La Cour Royale

Maria Giuseppa di Sassonia, Delfina di Francia

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view post Posted on 19/5/2013, 16:34     +1   -1
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La Corona di Francia si trasmette per primogenitura in linea maschile, succede al trono il parente maschio più prossimo al defunto re, indipendentemente da quanto lontano possa essere il grado di parentela. Dopo la rovinosa Guerra di successione spagnola, la Cospirazione di Cellamare, e altri fatti accaduto negli anni precedenti fino a rimontare alla difficile accessione al trono da parte di Enrico IV, era evidente che fosse necessario e auspicabile che il Delfino Luigi, figlio di Luigi XV, si risposasse e regalasse alla Francia almeno un erede per il trono. Vedovo inconsolabile dell’amatissima Maria Teresa Raffaella, aveva avuto da questa solo una figlia morta il giorno dopo la nascita; dopo un periodo appena decente di vedovanza (sei mesi e mezzo circa) si sposerà di nuovo con una principessa tedesca.

Il 4 novembre del 1711 nasce a Dresda la principessa Maria Josepha Karolina Eleonore Franziska Xaveria von Sachsen, dama della Croce Stellata; è figlia di Sua Maestà Ortodossa Friederich August III, per grazia di Dio re di Polonia, Granduca di Lituania, etc., elettore del Sacro Romano Impero e duca di Sassonia, etc., e di Sua Altezza Reale Maria Josepha, principessa reale di Ungheria e Boemia, Arciduchessa d’Austria: il padre è quell’Augusto III di Sassonia che ha cacciato a calcioni dal trono di Polonia Stanislao Leszczyńsky, il padre della Regina di Francia Maria Leszczyńska. La madre è figlia dell’imperatore Giuseppe I, che fu esclusa dalla successione d’Austria con la Prammatica Sanzione promulgata dal fratello di questi, l’imperatore Carlo VI, che portò all’ascesa al trono di sua figlia l’arciduchessa Maria Teresa a discapito delle figlie dell’ultimo imperatore regnate.
Augusto III era a capo di una famiglia numerosa, ebbe quindici figli dalla moglie, e diversi ebbero delle carriere fortunate: Maria Amalia sposerà Carlo III di Borbone (fratello maggiore di Maria Teresa Raffaella, Delfina di Francia), Maria Anna sarà moglie di Massimiliano III di Baviera, Clemente Venceslao sarà arcivescovo di Treviri, Cristina badessa di Remiremont, Cunegonda badessa di Thorn e Essen, ma soprattutto Maria Giuseppa andrà in sposa a Luigi Ferdinando, Delfino di Francia.

Alla morte di Maria Teresa Raffaella, lo scacchiere europeo fece avanzare diverse principesse come possibile nuova Delfina, ma fu ancora una volta una favorita ad avere la meglio, come accadde nella scelta di una piccola principessa polacca come Regina di Francia: la marchesa de Pompadour sostenne presso Luigi XV la candidatura della nipote di un suo amico, il Maresciallo Maurizio di Sassonia, figlio illegittimo di Augusto II di Polonia, quindi zio di Maria Giuseppa. Poco poteva essere rifiutato al vincitore della battaglia di Fontenoy, a uno dei più grandi geni militari dell’epoca, soprattutto se spalleggiato da una persona onnipotente: la favorita del Re. L’unione tra le due casate di Francia e Sassonia, opposte durante la guerra di successione austriaca, aveva anche un’utilità diplomatica. Certo, avrebbe anche urtato sensibilmente la Regina Maria e suo padre, ma pazienza: non era la prima volta che Maria Leszczyńska si trovava ad essere scarsamente considerata.
Il matrimonio ebbe luogo per procura il 10 gennaio 1747 al castello di Dresda, e di persona nella cappella reale del castello di Versailles il 9 febbraio.

La nuova Delfina si trovò catapultata in mezzo ad una famiglia infelice, agitata da molte tensioni: il Re era un bell’uomo, dal carattere timido e difficile, dedito alle grazie femminili anche oltre il limite consentito a un sovrano, e per giunta aveva appena installato a Corte una borghese come favorita reale; la Regina aveva chiuso la porta della sua camera al marito da dieci anni, a quarantacinque anni probabilmente si avviava verso la menopausa, era dedita alla preghiera e alle opere pie, e ricordava bene come il nonno prima, e il padre poi di questa nuova nuora fossero costati il trono a suo padre, e costretto lei e la famiglia a delle fughe picaresche. Le figlie del Re, le Mesdames, assecondavano la mamma nel mostrare apertamente risentimento per la condotta donnaiola del padre, e soprattutto idolatravano il fratello che, vedovo diciassettenne esulcerato, non nascondeva la propria disapprovazione al padre e col quale s’intendeva a malapena. Appare incredibile, ma questa ragazza di poco più di quindici anni riuscirà ad addolcire i rapporti della famiglia fin da subito.

La tradizione voleva che la Delfina indossasse un braccialetto tre giorni dopo le nozze, decorato con il ritratto di suo padre. Come evitare di ferire la Regina, mostrando un ritratto di Augusto III? Indossandone uno col ritratto di Stanislao Leszczyńsky, che grazie al matrimonio era diventato nonno di Maria Giuseppa. La Regina ne fu incantata, e la Corte anche; questo fu solo l’inizio degli sforzi di tatto che le furono necessari. Il Re arriverà ad amare molto la nuora, col tempo, e la soprannominerà affettuosamente la triste Pepa. Il marito, vedovo da pochi mesi di una donna che aveva davvero amato, la trattava freddamente. Fu solo con pazienza, dolcezza e serenità (e anche con l’aiuto della cognata Madame Henriette) che Maria Giuseppa riuscì a conquistare Luigi Ferdinando, arrivando a diventare una delle coppie più solide della storia, pari forse a quelle formata nel secolo precedente da Federico V di Baviera ed Elisabetta Stuart, detti i Re d’Inverno. La morte in giovane età di Madame Henriette, il 10 febbraio 1752, fu per la cognata una grande sofferenza.

La Delfina avrà diversi aborti, uno il 23 marzo 1748, uno il 30 gennaio 1749, e uno il 10 maggio dello stesso anno; sarà solo nel 1750 che verrà alla luce il primo figlio vitale: Maria Zefirina, nascita che deluse le attese di un erede maschio da parte del Re e della Corte. La piccola morirà a cinque anni, senza dare luogo a particolari rimpianti. Maria Giuseppa ebbe anche un altro aborto, tra l’8 e il 9 marzo 1752; nonostante tutto la coppia ebbe numerosi altri figli:


  • Louis Joseph Xavier, titolato Duca di Borgogna, nato a Versailles il 13 settembre 1751, dove morì il 22 marzo 1761;

  • Xavier Marie Joseph, titolato Duca d’Aquitania, nato a Versailles l’8 settembre 1753, mortovi il 22 febbraio 1754;

  • Louis Auguste, titolato Duca de Berry, nato a Versailles il 23 agosto 1754, consacrato Re di Francia a Reims l’11 giugno 1775, e morto ghigliottinato a Parigi il 21 gennaio 1793;

  • Louis Stanislas Xavier, titolato Conte di Provenza, nato a Versailles il 17 novembre 1755, divenuto Re di Francia in pectore alla morte del fratello Luigi XVI, prende possesso dei suoi Stati il 13 marzo 1814 alla caduta di Napoleone, morto il 16 settembre 1824 a Parigi, al palazzo delle Tuileries;

  • Charles Philippe, titolato Conte d’Artois, nato a Versailles il 9 ottobre 1757, consacrato Re di Francia a Reims il 29 maggio 1825, morto in esilio a Gorizia il 6 novembre 1836;

  • Marie Adélaïde Clotilde Xavière, nata a Versailles il 23 settembre 1759, sposa nel 1775 il Principe di Piemonte, poi Carlo Emanuele IV di Savoia, morta a Napoli il 7 marzo 1802;

  • Élisabeth Philippine Marie Hélène, nata a Versailles il 3 maggio 1764, morta ghigliottinata il 10 maggio 1794.


Il piccolo Duca di Borgogna era un bimbo molto precoce, e il fatto che i genitori lo preferissero apertamente agli altri figli influì molto sulla personalità del fratello minore, il futuro Luigi XVI; la sua morte dovuta alle conseguenze di una malattia che gli fece perdere l’uso delle gambe, probabilmente un tumore, la mise a dura prova, e fu solo grazie alla sua pietà che Maria Giuseppa la superò. Non fu però sul futuro Luigi XVI che i genitori spostarono le loro attenzioni alla morte di Borgogna, ma sul cadetto Conte di Provenza, futuro Luigi XVIII.

Profondamente religiosa, Maria Giuseppa era in forte sintonia con la visione marito contraria alla politica di Luigi XV, fomentata dalle continue proteste parlamentari, così come dell’impronta che la chiesa in Francia aveva; il suo confessore, Aymar de Nicolaï vescovo di Verdun, era vicino al partito dei devoti, così come il Delfino. Entrambi gli sposi vedevano i parlamenti come una casta di privilegiati volta a proteggere i propri interessi, e non quelli del popolo; per loro l’espulsione dei Gesuiti fu un brutto colpo.

Fu poco dopo, nel 1765, che il Delfino si ammalò di tubercolosi e morì il 20 dicembre. Curò lei stessa il marito fino alla fine, ma fu contagiata dalla malattia che la uccise il 13 marzo del 1767. La morte di Luigi Ferdinando fu solo l’ennesimo e più forte dei dolori che costellarono la vita di Maria Giuseppa a Versailles: dall’invasione della Sassonia nel 1757 da parte della Prussia che fu causa della morte per dolore della madre della Delfina, all’espulsione dei gesuiti, all’iniziale biasimo della Corte per non aver dato prontamente un erede alla Corona, alla morte dello zio Maurizio di Sassonia, seguita da quella di Madame Henriette, da quella della primogenita Maria Zefirina, alla morte di Madame Élisabeth, Duchessa di Parma e gemella di Madame Henriette, a quella del piccolo Duca di Borgogna, seguita da quelle di Augusto III e di Isabella di Parma, figlia di Madame Élisabeth, e da quella di m.me de Pompadour l’anno seguente.

La triste Pepa si spense lasciando i figli orfani di entrambi i genitori alle cure dei loro governanti e sottogovernanti, oltre che della loro zia Madame Adélaïde.



Edited by Liselotte von der Pfalz - 16/11/2014, 23:29
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 16/6/2013, 14:42     +1   -1




Il Delfino, come detto nel post precedente, fu vedovo inconsolabile dopo la morte della prima moglie e apparve molto emozionato al momento della “Mise au lit”. Nella stessa camera dove si trovava, due anni prima, la stessa folla di principi e principesse, ambasciatori si era riunita per il “coucher” di un’altra Delfina; non gli riuscì di impedire alle lacrime di bagnargli il viso. Ecco la lettera del conte Loss, ambasciatore di Sassonia in Francia, al conte Bruhle, primo ministro di Augusto III:

11 febbraio 1747
Monsignore,

A seguito di quello che ho avuto l’onore di mandare ieri a Vostra Eccellenza attraverso un corriere francese, preparo i nostri dispacci per far partire senza ulteriori ritardi di corriere del gabinetto Pennasch con la notizia interessante della felice consumazione del matrimonio di Mme la Delfina con il suo augusto sposo, e non esito a riportare a Vostra Eccellenza tutti i piccoli particolari che sono pervenuti a mia conoscenza, al fine che ella possa rendere un racconto esatto alle Loro Maestà, che le ho per la maggior parte dalla bocca del Re Molto Cristiano che mi fece l’onore di informarmi ieri alla sera, nel Grand Appartement.
Tutta la notte tra il 9 e il 10 fino alle due del mattino era passata in vani sforzi da parte di Monsignor il Delfino. Dopo due ore di sonno che colpì i nostri due serenissimi sposi, questi sforzi furono rinnovati con più vigore, ma ancora inutilmente; di modo che ci si alzò senza che Monsignor il Delfino ebbe potuto terminare l’opera in questione. Me ne sono accorto subito facendo la corte a Monsignor il Delfino al suo “lever”, che aveva gli occhi estremamente surriscaldati, l’aria faticata, era molto meno felice e straordinariamente sognante; sebbene non rimarcassi nulla sul viso di Madame la Delfina, se non un po’ debole a causa del mancato sonno. Le mie congetture furono confermate da Mme Dufour, sua prima camerista, alla quale aveva fatto la confidenza della sua avventura.

Monsignor il Delfino, da parte sua, ben deciso di non lasciar passare la giornata senza venir a capo della sua impresa, spogliò lui stesso la sua serenissima sposa, appena che ebbero pranzato insieme, e finì su un canapé quello che non aveva potuto effettuare la notte. Mme Dufour fu chiamata in soccorso per far cambiare la camicia alla novella sposa. Monsignor il Delfino fu di una costanza che sorpassa tutto quello che si sarebbe immaginato e designò, immediatamente dopo questa spedizione, la sua augusta sposa col nome di cara moglie. La notizia fu portata all’istante al Re Cristianissimo che fu molto felice. La nostra nuova Delfina si è lamentata un po’ con la sua camerista del troppo ardore di Monsignor il Delfino, si vestì e apparve alla sera al “Grand Appartement” con le sue grazie ordinarie che hanno già attirato tutti i cuori della nazione. Ho saputo che Monsignor il Delfino, alzandosi, si era lamentato il mattino a dei suoi confidenti, raccontando loro il suo disastro che aveva trovato nella novella sposa la stessa difficoltà che nella prima moglie, il cammino era troppo stretto per aprirsi un varco, e che sembrava molto preoccupato di questa difficoltà, apprendendo che non sarebbe successo la stessa cosa della defunta che non era riuscito a portare a termine l’impresa se non dopo il ritorno dalla prima campagna che fece il Re Cristianissimo. Fortunatamente tutti i suoi timori sono svaniti.”
 
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