Nella storia francese esiste un capitolo che desta ancora un certo interesse e che ancor oggi, restando avvolto nel mistero, è fonte di congetture diverse: la Maschera di ferro.
Negli ultimi secoli grazie a laboriose ricerche e investigazioni è risultato che:
- è realmente esistito alla Bastiglia dal 16 settembre 1698 al 19 novembre 1703 un prigioniero costretto a portare una maschera, il cui viso, nome e identità erano sconosciuti a tutti, fatta eccezione per il governatore e i suoi agenti, che dovevano tenerne il rigoroso segreto;
- Che vi sono stati, nella stessa epoca, molti altri prigionieri misteriosi detenuti nelle prigioni di Stato e che sono stati ignorati dalla maggior parte degli autori che si sono occupati della Maschera di Ferro.
-Che i personaggi designati con questo ultimo titolo, non avevano, in linea di principio destato l’attenzione dei contemporanei; e che hanno dato più tardi a numerose supposizioni.
Le citazioni riguardo il prigioniero prezioso si trovano spesso nella corrispondenza che si è conservata, e nei dispacci ufficiali la cui autorità è incontenstabile:
il 13 agosto 1691, M. de Barbezieux, figlio e successore di M. il marchese di Louvois, scriveva a M. de Saint-Mars: “
Quando avete qualche cosa da farmi sapere a proposito del prigioniero che è sotto la vostra protezione da vent’anni, vi prego di usare le stesse precauzioni delle quali facevate uso come con M. de Louvois”. Sei anni dopo, M. de Barbezieux scrive, il 17 novembre 1697: “
Continuate a vegliare sulla sicurezza dei vostri prigionieri senza spiegare a chicchessia cosa ha fatto il vostro vecchio prigioniero”. Il 19 luglio 1698, quando M. de Saint-Mars è chiamato alla carica di Governatore della Bastiglia, M. de Barbezieux gli scrive: “
Il Re trova giusto che voi partiate dalle isole Sainte-Marguerite, per venire alla Bastiglia, con il vostro vecchio prigioniero, prendendo le vostre precauzioni affinché non sia né visto, né conosciuto da nessuno”. Durante il viaggio, M. de Saint-Mars si è fermato qualche tempo nella sua proprietà; suo nipote, M. Formanoir de Palteau, scrisse a Fréron, 60 anni dopo: “
M. de Saint-Mars soggiornò col suo prigioniero nella sua terra di Palteau, presso Villeneuve-le-Roi. L’uomo con la maschera arrivò in una portantina che precedeva quella di M. de Saint-Mars; erano accompagnati da diversa gente a cavallo. Saint-Mars mangiò col suo prigioniero, che aveva la schiena opposta alle finestre che davano sulla corte; i paesani che ho interrogato non poterono vedere se mangiava con la maschera, ma osservarono bene che M. de Saint-Mars, che era a tavola di fronte a lui, aveva delle pistole vicino al suo piatto; a servirlo c’era solo un valletto di camera, che andava a cercare i piatti che gli si portava nell’anticamera, chiudendo con cura dietro di lui la porta della sala da pranzo. Quando il prigioniero attraversò la corte aveva sempre la sua maschera sul viso. Dei passanti notarono che si vedevano i denti e le labbra, che era alto e aveva i capelli bianchi. M. de Saint-Mars dormì in un letto che aveva fatto mettere vicino a quello dell’uomo con la maschera; non ho sentito dire che avesse qualche accento straniero”.
Questo racconto, che offre tutte le apparenze di una sincera buonafede ci attesta l’esistenza di un prigioniero che portava una maschera, diventato, in qualche modo associato a M. de Saint-Mars, il celebre carceriere, il cui favore presso Louvois, de Barbezieux e de Pontchartrain era dovuto a sua cognata, Mme Dufresnoy e a M. Desgranges, padre della moglie di suo figlio.
Nelle varie ipotesi sull’identità di questo prigioniero ci sono:
-
Il conte di Vermandois, imprigionato per aver dato uno schiaffo al
Gran Delfino.
- Il duca di Beaufort, scomparso nell’assedio di Candia nel 1669.
- Il duca di Montmouth, nipote di Giamomo II, che il governo francese avrebbe sottratto al supplizio.
- Il conte Girolamo Matthioli, ministro del duca di Mantova, che sarebbe stato rapito nel 1679 presso Torino, per aver tradito la fiducia di Luigi XIV.
- Il figlio adulterino di
Anna d’Austria e di Buckingham, ambasciatore d’Inghilterra.
- Il sovrintendente Fouquet
- Un figlio di Anna d’Austria e di
Mazzarino- Un fratello gemello di Luigi XIV, che si sarebbe fatto sparire per prevenire la rivalità tra i due fratelli.
- Il patriarca armeno Avedick.
Tutte queste ipotesi hanno trovato più o meno aderenti , sebbene manchino di basi serie e alcune di esse siano contraddette da fatti certi e dispacci ufficiali.
-L’ipotesi del conte di Vermandois, figlio naturale di Luigi XIV e di
Mlle de la Vallière, fu pubblicata per la prima volta in un’opera pubblica nel 1745 ad Amsterdam e poi adottata da Fréron nell’anno letterario 1768 e in un’opera pubblicata nel 1789 da un autore anonimo. Si basa sul fatto che la morte di questo figlio, annunciata il 18 novembre 1683 sarebbe stata simulata, che questo giovane sarebbe stato inviato alle isole Sainte-Marguerite e affidato alla sorveglianza del carceriere Saint-Mars. A parte il fatto che esistono le prove del decesso, si fa notare che nel 1683, Saint-Mars non era nelle isole; vi è arrivato solo nel 1687. Aveva lasciato Pinerolo nel 1681 e nel 1692 il prigioniero misterioso era sotto la sua guardia da 18 anni.
- L’abate Lenglet Dufresnoy, Langrage Chancel nel 1759 e lo storico Anquetil nel 1789, hanno sostenuto che questo prigioniero fosse il duca de Beaufort, chiamato “le roi des Halles”, che non sarebbe morto il 25 giugno 1669, nell’isola di Candia, che sarebbe stato rapito per timore per la sua popolarità e condotto poi all’isola Sainte-Marguerite; la morte del duca di Beaufort è stata provata con certezza dai racconti circostanziali dei suoi ufficiali e poi, nel 1669 il governatore dell’Isola Sainte-Marguerite era M. de Guitaud e non M. de Saint-Mars che è arrivato 18 anni più tardi.
- La favola relativa al duca di Monmouth, nipote di Giacomo II, figlio di Carlo II e di Lucie Walthers, è basata su una relazione del supplizio di questo principe che pubblicò, nell’anno 1768 ad Amsterdam, M. de Sainte-Croix, ex-ufficiale di cavalleria. Seguendo delle parole di un chirurgo inglese, chiamato Nélaton, si sarebbe simulato, il 16 luglio 1685, la decapitazione del duca di Monmouth, a seguito del suo sbarco e disfatta, e lo si sarebbe mandato all’isola Sainte-Marguerite, sotto la vigilanza di M. de Saint-Mars. Questa ipotesi è contraddetta dal rapporto ufficiale dell’ambasciatore di Francia, in data 16 luglio 1685, che fornisce dei dettagli circostanziali su questa esecuzione, che la sua veridicità non può essere messa in dubbio. Per di più nel 1685 M. de Saint-Mars non era all’isola Sainte-Marguerite ma al forte d’Exiles.
- L’ipotesi del Conte Matthioli, agente del duca di Mantova fu pubblicata nel 1770 dal barone Heiss, capitano in pensione. Fu accettata in seguito da molti autori inglesi, da Camille Rousset, nella sua storia di Louvois, sebbene il rapimento e l’incarcerazione di questo personaggio era di pubblico dominio, il suo nome fu menzionato in tutte le lettere e in tutti i dispacci dei segretari di Guerra, della Tesoreria e degli Affari Esteri. Un giornale pubblicato a Leyde nel mese di agosto 1687 annunciava che: “ Matthioli non sarebbe stato a lungo a Pinerolo, che lo si sarebbe trasferito alle isole Sainte-Marguerite”. Matthioli era così poco considerato come il prigioniero più importante di M. de Saint-Mars che il 16 ottobre 1681, quando questo governatore si recò da Pinerolo ad Exiles, portò con sé due prigionieri e ne lasciò tre a Pinerolo: Eustache Danger, Matthioli e il suo valletto, e Dubreuil che faceva il pazzo. Su due prigionieri che Saint-Mars aveva portato ad Exiles, uno morì nel 1686 e di conseguenza quando si recò alle isole Sainte-Marguerite, nell’aprile 1687, aveva solo uno dei suoi vecchi prigionieri, la Maschera di Ferro. Quando nel 1694 la fortezza di Pinerolo fu ridata al Re del Piemonte, i tre prigionieri furono trasferiti alle Isole Sainte-Marguerite. Matthioli morì il 28 aprile. Il 29, annunciando la morte di questo prigioniero, senza indicarne il nome, Saint-Mars domandò al ministro cosa doveva fare del suo valletto; Matthioli solo, tra i prigionieri di allora aveva un valletto che ha subito le sorti del suo padrone, perché a conoscenza dell’affare di Cosal.
- Voltaire sostiene nel suo dizionario filosofico del 1771 che l’uomo dalla maschera di ferro era il figlio adulterino di Anna d’Austria. Questa ipotesi fu adottata, nel 1789, da un critico inglese, Quentin Crawford e dal saggio Millin, in un memorandum presentato all’Assemblea Nazionale. Un vecchio ufficiale di cavalleria, M. Louis de La Roche du Maine, marchese de Luchet, scriveva nel 1783, che sotto la Maschera di Ferro, si era fatto sparire il figlio di Anna d’Austria e di Buckingham, ambasciatore d’Inghilterra. Questa ipotesi si basava sulla deposizione di una signorina de Saint-Quentin, vecchia favorita del marchese de Barbezieux, nipote di Louvois. Napoleone si occupò di questa questione e ordinò al principe di Talleyrand e al duca di Bassano di chiarirla. Vi si lavorò senza riuscirci perché gli archivi della guerra e degli affari esteri non erano classificati e fu impossibile trovarvi le indicazioni necessarie.
- Si è voluto riconoscere sotto la Maschera di Ferro il sovrintendente Fouquet, entrato nella prigione di Pinerolo il 16 gennaio 1665. Un giornale intitolato “Loisirs d’un patriote français” pubblicava nel suo numero del 13 agosto 1789 un articolo intitolato: L’uomo dalla maschera di ferro svelato dopo una nota trovata nelle carte della Bastiglia. Si trattava di una carta che recava il numero 64,389,000 e la nota seguente: “
Fouquet arrivato dalle Isole Sainte-Marguerite con una maschera di ferro”. Non si è trovato né la nota, né il redattore dell’articolo. Ma Fouquet non è mai stato un prigioniero misterioso. Fouquet muore il 23 marzo 1680, la notizia si diffonde subito:
Mme de Sevigné scrive il 3 aprile: “
Il povero Fouquet è morto, ne sono toccata”. I parenti di Fouquet avevano una tomba di famiglia nella chiesa del convento di Sainte-Marie, Grand-rue Sainte-Antoine a Parigi. L’estratto del registro mortuario di questa chiesa conteneva la nota seguente.”
Il 19 marzo 1681, fu inumato nella nostra chiesa, nella cappella di San Francesco di Sales, messer Nicolas Fouquet”.- Da M. Sénac de Meilhan, M. il barone di Veltheim, alla vista di una lettera della
Principessa Palatina, che esprimeva il pensiero che vi fosse stato un matrimonio segreto tra Anna d’Austria e Mazzarino, ne aveva dedotto la possibilità di spiegare l’enigma della maschera di ferro attraverso queste parole. Ne sarebbe nato un bambino che sarebbe stato consegnato a Saint-Mars poco dopo la morte di Mazzarino. Di fondo non vi è nulla di serio in questa supposizione basata sui racconti di una principessa tedesca.
- L’ipotesi della maschera di Ferro che nascondeva la personalità di un fratello gemello di Luigi XIV, fu pubblicata in un’opera a Londra, nel 1789 e nel 1793, sotto il titolo di . “Memoires du
cardinal de Richelieu” fu pubblicata dall’abate Soulavie, vecchio segretario del
Maresciallo de Richelieu. La storia fu utilizzata anche da Alexandre Dumas nel suo “Visconte di Bragelonne”. Bisogna riconoscere che questa ipotesi non ha basi reali e che è contraddetta dai fatti, dato che all’epoca in cui Saint-Mars sarebbe stato governatore del giovane principe, verso il 1656, era un semplice moschettiere.
- L’idea in cui la Maschera di Ferro avrebbe nascosto il viso del patriarca armeno Avédick, sarebbe stata conosciuta da Voltaire. Non vi è nulla di vero dato che Avédick fu imprigionato a Mont-Saint-Michel nel 1706 e morì a Parigi il 22 luglio 1711. Fu interrato al cimitero di Saint-Sulpice, come risulta dall’estratto della chiesa di questa parrocchia.
Edited by marquise de Créquy - 16/11/2014, 00:33