La Cour Royale

Maria Teresa di Savoia, Contessa d'Artois

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marquise de Créquy
view post Posted on 16/7/2013, 23:57     +1   -1




Maria Teresa di Savoia nasce il 31 gennaio 1756, nel Palazzo Reale di Torino. I genitori erano Vittorio-Amedeo III (1726-1796), duca di Savoia e Re di Sardegna e dell’Infanta Maria-Antonietta di Spagna (1729-1785). Nel 1771, sua sorella maggiore, Maria-Giuseppina di Savoia, sposa Louis-Stanislas di Francia, Conte di Provenza, nipote di Luigi XV e fratello del Delfino Louis-Auguste. E’ proprio la Contessa di Provenza a lanciarsi per auspicare un matrimonio del Conte d’Artois, fratello minore del futuro Luigi XVI con una delle due sorelle. La corte esita tra le due sorelle minori della Contessa di Provenza. Il fatto è che le due sorelle sono tutte e due quasi nane; una vale l’altra e si decide che sia la più alta tra le due ad essere favorita. L’ambasciatore riporta le misure esatte delle due principesse, si manda alla corte sabauda un sarto e un parrucchiere che il Re interroga con insistenza al loro ritorno. La scelta sembra cadere sulla più giovane Maria Anna ma la Contessa di Provenza non nasconde la sua preferenza per Maria Teresa: “Sarei abbastanza infastidita se si scegliesse la cadetta invece della maggiore dato che amo molto la povera Teresa come sapete.”

La scelta cade infine su Maria Teresa.

La Contessa di Provenza si dà anima e corpo affinché l’arrivo in Francia di sua sorella sia un successo. Spedisce a Torino, pittore, parrucchiere, sarto e dentista. Il pittore si chiama Schmidt. La sua missione è delicata dato che il ritratto di Maria Teresa, verosimilmente somigliante, deve dare un’ idea lusinghiera della modella. Ci riesce. Il Conte d’Artois guardando l’immagine della sua futura sposa “arrossisce come un giovane gallo”: “cenava da me – racconta la cognata – e ha fatto appendere il ritratto della sua fidanzata di fronte a lui, al fine di cenare con lei. E’ una piccola bambinata, ma che mi ha fatto molto piacere”. Il ritratto rimane esposto nella camera di Joséphine e tutta la famiglia va ad ammirarlo. Il conte d’Artois non lascia più l’appartamento e dato che è giovane, turbolento, dispettoso, alla lunga stanca: “E’ partito, Dio ti ringrazio – esclama Joséphine, dopo aver fatto un baccano infernale fino a rendermi sorda. Si è inventato di gettare la mia scatola da ricamo per terra, di mettere l’oro e la seta tutti assieme e di spargere tutto ciò nel mio cabinet. Ero quasi in collera, ma ha riso di buon cuore il che fece ridere pure me

Pure Luigi XV indispettisce sua nipote acquisita fingendo di credere che il ritratto di Maria-Teresa non le assomigli, al fine di dare occasione a Joséphine di protestare, seccandosi un po’ , il che incanta il Re: “ Non ci si è mai divertiti come in quest’anno – scrive la contessa di Provenza ai suoi parenti – facciamo dei viaggi in incognito a Parigi. Abbiamo cene, balli, della musica, degli spettacoli tanto da Madame la Delfina e pure da tanti altri. Gli attori di Parigi vi recitano. Ma non è a teatro ma nelle nostre camere, dato che ci sono solo persone della nostra società…Gli attori sono il Conte d’Artois, il conte di Provenza, Madame Clotilde, Madame Elisabeth. Per quanto mi riguarda io mi accontento a guardare. Non mi arrabbio se recito male. Credo che me la caverei molto male…Del resto ne ho abbastanza. Trovo che sia troppo e sono felice d’essere qualche volta sola nel mio cabinet. Il conte d’Artois mi ha appena fatto dire che vuole venirmi a trovare. Gli ho risposto di no. Non se ne è proprio dato pena e ecco che entra con tutto il fracasso immaginabile e in un grazioso costume, viene in abito d’opera con un elmo, una lancia, uno scudo. Sta molto bene, Teresa sarà contenta…

Fu sotto questi buoni auspici che la contessa d’Artois arrivò in Francia. Ella piacque. La si trovò meglio del suo ritratto, nonostante il suo gran naso. Parlava poco, essendo timida, distratta e stolta. Al Pont-de- Beauvoisin, quando fu consegnata dalla sua scorta nelle mani degli inviati del Re di Francia, in una casa dichiarata neutra per le circostanze, la giovane sposa mancò gravemente di contegno, almeno a detta di sua madre: “ ho saputo – scrive la Regina di Sardegna a sua figlia primogenita – che dopo la consegna, quando la si è svestita e dove c’era tutta la gente, si è messa le scarpe e ha messo le sue giarrettiere come se non ci fosse nessuno. E’ così stolta che non ha pensato a ciò…vi raccomando pure la modestia del suo abbigliamento. Non pretendo che faccia la singolare e si vesta diversamente dalle altre, ma c’è un limite, e tutto il troppo è troppo…penso alla vostra felicità temporale, ma quella eterna mi è più a cuore…”

E’ alla Croix-Saint-Hérem che la corte accoglie la giovane contessa d’Artois il 14 novembre 1773. Luigi XV scrive a suo nipote, l’Infante di Parma: “ E’ bella, un po’ piccola, una bella pelle, come pure il petto, il naso molto lungo…” Lo sposo è contento della moglie e, a differenza dei fratelli, consuma il matrimonio la sera stessa del giorno di nozze.


Dal matrimonio con il conte d’Artois si ebbero:

- Louis-Antoine d’Artois (1775-1844) duca d’Angoulême; sposa nel 1799 sua cugina Marie-Thérèse Charlotte di Francia, figlia dei defunti Luigi XVI e Maria Antonietta.

- Sophie d’Artois (1776-1783) “Mademoiselle d’Angoulême”

- Charles-Ferdinand d’Artois (1778-1820) Duca de Berry; sposa Carolina di Napoli e di Sicilia

- Marie-Thérèse d’Artois (1783)

Maria Giuseppina la inizia ai diversi labirinti dell’etichetta. La contessa che non brilla per il suo spirito conduce a Corte una vita appartata. Della famiglia Reale è quella che non fa parlare di sé anche se nel 1783 avviene una cosa misteriosa, ancor oggi da risolvere.
Abbandonata dal marito a cui ha dato già quattro figli, la principessa sembra non aver perso l’appetito per i piaceri della vita e, alla fine del 1783, si ritrova incinta, sembra, di una delle sue guardie del corpo. Bombelles nel suo diario, in data 16 novembre 1783, riferisce che la famiglia reale sembra scombussolata da un’agitazione misteriosa. La contessa di Provenza si mostra in pubblico con gli occhi arrossati dalle lacrime, Maria Antonietta accorda un’udienza privata al conte di Provenza, divieto invece per la giovane e virginale Madame Elisabeth di recarsi in visita dalla Contessa d’Artois. Il segreto non trapela tra la famiglia reale e non si farà mai luce sulla vicenda.

Ci vorrà una Rivoluzione per cambiare la triste vita della Contessa d’Artois. Due giorni dopo “la Presa della Bastiglia”, il conte d’Artois emigra. La contessa d’Artois nicchia a seguire un marito che la considera meno di nulla, nonostante lui sia andato a stabilirsi da suo padre a Torino. Sarà solo dopo tre mesi che Maria Teresa si decide a lasciare la Francia.

Nel 1791 la sorella Maria-Giuseppina la raggiunge a Torino. Mentre la vita in seno la famiglia logora la Contessa di Provenza che non può vivere la sua relazione con Mme de Gourbillon, la contessa d’Artois vive nella semplicità che la contraddistingue. Le notizie dalla Francia si susseguono nefaste, prima la morte di Luigi XVI e poi quella della moglie Maria Antonietta.

Nel 1796 l’esercito francese bussa alle porte di Mondovì e la contessa d’Artois con la sorella si rifugiano subito a Novara, a cento chilometri dalla capitale. Due giorni dopo, nonostante un armistizio venga firmato, il Re di Sardegna le invita a riparare in Svizzera per la loro incolumità. Ma le due sorelle quattro giorni dopo vogliono rientrare alla Corte di Torino. Il padre è disposto a riaccoglierle ma loro dovrebbero disfarsi della gente del seguito che trova indesiderata in special modo Mme de Gourbillon per la Contessa di Provenza e il Conte di Vintimille per la Contessa d’Artois. Maria Teresa sempre dolce e timorata ottempera, la sorella non ci pensa nemmeno ritornare a Torino senza la sua favorita.
Il destino della Contessa d’Artois sembra quella di essere dimenticata. Il conte di Provenza, ormai Re di Francia, organizza il matrimonio della nipote Marie-Thérèse-Charlotte con il nipote duca d’Angouleme e per dare un aspetto di solennità all’evento invita sua moglie a raggiungerlo a Mittau. E se il conte d’Artois, installato a Londra, è troppo lontano per raggiungere il clan, si omette di invitare la madre dello sposo, la sventurata contessa d’Artois vegeta in qualche parte d’Europa. Nessuno si preoccupa di questa creatura che, dall’altro del suo metro e trenta al quale l’ha ridotta la decadenza di una natura ostile, paga così, senza dubbio , una passione troppo viva per le guardie del corpo. Sempre buona, la sfortunata principessa dispone comunque di un’economia sufficiente per inviare alla futura nuora un necessaire di viaggio in vermeil.


Dimenticata dal marito, trascurata dai figli, rattrappita dai dolori la contessa d’Artois viveva in quasi povertà a Graz con il tabacco come solo piacere. Da tre mesi sentiva arrivare la morte, Maria Teresa di Savoia si spegne il 2 giugno 1805, dopo aver ricevuto i sacramenti, e con quella discrezione che non le è mai venuta a mancare. La sua morte non importuna nessuno. La salma viene interrata al Mausoleo di Graz, vicino alla Cattedrale.

La sorella, Maria Giuseppina, riceve la notizia tre settimana dopo mentre è a tavola: “ L’agonia è cominciata a mezzanotte. Ha conservato la sua testa fino al momento in cui è spirata”, annuncia dalle informazioni ricevute e poi aggiunge che la sua povera sorella “aveva fatto testamento a favore del Re di Spagna”.

La docile Maria Teresa resta per gli storici un enigma da risolvere, quel poco che si sa si fonda sulle critiche mosse dalla società petulante della Corte di Versailles.

Edited by marquise de Créquy - 16/11/2014, 14:00
 
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