Un vecchio adagio popolare recita “Né di Venere né di Marte non si sposa né si parte né si dà principio all’arte”, ma che destino può capitare ad una bimba che nasce di venerdì 13? Quello di Anna di Baviera fu singolare, e non particolarmente felice.
Anna Enrichetta Giulia nasce il 13 marzo 1648 nel cuore di Parigi, come figlia di
Anna di Gonzaga di Cléves e di Edward von der Pfalz-Simmern, ottavo figlio di Federico V del Palatinato-Simmern re di Boemia e di Elisabetta Stuart. Alla piccina le parentele illustri non mancano: suo nonno materno era il duca di Mantova Carlo I, tra i bisnonni troviamo Carlo I d’Inghilterra e Carlo di Guisa, il fratello dello Sfregiato fatto assassinare da Enrico III; la sorella della madre è Luisa Maria di Gonzaga, sposa di due re di Polonia: prima Ladislao IV e poi il fratello Giovanni Casimiro; sarà proprio questa zia regina di Polonia a decretare il destino della bimba.
Anna di Gonzaga aveva scelto il monastero di Maubuisson, l’abbazia di Nôtre-Dame-la-Royale, per l’educazione delle sue tre figlie, lo stesso del quale sua cognata
Louise-Hollandine diverrà badessa nel 1664. Le tre principessine, Louise, Anne e Bénédicte, vi soggiornano dal 1653 disponendo di una pensione di circa 800
livres a testa; fu per loro un periodo molto felice, tanto che anche dopo essersi sposate tornavano tutti gli anni a fare le loro devozioni a Maubuisson, spesso accompagnate dalla loro madre che era una buona amica della badessa che peraltro era anche sua cugina, sebbene della mano sinistra: Catherine d’Orléans è figlia naturale di Henri II d’Orléans, duca de Longueville, la cui madre Caterina di Gonzaga-Nevers era la sorella maggiore di Carlo di Gonzaga, padre di Anna. E per restare in famiglia, sottolineiamo che Henri de Longueville era il marito di Anne-Géneviéve de Bourbon-Condé, sorella maggiore del Gran Condé, amico intimo di Anna.
Il trono di Polonia era elettivo, non ereditario, e i sovrani erano eletti da una Dieta quando il trono si trovava vacante, normalmente con la morte del sovrano ma anche in caso di sua rinuncia alla corona. Luisa Maria di Gonzaga era la vera forza che teneva in piedi la Polonia, dietro la facciata dei suoi due mariti Vasa: da splendida salottiera dell’hotel de Rambouillet a correre in carrozza sui campi di battaglia, a organizzare e comandare le batterie dell’artiglieria all’assedio di Varsavia e poi, dopo aver respinto il nemico, a pranzare beatamente seduta su un tamburo e appoggiata al fusto di un cannone. Come fare per mettere un freno alle mire di Svedesi, Tartari, Turchi, Cosacchi e… Polacchi? Cercando un appoggio forte sia politicamente sia militarmente: la Francia, per caso? Che tra le altre cose vanta il maggiore genio militare dell’epoca, il Gran Condé, il quale è anche buon amico di quella maneggiona di mia sorella Anna, e che ha anche un figlio in età da marito? Non ho più figli, i miei sono morti in tenera età, ma mia sorella ha tre figlie nubili. C’è un mezzo per rendere ghiotta e appetibile l’idea agli occhi di
Luigi XIV, prima che a quelli di Condé e accessoriamente di suo figlio (del quale, in ultima analisi, non importa nulla a nessuno)? Adottando una qualunque delle mie squattrinate nipoti, e facendone la mia erede universale. La maggiore, Louise, è fisicamente un po’ disgraziata e molto incline alla vita religiosa (questo non le vieterà in futuro di sposare Carlo Teodoro, principe di Salm); la minore, Bénédicte, è troppo piccina per maritarsi (lo farà qualche anno dopo sposando un fratello del cognato del proprio padre, Johann Friedrich di Braunschweig duca di Calemberg). Rimane la mezzana, che porta lo stesso nome della mamma e che ha cinque anni meno di Henri-Jules Duca d’Enghien, suo futuro marito. A difetto del figlio di Condé c’è sempre uno dei figli (qualsiasi) di sua sorella, sempre mezzi Condé sono; tuttavia, questi rampolli Longueville hanno una tara enorme agli occhi dei polacchi, che sono molto sensibili sulla questione delle origini: discendono da Jean d’Orléans, conte di Dunois, compagno d’armi di Giovanna d’arco ma figlio bastardo di quel Luigi d’Orléans fratello di Carlo VI. Sono passati quasi due secoli e mezzo, costellati di servizi resi alla Francia e di titoli, dignità e parìe accumulate sulla testa dei discendenti ma c’è poco da fare: razza bastarda erano, e razza bastarda rimangono. Ergo: o Enghien, o la rovina del piano. Il
Cardinale Mazarino cerca di sventare le trame della Palatina, magari anche cercando di far candidare un suo nipote acquisito al trono di Polonia: si vocifera di Almerico d’Este, fratello del marito di Laura Martinozzi, oppure di Louis II di Vendôme, duca di Mercoeur, marito di Laura Mancini. Dopo diverse lotte politiche tra il Cardinale,
Anna d’Austria e la Palatina, il Re firma un brevetto col quale “
trova bene e anche desidera che M. le Prince de Condé pensi alla successione di Polonia per M. le Duc d’Enghien suo figlio”. Una serie di combinazioni politiche e l’ostilità di una frangia nazionalista della nobiltà polacca fanno saltare la possibilità che il Duca d’Enghien possa salire al trono di Polonia, ma stranamente il suo matrimonio con Anna di Baviera non è annullato anche se non ha politicamente ragione di esistere. Condé e la Palatina però erano felici di far sposare i loro figli, e nonostante tutto anche Luisa Maria che adottò sul serio sua nipote, e le inviò dei gioielli, mentre suo marito Giovanni Casimiro diede ai futuri sposi i ducati di Oppeln e di Ratibor, dichiarati riscattabili dall’Imperatore d’Austria al modico prezzo di 2,2 milioni di
livres e cedette a Henri-Jules tutti i suoi diritti sul regno di Svezia e sul granducato di Lituania; Condé dava a suo figlio il Clermont e diversi vantaggi finanziari, ottenibili dopo il ristabilimento dei suoi propri affari. Le pubblicazioni furono fatte il giorno 1 dicembre 1663, e il fidanzamento il 10, celebrato nella camera del Re alla presenza delle Loro Maestà dal cardinale Antonio Barberini, che viveva in Francia dopo la morte di papa Urbano VIII, suo zio. Il giorno seguente, 11 dicembre, la cerimonia nuziale ebbe luogo nella cappella del Louvre. Condé trova amabile la nuora, e arriva a dire che la trova molto bella, cosa che non era nei sentimenti di tutti. La
Grande Mademoiselle, che sperava molto che fosse sua sorella M.lle d’Alençon a sposare il Duca d’Enghien (che nonostante fosse gobba e contraffatta sposerà invece Louis Joseph de Lorraine, duc de Guise), scrive nei suoi
Mémoires: “
Mia sorella non è bella, ma quella che vogliono dare al Duca d’Enghien non è più bella”; e rincara: “
M. le Prince sposa M. Le Duc alla seconda figlia della principessa palatina, e la regina di Polonia le dà molti beni e l’adotta come figlia, di modo che M. le Prince si ritiene così felice di quest’unione che sembra sia stato un miserabile in confronto a sua nuora”.
La quindicenne Anna Henrietta Julia von der Pfalz si ritrova così a entrare nella famiglia reale di Francia, come moglie di un Principe del Sangue. Suo suocero è il primo Principe del Sangue, e dopo il
Gran Delfino (nato nel 1661) e
Monsieur, fratello del Re (e che diventerà marito della cugina germana di Anna,
Élisabeth-Charlotte von der Pfalz Simmern, dopo essere rimasto vedovo di una cugina un po' più lontana,
Henriette-Anne d'Angleterre), è momentaneamente il terzo in linea di successione al trono. Tutto appare bellissimo, splendido e scintillante, ma c’è un prezzo da pagare: suo marito, per quanto sia intelligente e colto è folle, avaro, brutale, collerico, e affetto da una malattia nota come licantropia clinica, tara che si suppone possa avere ereditato dalla madre, Claire-Clémence de Maillé-Brezé, figlia a sua volta del marchese Urbain de Maillé-Brezé e di Nicole du Plessis de Richelieu, sorella minore del
cardinale Richelieu. Tutti, dalla moglie ai figli passando per l’intera servitù vissero anni di terrore e violenze sotto la férula di Henri-Jules, detto anche Condé il folle o la Scimmia Verde. L’essere crudeli con le moglie pare fosse un’abitudine in casa Condé: Claire-Clémence passò gli ultimi anni della sua vita, dal 1671 al 1694, rinchiusa nel castello di Châteauroux con la scusa di avere avuto un intrallazzo con un valletto; suo marito morirà nel 1686, ma il figlio Henri-Jules la terrà rinchiusa con la stessa ferocia del padre, tanto che lei non venne a conoscenza della morte del marito.
Donna pia, buona, e caritatevole, sopportava dignitosamente le pazzie e la cattiveria del marito, tanto che tra una scarica di botte e l’altra, quando non era costretta a nascondere i lividi sotto il trucco e le acconciature, Madame la Duchesse, trova il modo di dare al marito bacato dieci figli:
- Marie-Thérèse, Mademoiselle de Bourbon (Parigi, 1 febbraio 1666 - ivi, 22 febbraio 1732), sposerà a Versailles il 22 gennaio 1688 François-Louis de Bourbon, Principe de Conti (1664-1709), cugino primo di suo padre;
- Henri, Duca de Bourbon (Parigi , 5 novembre 1667 - 5 luglio 1670);
- Louis III, Duca d’Enghien, poi Principe di Condé (Parigi, 11 novembre 1668 - 4 marzo 1710), sposa il 24 luglio 1685 a Versailles Louise-Françoise de Bourbon, Mademoiselle de Nantes (1673-1743), figlia legittimata di Luigi XIV e m.me de Montespan;
- Anne, Mademoiselle d’Enghien (Parigi, 11 novembre 1670 - 27 maggio 1675);
- Henri, Conte di Clermont (Saint-Germain-en-Laye, 3 giugno 1672 - Parigi, le 6 giugno 1675);
- Louis-Henri, Conte de la Marche e poi Conte de Clermont alla morte del fratello (Parigi, 9 novembre 1673 - Saint-Germain-en-Laye, 21 febbraio 1677);
- Anne-Louise, Mademoiselle d’Enghien poi Mademoiselle de Condé (Parigi, 11 agosto 1675 - 23 ottobre 1700);
- Louise-Bénédicte, Mademoiselle d’Enghien, poi Mademoiselle de Charolais (Parigi, 8 novembre 1676 - 23 gennaio 1753), sposa a Versailles il 19 marzo 1692 Louis-Auguste de Bourbon, duc du Maine (1670-1736) figlio legittimato di Luigi XIV e m.me de Montespan;
- Marie Anne, Mademoiselle de Montmorency poi Mademoiselle d’Enghien (Parigi, 24 febbraio 1678 - 11 aprile 1718). Sposa il 15 maggio 1710 suo cugino Louis Joseph de Bourbon, duca de Vendôme e conte di Dreux (1654-1712);
- N., Mademoiselle de Clermont (Parigi, 17 luglio 1679 - 17 settembre 1680).
Anna di Baviera ereditò il principato di Arches nel 1708, alla morte del cugino Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers; la terra rimase nella famiglia dei Condé fino al 1789. Ereditò anche la contea di Dreux da sua figlia Marie Anne, che a sua volta l’aveva ereditata dal marito. Dalla madre ebbe il castello di Raincy.
La rue Palatine, nel 6° arrondissement di Parigi prende il nome da lei, poiché abitava a fianco del Petit Luxembourg che fece risistemare dall’architetto Germain Boffrand tra il 1709 e il 1716.
Parigi deve ad Anna di Baviera anche la fontana palatina, situata al n° 12 di rue Garancière, sempre nel 6° arrondissement, e dichiarata monumento storico nel 1962: costruita a sue spese nel 1715, era addossata al suo palazzo privato; dopo la demolizione del palazzo ne fu costruito uno nuovo nel 1913, e la fontana ritrovò la sua collocazione originale. È sormontata da una lapide marmorea con un’iscrizione latina, e un mascherone di bronzo fa scorrere l’acqua vero una griglia.
L’iscrizione latina recita:
AQUAM
A PRAEFECTO ET AEDILIBUS ACCEPTAM
HIC
SUIS IMPENSIS, CIVIBUS FLUERE VOLUIT
SERENISSIMA PRINCEPS ANNA PALATINA EX BAVARIIS
RELICTA SERENISSIMI PRINCIPI
HENRICI JULII BORBONII PRINCIPIS CONDAEI
ANNO DOMINI M.DCC.XV
(Col beneplacito del prefetto e degli edili
La Serenissima Principessa Anna Palatina di Baviera
Vedova del Serenissimo Principe Henri Jules de Bourbon Principe di Condé
Volle che qui, a sue spese, scorresse l’acqua per i cittadini.
L’anno del Signore 1715)
Anna di Baviera muore a Parigi, al Petit Luxembourg il 23 febbraio 1723, a 74 anni.
Edited by Liselotte von der Pfalz - 28/2/2017, 18:21