La Cour Royale

La Maschera di Ferro

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marquise de Créquy
view post Posted on 26/5/2013, 22:37     +1   -1




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Nella storia francese esiste un capitolo che desta ancora un certo interesse e che ancor oggi, restando avvolto nel mistero, è fonte di congetture diverse: la Maschera di ferro.

Negli ultimi secoli grazie a laboriose ricerche e investigazioni è risultato che:

- è realmente esistito alla Bastiglia dal 16 settembre 1698 al 19 novembre 1703 un prigioniero costretto a portare una maschera, il cui viso, nome e identità erano sconosciuti a tutti, fatta eccezione per il governatore e i suoi agenti, che dovevano tenerne il rigoroso segreto;
- Che vi sono stati, nella stessa epoca, molti altri prigionieri misteriosi detenuti nelle prigioni di Stato e che sono stati ignorati dalla maggior parte degli autori che si sono occupati della Maschera di Ferro.
-Che i personaggi designati con questo ultimo titolo, non avevano, in linea di principio destato l’attenzione dei contemporanei; e che hanno dato più tardi a numerose supposizioni.

Le citazioni riguardo il prigioniero prezioso si trovano spesso nella corrispondenza che si è conservata, e nei dispacci ufficiali la cui autorità è incontenstabile:

il 13 agosto 1691, M. de Barbezieux, figlio e successore di M. il marchese di Louvois, scriveva a M. de Saint-Mars: “ Quando avete qualche cosa da farmi sapere a proposito del prigioniero che è sotto la vostra protezione da vent’anni, vi prego di usare le stesse precauzioni delle quali facevate uso come con M. de Louvois”. Sei anni dopo, M. de Barbezieux scrive, il 17 novembre 1697: “Continuate a vegliare sulla sicurezza dei vostri prigionieri senza spiegare a chicchessia cosa ha fatto il vostro vecchio prigioniero”. Il 19 luglio 1698, quando M. de Saint-Mars è chiamato alla carica di Governatore della Bastiglia, M. de Barbezieux gli scrive: “Il Re trova giusto che voi partiate dalle isole Sainte-Marguerite, per venire alla Bastiglia, con il vostro vecchio prigioniero, prendendo le vostre precauzioni affinché non sia né visto, né conosciuto da nessuno”. Durante il viaggio, M. de Saint-Mars si è fermato qualche tempo nella sua proprietà; suo nipote, M. Formanoir de Palteau, scrisse a Fréron, 60 anni dopo: “M. de Saint-Mars soggiornò col suo prigioniero nella sua terra di Palteau, presso Villeneuve-le-Roi. L’uomo con la maschera arrivò in una portantina che precedeva quella di M. de Saint-Mars; erano accompagnati da diversa gente a cavallo. Saint-Mars mangiò col suo prigioniero, che aveva la schiena opposta alle finestre che davano sulla corte; i paesani che ho interrogato non poterono vedere se mangiava con la maschera, ma osservarono bene che M. de Saint-Mars, che era a tavola di fronte a lui, aveva delle pistole vicino al suo piatto; a servirlo c’era solo un valletto di camera, che andava a cercare i piatti che gli si portava nell’anticamera, chiudendo con cura dietro di lui la porta della sala da pranzo. Quando il prigioniero attraversò la corte aveva sempre la sua maschera sul viso. Dei passanti notarono che si vedevano i denti e le labbra, che era alto e aveva i capelli bianchi. M. de Saint-Mars dormì in un letto che aveva fatto mettere vicino a quello dell’uomo con la maschera; non ho sentito dire che avesse qualche accento straniero”.

Questo racconto, che offre tutte le apparenze di una sincera buonafede ci attesta l’esistenza di un prigioniero che portava una maschera, diventato, in qualche modo associato a M. de Saint-Mars, il celebre carceriere, il cui favore presso Louvois, de Barbezieux e de Pontchartrain era dovuto a sua cognata, Mme Dufresnoy e a M. Desgranges, padre della moglie di suo figlio.

Nelle varie ipotesi sull’identità di questo prigioniero ci sono:

- Il conte di Vermandois, imprigionato per aver dato uno schiaffo al Gran Delfino.
- Il duca di Beaufort, scomparso nell’assedio di Candia nel 1669.
- Il duca di Montmouth, nipote di Giamomo II, che il governo francese avrebbe sottratto al supplizio.
- Il conte Girolamo Matthioli, ministro del duca di Mantova, che sarebbe stato rapito nel 1679 presso Torino, per aver tradito la fiducia di Luigi XIV.
- Il figlio adulterino di Anna d’Austria e di Buckingham, ambasciatore d’Inghilterra.
- Il sovrintendente Fouquet
- Un figlio di Anna d’Austria e di Mazzarino
- Un fratello gemello di Luigi XIV, che si sarebbe fatto sparire per prevenire la rivalità tra i due fratelli.
- Il patriarca armeno Avedick.

Tutte queste ipotesi hanno trovato più o meno aderenti , sebbene manchino di basi serie e alcune di esse siano contraddette da fatti certi e dispacci ufficiali.

-L’ipotesi del conte di Vermandois, figlio naturale di Luigi XIV e di Mlle de la Vallière, fu pubblicata per la prima volta in un’opera pubblica nel 1745 ad Amsterdam e poi adottata da Fréron nell’anno letterario 1768 e in un’opera pubblicata nel 1789 da un autore anonimo. Si basa sul fatto che la morte di questo figlio, annunciata il 18 novembre 1683 sarebbe stata simulata, che questo giovane sarebbe stato inviato alle isole Sainte-Marguerite e affidato alla sorveglianza del carceriere Saint-Mars. A parte il fatto che esistono le prove del decesso, si fa notare che nel 1683, Saint-Mars non era nelle isole; vi è arrivato solo nel 1687. Aveva lasciato Pinerolo nel 1681 e nel 1692 il prigioniero misterioso era sotto la sua guardia da 18 anni.

- L’abate Lenglet Dufresnoy, Langrage Chancel nel 1759 e lo storico Anquetil nel 1789, hanno sostenuto che questo prigioniero fosse il duca de Beaufort, chiamato “le roi des Halles”, che non sarebbe morto il 25 giugno 1669, nell’isola di Candia, che sarebbe stato rapito per timore per la sua popolarità e condotto poi all’isola Sainte-Marguerite; la morte del duca di Beaufort è stata provata con certezza dai racconti circostanziali dei suoi ufficiali e poi, nel 1669 il governatore dell’Isola Sainte-Marguerite era M. de Guitaud e non M. de Saint-Mars che è arrivato 18 anni più tardi.

- La favola relativa al duca di Monmouth, nipote di Giacomo II, figlio di Carlo II e di Lucie Walthers, è basata su una relazione del supplizio di questo principe che pubblicò, nell’anno 1768 ad Amsterdam, M. de Sainte-Croix, ex-ufficiale di cavalleria. Seguendo delle parole di un chirurgo inglese, chiamato Nélaton, si sarebbe simulato, il 16 luglio 1685, la decapitazione del duca di Monmouth, a seguito del suo sbarco e disfatta, e lo si sarebbe mandato all’isola Sainte-Marguerite, sotto la vigilanza di M. de Saint-Mars. Questa ipotesi è contraddetta dal rapporto ufficiale dell’ambasciatore di Francia, in data 16 luglio 1685, che fornisce dei dettagli circostanziali su questa esecuzione, che la sua veridicità non può essere messa in dubbio. Per di più nel 1685 M. de Saint-Mars non era all’isola Sainte-Marguerite ma al forte d’Exiles.

- L’ipotesi del Conte Matthioli, agente del duca di Mantova fu pubblicata nel 1770 dal barone Heiss, capitano in pensione. Fu accettata in seguito da molti autori inglesi, da Camille Rousset, nella sua storia di Louvois, sebbene il rapimento e l’incarcerazione di questo personaggio era di pubblico dominio, il suo nome fu menzionato in tutte le lettere e in tutti i dispacci dei segretari di Guerra, della Tesoreria e degli Affari Esteri. Un giornale pubblicato a Leyde nel mese di agosto 1687 annunciava che: “ Matthioli non sarebbe stato a lungo a Pinerolo, che lo si sarebbe trasferito alle isole Sainte-Marguerite”. Matthioli era così poco considerato come il prigioniero più importante di M. de Saint-Mars che il 16 ottobre 1681, quando questo governatore si recò da Pinerolo ad Exiles, portò con sé due prigionieri e ne lasciò tre a Pinerolo: Eustache Danger, Matthioli e il suo valletto, e Dubreuil che faceva il pazzo. Su due prigionieri che Saint-Mars aveva portato ad Exiles, uno morì nel 1686 e di conseguenza quando si recò alle isole Sainte-Marguerite, nell’aprile 1687, aveva solo uno dei suoi vecchi prigionieri, la Maschera di Ferro. Quando nel 1694 la fortezza di Pinerolo fu ridata al Re del Piemonte, i tre prigionieri furono trasferiti alle Isole Sainte-Marguerite. Matthioli morì il 28 aprile. Il 29, annunciando la morte di questo prigioniero, senza indicarne il nome, Saint-Mars domandò al ministro cosa doveva fare del suo valletto; Matthioli solo, tra i prigionieri di allora aveva un valletto che ha subito le sorti del suo padrone, perché a conoscenza dell’affare di Cosal.

- Voltaire sostiene nel suo dizionario filosofico del 1771 che l’uomo dalla maschera di ferro era il figlio adulterino di Anna d’Austria. Questa ipotesi fu adottata, nel 1789, da un critico inglese, Quentin Crawford e dal saggio Millin, in un memorandum presentato all’Assemblea Nazionale. Un vecchio ufficiale di cavalleria, M. Louis de La Roche du Maine, marchese de Luchet, scriveva nel 1783, che sotto la Maschera di Ferro, si era fatto sparire il figlio di Anna d’Austria e di Buckingham, ambasciatore d’Inghilterra. Questa ipotesi si basava sulla deposizione di una signorina de Saint-Quentin, vecchia favorita del marchese de Barbezieux, nipote di Louvois. Napoleone si occupò di questa questione e ordinò al principe di Talleyrand e al duca di Bassano di chiarirla. Vi si lavorò senza riuscirci perché gli archivi della guerra e degli affari esteri non erano classificati e fu impossibile trovarvi le indicazioni necessarie.

- Si è voluto riconoscere sotto la Maschera di Ferro il sovrintendente Fouquet, entrato nella prigione di Pinerolo il 16 gennaio 1665. Un giornale intitolato “Loisirs d’un patriote français” pubblicava nel suo numero del 13 agosto 1789 un articolo intitolato: L’uomo dalla maschera di ferro svelato dopo una nota trovata nelle carte della Bastiglia. Si trattava di una carta che recava il numero 64,389,000 e la nota seguente: “Fouquet arrivato dalle Isole Sainte-Marguerite con una maschera di ferro”. Non si è trovato né la nota, né il redattore dell’articolo. Ma Fouquet non è mai stato un prigioniero misterioso. Fouquet muore il 23 marzo 1680, la notizia si diffonde subito: Mme de Sevigné scrive il 3 aprile: “Il povero Fouquet è morto, ne sono toccata”. I parenti di Fouquet avevano una tomba di famiglia nella chiesa del convento di Sainte-Marie, Grand-rue Sainte-Antoine a Parigi. L’estratto del registro mortuario di questa chiesa conteneva la nota seguente.” Il 19 marzo 1681, fu inumato nella nostra chiesa, nella cappella di San Francesco di Sales, messer Nicolas Fouquet”.

- Da M. Sénac de Meilhan, M. il barone di Veltheim, alla vista di una lettera della Principessa Palatina, che esprimeva il pensiero che vi fosse stato un matrimonio segreto tra Anna d’Austria e Mazzarino, ne aveva dedotto la possibilità di spiegare l’enigma della maschera di ferro attraverso queste parole. Ne sarebbe nato un bambino che sarebbe stato consegnato a Saint-Mars poco dopo la morte di Mazzarino. Di fondo non vi è nulla di serio in questa supposizione basata sui racconti di una principessa tedesca.

- L’ipotesi della maschera di Ferro che nascondeva la personalità di un fratello gemello di Luigi XIV, fu pubblicata in un’opera a Londra, nel 1789 e nel 1793, sotto il titolo di . “Memoires du cardinal de Richelieu” fu pubblicata dall’abate Soulavie, vecchio segretario del Maresciallo de Richelieu. La storia fu utilizzata anche da Alexandre Dumas nel suo “Visconte di Bragelonne”. Bisogna riconoscere che questa ipotesi non ha basi reali e che è contraddetta dai fatti, dato che all’epoca in cui Saint-Mars sarebbe stato governatore del giovane principe, verso il 1656, era un semplice moschettiere.

- L’idea in cui la Maschera di Ferro avrebbe nascosto il viso del patriarca armeno Avédick, sarebbe stata conosciuta da Voltaire. Non vi è nulla di vero dato che Avédick fu imprigionato a Mont-Saint-Michel nel 1706 e morì a Parigi il 22 luglio 1711. Fu interrato al cimitero di Saint-Sulpice, come risulta dall’estratto della chiesa di questa parrocchia.

Edited by marquise de Créquy - 16/11/2014, 00:33
 
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Cartaphilus
view post Posted on 27/5/2013, 20:06     +1   -1




Aggiungerei l'interessante ipotesi di Michel Vergé-Franceschi, specialista di storia della marina, che si ricollega in parte all'ipotesi Beaufort. Secondo Vergé-Franceschi la "maschera di ferro" come oggetto sarebbe una "minerve" (ovvero una protesi che serve a sostenere la testa in caso di gravi ferite) e come personaggio sarebbe Giaffer, un valletto nordafricano del duca di Beaufort, testimone della morte del duca. Il libro è del 2009, pubblicato da Fayard, e ha una bibliografia notevole. Vado di là e posto un paio di voci in bibliografia.
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 27/5/2013, 20:29     +1   -1




Interessante, ma perchè il valletto di Beaufort avrebbe dovuto girare mascherato? o meglio ancora perchè dovrebbe essere stato imprigionato?
 
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Cartaphilus
view post Posted on 28/5/2013, 12:38     +1   -1




Il valletto sarebbe stato imprigionato perché ha visto cos'era successo a Beaufort, e qualsiasi cosa sia successa a Beaufort il re non aveva piacere che si sapesse.

La maschera usava in generale anche per preservare la reputazione delle famiglie dei prigionieri. Ci sono stati parecchi prigionieri mascherati; ma nel nostro caso la "maschera", come ho accennato prima, sarebbe un apparecchio che serviva a sostenere la testa e il collo (anche in questo caso ci sono altri esempi - gente con ferite gravissime che è sopravvissuta per anni grazie all'uso di protesi del genere).

Il libro di Vergé-Franceschi è molto interessante per la vastità dello scenario (come storico della marina Vergé-Franceschi si interessa a tutta l'area mediterranea e ha usato anche fonti non occidentali) e perché segue passo passo la costruzione della leggenda. E' una buona lezione di metodo e straripa di informazioni (anche se a volte Vergé-Franceschi, trascinato dall'argomento, scorcia troppo e incappa in errori gravi, tipo confondere Anne-Marie d'Orléans con Charlotte-Aglaé d'Orléans... <_< ). A proposito, non sapevo - o avevo dimenticato - che Luigi XVI fece riesumare il povero Vermandois per essere sicuro che non era la maschera di ferro, e pare che l'abbia fatto su richiesta di Maria Antonietta.

Edited by Cartaphilus - 29/5/2013, 17:10
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 28/5/2013, 19:16     +1   -1




io ricordo che, quando salì al trono, nel 1774, Marie-Antoinette aveva chiesto a Luigi se tra le carte del fu Re
c'era qualcosa che potesse far scoprire il mistero dell'uomo dalla maschera di Ferro, ma Gigione disse di non aver trovato nulla...
 
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view post Posted on 28/5/2013, 22:55     +1   -1
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CITAZIONE (Cartaphilus @ 28/5/2013, 13:38) 
A proposito, non sapevo - o avevo dimenticato - che Luigi XVI fece riesumare il povero Vermandois per essere sicuro che non era la maschera di ferro, e pare che l'abbia fatto su richiesta di Maria Antonietta.

questa mi mancava del tutto.
Io ricordo di aver letto, probabilmente nei Mémoires di m.me de Boigne, che Madame Adelaïde aveva chiesto a Luigi XV di sapere la verità sulla maschera di ferro, e che lui le aveva risposto che glielo avrebbe detto solo se lei fosse stata sicura di poter tenere un segreto. Dopo una non tanto rapida riflessione lei gli disse che non sarebbe stata capace, e papà non le raccontò nulla.

Provo a cercare la citazione esatta

Edited by marquise de Créquy - 3/1/2014, 22:41
 
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view post Posted on 28/5/2013, 23:32     +1   -1
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Trovato! È nel primo volume dei Récits d'une tante.<i>

[…] <i>C'est dans une de ces causeries qu'elle raconta à mon père l'échec reçu par sa curiosité au sujet du Masque de fer. Elle avait engagé son frère, monsieur le Dauphin, à s'enquérir au Roi de ce qui le concernait pour le lui dire. Monsieur le Dauphin interrogea Louis XV. Celui-ci lui dit: “Mon fils, je vous le dirai, si vous voulez, mais vous ferez le serment que j'ai prêté moi-même de ne divulguer ce secret à personne.”
Monsieur le Dauphin avoua ne désirer le savoir que pour le communiquer à sa sœur Adélaïde, et dit y renoncer. Le Roi lui répliqua qu'il faisait d'autant mieux que ce secret, auquel il tenait parce qu'on le lui avait fait jurer, n'avait jamais été d'une grande importance et n'avait plus alors aucun intérêt. Il ajouta qu'il n'y avait plus que deux hommes vivants qui en fussent instruits, lui et monsieur de Machault.
[…]

[…] È in una di queste chiacchierate che lei (Madame Adelaïde, NdMauro) raccontò a mio padre lo smacco ricevuto dalla sua curiosità circa la Maschera di Ferro. Aveva convinto suo fratello, Monsieur il Delfino, a domandare al Re di che cosa si trattasse per poi raccontarglielo. Monsieur il Delfino interrogò Luigi XV. Questi gli disse: “Figlio mio, ve lo dirò se volete, ma farete il giuramento che ho prestato io stesso di non divulgare questo segreto a nessuno.” Monsieur il Delfino confesso di volerlo sapere solo per poterlo dire a sua sorella Adelaïde, e rinunciò. Il Re gli disse che faceva bene a maggior ragione perché il segreto, al quale teneva solo perché glielo avevano fatto giurare, non era mai stato di una così grande importanza e non era più di nessun interesse allora. Aggiunse che c’erano solo due uomini viventi che ne fossero a conoscenza, lui stesso e monsieur de Machault. […]

 
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marquise de Créquy
view post Posted on 2/6/2013, 14:10     +1   -1




Sulla base della lettera citata di Barbezieux che dice che il prigioniero era con M. de Saint-Mars da vent’anni, il colonnello Jung ha proposto una sua soluzione:visto che nella lettera si dice che il prigioniero dovrebbe essere stato rinchiuso verso il 1672, ha cercato tra le incarcerazioni misteriose di quegli anni e gli eventi che avrebbero potuto portare all’arresto di una eventuale persona da parte del Re.

Secondo Jung un solo individuo risponde a questa condizione: è il prigioniero che Louvois ha fatto portare a Pinerolo nel 1674. Era stato arrestato vicino a Péronne, in un periodo in cui delle cospirazioni contro la vita del Re lo minacciavano da diversi fronti, dove dei crimini spaventosi avevano alimentato la paura. Vi era allora una specie di paura generale, che risultava dallo stato precario della nobiltà, dal suo scontento e dalla sua ambizione, invano i ministri Le Tellier e Louvois avevano tentato di calmare gli animi. Numerosi scontenti si erano manifestati nell’Angoumois, in Linguadoca, in Normandia e nella capitale; erano eccitati dalla sete di oro, dalla ricerca di favori e per ottenerli ricorrevano spesso all’avvelenamento.

E’ in mezzo a questo dedalo di complotti che Jung ha fatto ricerche in qualche evento particolare. Roux de Marsilly era stato condannato, il 30 giugno 1669 ad essere messo sulla ruota per aver fomentato una rivolta in Normandia; Mme Henriette muore improvvisamente all’età di 26 anni, il 30 giugno 1670 e gli Inglesi credono all’avvelenamento; M. de Lyonne che, il 16 luglio 1671, aveva rinchiuso sua moglie in un convento a causa della sua vita sregolata, cadeva in stato letargico il 27 agosto e moriva il 2 settembre seguente. Mme de Lyonne aveva delle relazioni seguite con la complicità della Brinvilliers, la Voisin, legata con Sainte-Croix, Penautier, ex-impiegato delle finanze, che a seguito della morte improvvisa di suo suocero e dei suoi associati si trovò in possesso di una grande fortuna e Dubreuil, detto Samson, impiegato successivamente presso Sainte-Croix e Penautier; si potrebbe citare pure Olimpia Mancini, contessa di Soissons, il cui marito, dopo una malattia di tre giorni fu sorpreso da un incidente mortale e attraverso questa morte la moglie ottenne non solo la sua libertà, ma anche un’enorme fortuna, più di 6,000,000, prezzo della carica di Colonnello generale degli Svizzeri che era stato accordato al conte di Soissons. Quest’ultima figurava come uno degli avvelenatori famosi, tra gli accusati portati davanti la camera ardente.
Nallot, tesoriere generale dell’Ordine di Saint-Lazare, servitore devoto di Louvois, che aveva contribuito alla scoperta di una cospirazione, ai perseguimenti giuridici contro la Brinvilliers e all’inventario degli oggetti lasciati da Sainte-Croix, morì improvvisamente il 16 luglio 1673.

Sardan, vecchio esattore delle taglie nel Puy, dopo aver portato con sé dei fondi e essersi messo in salvo nelle Fiandre, dove si unì a Penautier, il sig. d’Oldendorf e La Tréaumont, aveva concluso, nell’aprile e luglio 1674, con il principe d’Orange e il marchese Castel-Rodrigo, dei trattati per far sollevare la Provenza. Louvois ne fu informato attraverso il sequestro delle carte del sign. D’Oldendorf e dell’abate du Colombier. Nel 1674 si tramava inoltre di una vasta cospirazioni allo scopo di consegnare certi porti della Francia alla flotta Olandese. Tutto ciò portò all’arresto del cavaliere di Rohan che fu rinchiuso alla Bastiglia l’11 settembre 1674. Il 12, La Tréaumont fu ucciso da un ufficiale incaricato d’arrestarlo. L’affare prese tali sviluppi, durante l’istruzione cominciata da La Reynie, che si pensò di circoscriverlo, vi erano troppe persone compromesse. L’avvelenamento del duca di Savoia, Emmanuele II, il 12 giugno 1675, provocò delle ricerche che misero alla luce tutto un mondo di avvelenatori. Su 286 accusati principali, 36 furono impiccati o giustiziati in altre maniere, e si fecero sparire gli individui più compromessi. La vedova del signor de Legrange, salita al patibolo il 25 febbraio 1679 dette informazioni interessanti su complotti contro la vita del Re. Tutto si svolse senza clamori, le gazzette non nel parlarono. Nel 1681 si ebbe la morte improvvisa di M.me de Fontanges; nel 1689 quello della principessa Marie-Louise, figlia di Madame Henriette, sposata nel 1679 al Re di Spagna.

Il 14 settembre 1672, Luigi XIV prescrisse di sorvegliare La Tréaumont, di nuovo sbarcato ad Havre. Nel 1673 si esercitava una sorveglianza rigorosa sia a Versailles che a Saint-Germain. A seguito di un suggerimento di una cospirazione che fu data dal barone d’Aspres, capo degli stati di Zelanda, Louvois considerò pericolosi i sigg. de Molina, de Licosala, Van Buninghen, Van Brulen e il marchese de Grave. Il ministro aveva incaricato uno dei suoi agenti di inviare segretamente alla corte di un gentiluomo olandese, per avere delle informazioni sulla cospirazione e il suo capo, che si trovava allora a Bruxelles, che era lorenese, vecchio capitano nelle truppe dell’Impero, diventato maestro di campo al servizio del duca di Lorena.

Si faceva chiamare diversamente secondo i paesi dove si trovava: cavaliere di Kiffenbach, cavaliere des Harmoises, barone d’Oldendorf; era molto istruito, parlava diverse lingue. L’agente di Louvois, il padre Hyacinthe, informò il suo capo che questo individuo avrebbe fatto un viaggio prossimo in Francia, un ordine di arresto fu emanato di conseguenza.

Louvois informato della partenza di Oldendorf, ordinò di arrestare i viaggiatori sospetti. Il capo di questa cospirazione fu arrestato il 29 marzo, al passaggio de la Somme. Fu lo stesso Louvois ad interrogarlo alla Bastiglia e il 7 aprile diceva a M. Méthelet: “si è arrestato, a Péronne, un uomo chiamato Louis de Oldendorf, che si dice di Nimègue”. Il ministro esamina, a Péronne, il bagaglio del sign. Oldendorf, portato da Bruxelles da un inviato di Beauregard e, dopo aver ascoltato il rapporto di quest’ultimo, quello del Padre Hyacinthe e del gentiluomo scrisse al governatore della Bastiglia il 10 maggio 1673: “ E’ della più grande importanza che si continui a saper nulla di cosa si successo al signor de Froid… che il signor Legrain sia portato alla Bastiglia.” Ordina di lasciare il suo nome in bianco.

Il 18 maggio, raccomanda di tenere agli arresti l’uomo…con la stessa severità e il 2 luglio, fa rimettere una gratificazione a Vimbois, per aver trovato il codice dei dispacci contenuti nel bagaglio del sign. Oldendorf. Dopo aver impiegato tutti i modi possibili per l’investigazione e al suo ritorno dalla campagna d’Olanda, Louvois fa portare dalla Bastiglia a Pinerolo “un prigioniero che sebbene oscuro lascia dedurre che sia un uomo importante”. Ordina che sia trattato nella stessa maniera di qualsiasi altro prigioniero portato già da M. de Vanoy (come ad esempio il prigioniero Eustache Dauger, arrestato il 24 luglio 1669 e morto nel gennaio 1694), vale a dire di sorvegliarlo strettamente e impedendo che abbia comunicazione con chicchessia. Il ministro come sua abitudine raccomanda di trattare duramente il prigioniero che viene trasportato dalla Bastiglia a Pinerolo dove arriva il 6 aprile 1674.

Nel 1681 Saint-Mars scrive a M. l’abate d’Estrades, incaricato degli affari di Francia a Torino, annunciandogli la sua partenza per Exiles: “avrò sotto la mia guardia due merli che avevo a Pinerolo, che hanno il solo nome di : Signori della Torre in Basso. Matthioli resterà qui con altri due prigionieri”


Edited by Liselotte von der Pfalz - 8/12/2013, 17:28
 
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Cartaphilus
view post Posted on 2/6/2013, 20:20     +1   -1




CITAZIONE
Sulla base della lettera citata di Barbezieux che dice che il prigioniero era con M. de Saint-Mars da vent’anni, il colonnello Jung ha proposto una sua soluzione:visto che nella lettera si dice che il prigioniero dovrebbe essere stato rinchiuso verso il 1672, ha cercato tra le incarcerazioni misteriose di quegli anni e gli eventi che avrebbero potuto portare all’arresto di una eventuale persona da parte del Re.

La prima menzione che possediamo della Maschera di Ferro (col nome Eustache Dauger), si trova in una lettera di Louvois a Saint-Mars del 19 luglio 1669. La lettera è stata scoperta da Joseph Delort e pubblicata fin dal 1829. Se vi interessa la trovate qui : http://books.google.it/books?id=gZsaAAAAYA...epage&q&f=false
 
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marquise de Créquy
view post Posted on 27/7/2014, 21:01     +1   -1




A proposito della Maschera di Ferro ho trovato questo racconto che ha il sapore di leggenda metropolitana:

Arrivato all’età delle passioni, il prigioniero testimoniò al governatore il desiderio di avere una moglie. Quest’ultimo, dopo averne avuto l’autorizzazione, gli procurò una vedova di trent’anni, che acconsentì al sacrificio della sua libertà a procurare una fortuna alla sua unica figlia. In meno di un anno questa vedova mise al mondo un figlio maschio che lei allattò per qualche tempo e dal momento che fu svezzato, il governatore lo fece passare in Corsica, affidandolo ad una persona di fiducia, come un bambino che veniva da una “bonne part”…si presume che sia il trisavolo dell’eroe che regnò sui francesi, col nome di Napoleone I
 
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9 replies since 26/5/2013, 22:37   575 views
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