nell’aprile 1775, la contessa du Barry venne liberata. Acquistò una proprietà a Saint-vrain, dove si sentiva troppo isolata.

Nell’ottobre 1776, il conte di Maurepas ottenne dal re che lei tornasse al castello di Louvenciennes, di cui Luigi XV le aveva ceduto l’usufrutto nel 1769 e che le piaceva molto. A Louvenciennes visse una vita piacevole e felice, segnata dalla sua lunga relazione con Louis-Hercule-Timoléeon de Cossé-Brissac. Nella sua villa Mme du Barry ricevette Mme Vigée Le Brun di cui ci ha lasciato tre superbi ritratti. Nel 1777, l’Imperatore d’Austria, Giuseppe II, di passaggio in incognito in Francia, ha voluto andare a visitare il padiglione di Louvenciennes e vi trova la padrona, con cui passeggia e chiacchiera durante la visita. Si racconta che la favorita voleva cedergli il passo, al che l’Imperatore l’avrebbe invitata a passargli davanti dicendole: “Passate, madame, la bellezza è sempre regina…

Alla vigilia della Rivoluzione, la contessa du Barry offrì generosamente i suoi servizi alla Corte. All’ora del pericolo, quando molti cortigiani fuggirono all’estero non cessò di sostenere dall’interno la contro-rivoluzione nascente. Nella notte tra il 10 e 11 gennaio 1791, la sua dimora di Louvenciennes fu svaligiata . Le furono rubati gioielli per un valore stimato attualmente 60,000,000 di euro. Furono ritrovati un mese più tardi a Londra dove fece quattro soggiorni per tentare, in vano, di recuperarli. Infatti si trovavano in mano alla spia Nathaniel Parker-Forth, che li conservò fino alla loro vendita da Christie a suo profitto, qualche anno dopo la morte della contessa.

Nel settembre 1792 Brissac assassinato dalla folla inferocita mentre viene trasportato a Versailles. Durante queste ore sanguinose, Mme du Barry, informata dell’imminente arrivo a Versailles del suo amante, attende nel suo salotto di Louvenciennes. Manda dei domestici per avere sue notizie. Quando scende la sera sale un tumulto, una banda di ubriachi che porta delle torce circonda le mura del parco finché non riesce a penetrare. Ad un tratto Mme du Barry vede in cima ad una picca la testa del suo amante. Qualche istante più tardi la stessa testa verrà lanciata nella stanza della contessa e rotola ai suoi piedi. Mme du Barry dovette seppellire personalmente la testa del suo caro Hercule-Timoléon, ottavo duca di Brissac.

Dopo l’esecuzione di Luigi XVI, alla vigilia della dichiarazione di guerra con la Gran Bretagna, Mme du Barry ritornò improvvisamente in Francia per evitare i sigilli sulla sua proprietà di Louvenciennes. Mme du Barry fu denunciata per aver aiutato degli emigrati nell’ultimo soggiorno in Inghilterra. La denuncia partì da George Greive che si era prefisso la sua perdita e aveva raccolto le sue carte, specialmente la sua corrispondenza con Brissac, che dava preziose indicazioni sugli sforzi dei realisti dall’interno per salvare la monarchia.
Malgrado una petizione firmata in suo favore da 59 abitanti di Louvenciennes, Mme du Barry diventa sospetta e viene dichiarata nemica della Rivoluzione, fu imprigionata a Sainte-Pélagie il 22 settembre 1793. Il suo processo si aprì il 6 dicembre dello stesso anno davanti il Tribunale Rivoluzionario. L’indomani il presidente Fouquier-Tinville la condanna alla ghigliottina.

L’esecuzione ebbe luogo nell’attuale Place de la Concorde l’8 dicembre 1793. All’ultimo momento, Mme du Barry fece l’elenco di tutti i suoi beni sperando di aver salva la vita, come le autorità le avevano fatto credere. Si afferma che il coraggio l’abbandonò, si divincolò, pianse e implorò…Le sue ultime parole si dice siano state: “ Ancora un momento, Signor boia”

Edited by marquise de Créquy - 12/12/2014, 23:47
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 29/1/2013, 21:06     +1   -1




Madame Du Barry occupa dal 1770 al 1774 l'appartamento sopra gli Appartamenti privati del Re:

 
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marquise de Créquy
view post Posted on 21/4/2013, 16:44     +1   -1




Madame_Dubarry1
Ho trovato sulla "Correspondance Sécrète" di Lescure che Mme du Barry fu interrogata nel dicembre 1785 per il processo sul famoso "Affare della Collana" in cui fu coinvolto il Cardinale Louis de Rohan. Il suo interrogatorio fu divertente a detti di alcuni eccone un esempio:

" Quando le si è chiesto il suo nome, ha risposto:

" Il mio nome non ha nulla a che fare con l'affare; del resto non potete averlo dimenticato, sono conosciuta da molto tempo"
" la vostra età?"
" in verità, signori, la domanda non è molto gentile, non si è mai domandato l'età ad una bella donna"
"Ebbene, se madame rifiuta di dirla, che si metta cinquant'anni"
"Perché non sessanta? Ciò renderebbe l'interrogatorio di fatto interessante"
 
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view post Posted on 21/4/2013, 18:16     +1   -1
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e dopo vuoi che non la ghigliottinino? povera stella...
 
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