La Cour Royale

Joseph-Hyacinthe-François de Paul de Rigaud, conte de Vaudreuil

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marquise de Créquy
view post Posted on 21/4/2013, 22:38     +1   -1




Joseph-Hyacinthe-François de Paul de Rigaud, conte di Vaudreuil figura appena nella scena della storia francese, ma nella cronaca del tempo fu un personaggio di spicco.
La sua famiglia era una delle più antiche della Linguadoca. Suo nonno, muore governatore del Canada nel 1725, aveva otto figli, che si erano quasi tutti distinti al servizio del Re, principalmente sul mare e nelle colonie. Uno di loro, comandante in capo delle Iles sous le Vent, sposò la figlia di unò dei più ricchi coloni di Santo Domingo ed è da questa unione che nasce il conte, il 2 marzo 1740.

All’età di diciotto anni, il giovane Vaudreuil entra nelle file dell’esercito, più che altro, sembra, per rispetto della famiglia che per una vera vocazione militare. Durante la Guerra dei Sette Anni, fece la campagna nello Stato maggiore del principe di Soubise, il vincitore di Rosbach. Per lui fu, non solo il più rapido cammino per arrivare alla gloria,ma fu anche quello di combattere con personaggi di alta levatura.

A pace fatta dimenticò presto il mestiere delle armi. La sua vocazione era altro e fino a quarant’anni visse attorno a Versailles, confuso nella folla dei gentiluomini. La morte di suo padre, nel 1764, seguì presto quella di sua madre, e ciò gli valse l’entrata in possesso di una grande fortuna; le rendite considerevoli che ricavava dalle piantagioni di Santo Domingo gli permisero di essere cortese, a volte magnifico.

A tutti questi vantaggi, il giovane Vaudreuil riuniva le qualità esteriori che il mondo cercava nei favoriti: un viso grazioso, delle maniere nobili e attraenti, una conversazione eterogenea, l’arte di darsi allo scherzo e la galanteria nelle forme più rispettose. Vi erano due persone soltanto, diceva la principessa d’Hénin, che sapevano parlare alle donne, Lekain a teatro e M. de Vaudreuil in città. Leggeva bene i versi, raccontava a meraviglia e cantava con gusto le ariette alla moda.

La cronaca di allora lo fa debuttare come virtuoso del salotto dalla marescialla de Luxembourg, con una canzone la cui scelta sembra inverosimile, ma lo si vede anche come figurante nelle quadriglie in costume di Corte, o rivaleggiando con Molé, sul palcoscenico della società, dal duca d’Orléans a Bagnolet, dalla duchessa di Borbone a Petit-Bourg, dal conte di Clermont a Berny. Grimm lo proclamerà un giorno il miglior attore di società che poteva esserci a Parigi.

Si sa che ruolo ebbe la famiglia di Polignac durante il regno di Luigi XVI. Una donna che uscì dal nulla dalla nobiltà di provincia, Yolande de Polastron, conquistò ben presto il favore e l’amicizia della Regina Marie-Antoinette; diventata poi duchessa e Governante dei Figli di Francia, si impose a corte con tutto un corteo di parenti e amici. Al suo seguito, le donne si faranno notare da subito: sua cognata, la contessa Diane, donna di poco fascino ma molto spirito, diventata dama d’onore di Madame Elisabeth; poi Mme de Polastron, presto oggetto degli omaggi assidui del conte d’Artois, e poi la figlia, la duchessa de Guiche che avrà, si dice, per un momento anche lei le attenzioni del principe. Poi fanno capolino gli uomini: il caustico e sornione barone de Besenval; M. de Polignac, uomo pieno di rettitudine e onore; M. de Polastron che un contemporaneo definisce “una nullità che suona il violino”, M. Adhémar, l’amabile cantante, sparirà presto negli onori lontani di una grande ambasciata. Il solo su cui si poteva contare era il brillante cugino di Mme de Polignac, che era primo fra tutti nel suo cuore, il conte di Vaudreuil.

Da molti anni, Mme de Polignac esercitava sul suo giovane parente il potere discreto delle sue grazie. Nonostante i vari legami che lo hanno legato in un momento passeggero a Mme de Chalôns e le sue tenere assiduità presso Mme Vigée Le Brun, Vaudreuil ebbe una posizione presso l’amica di Marie-Antoinette un posto contestato da tutti. Il legame nato tra i due viene raccontato da una specie di leggenda famigliare. Vaudreuil, si dice, era vivamente sollecitato da sua sorella, Mme de Duras, a portare avanti un progetto di matrimonio tra lui e una delle sue lontane parenti, Mlle de Polastron, ancora bambina. Si lasciò condurre al convento dove la piccola veniva educata; ma quest’ultima non prometteva certo quello che sarebbe diventata un giorno, una donna seducente. Vaudreuil lasciandola, si espresse sul suo conto in termini poco lusinghieri e abbastanza ad alta voce perché la piccola lo potesse sentire. Qualche anno più tardi, Vaudreuil incontra a Versailles una dama che lo affascinò; non riconobbe affatto in lei la cugina disdegnata e fu più che stupito quando apprese il suo nome. Da quel giorno ne divenne perdutamente innamorato e la sua passione, ben presto condivisa dovrà durare fino alla morte di colei che ne fu l’oggetto. Comunque sia la verità di questo aneddoto, è certo che Vaudreuil entrò nell’intimità della sua affascinante cugina prima che quest’ultima divenne la potente favorita della Regina di Francia. La loro relazione aveva un passato quando lui le indirizza dei versi, debole imitazione di “Vous et des Tu” di Voltaire, datati 1775 e dove rimpiange per l’uno e per l’altra, in mezzo al tumulto della Corte, i fascini di una vita solitaria e ritirata.

Quanto a lui, la sua vera entrata in scena a Versailles è segnalata dai contemporanei verso la fine del 1779. Il 16 ottobre, Mercy, che sembra ignorarlo fino allora, manda all’Imperatrice Maria Teresa, la liberalità con cui Vaudreuil diventa oggetto per intercessione della contessa Jules. Il furbo creolo, con il pretesto della guerra, non riceve nulla dalle sue proprietà in America e quindi si fa attribuire 30,000 livres di pensione fino alla pace. Per perpetuarne il profitto, avrebbe scambiato, a tempo debito, questa pensione, con il beneplacito della Regina, con un dominio ottenuto attraverso il suo credito presso il conte d’Artois. Ma non fu tutto: poco tempo dopo si faceva comprendere in una promozioni di marescialli di campo e cosa che non gli competeva affatto, fu investito di una carica di corte ben retribuita, quella di Grande Falconiere. Le sue funzioni si limitavano, essendo la caccia al volo non più in uso, a ricevere solennemente i girifalchi d’Islanda offerti dal Re di Danimarca, o i falchi inviati da Malta.

Infine, nel maggio 1780, tutta Versailles venne in qualche modo davanti a lui. Grimm dice: “Mme la contessa di Polignac ha partorito, a Parigi, nella casa del suo migliore amico, il conte de Vaudreuil, essendo la sua casa non ancora propria ad accoglierla. Quando la Regina lo ha saputo, non si è accontentata di andarla a trovare, di passare una giornata intera ai piedi del suo letto, ha impegnato il Re e tutta la Corte a stabilirsi alla Muette, unicamente per avvicinarsi il più possibile …Il Re ha voluto condividere le premure della Regina; è andato lui stesso a trovare Mme la contessa Jules il terzo o quarto giorno dal parto”. Il padrone di casa ha certamente beneficiato delle visite inattese; lo si vedrà presto decorato col cordon bleu, e nominato governatore ad honores della cittadella di Lille, con un salario annuale di 6,000 livres.

L’amicizia di un principe coronò e assicurò questa serie di favori. Il brillante stolto che era il conte d’Artois si lasciò attirare dai nuovi amici della Regina per la sua crescente passione per la contessa de Polastron. Vaudreuil, che sentiva a volte Mme de Polignac ribellarsi alle sue ambizioni o interessi, trovava giusto a proposito accanto a lei un principe per perorare, alla bisogna, la sua causa: d’altronde, abituato a vedere come suoi i parenti della sua amica, aveva per Mme de Polastron, la tenerezza inquieta e seriosa di un fratello maggiore. Grazie a lei le sue relazioni con il conte d’Artois guadagnarono in intimità e in familiarità. Nel 1782 si fece designare per seguire il principe in Spagna, all’assedio di Gibilterra, visitò con lui le trincee sotto il fuoco nemico e il ricordo dei pericoli passati fianco a fianco consacrerà tra loro una amicizia duratura.

A fianco dell’amica della Regina e del fratello del Re, Vaudreuil, finì per ravvivare con la sua propria vita la società intima, ristretta, che serviva da rifugio a Marie-Antoinette contro le noie dalla regalità. Aveva, nel più senso stretto del termine, il primo ruolo al piccolo Teatro di Trianon; era il compare di Colas nel “Les deux Chasseurs et la Laitière”, Richard ne “Le Roi et le Fermier”, l’indovino ne “Le Devin de Village”, infine il 19 agosto 1785 mascherato da Almaviva, diventava per qualche ora l’amante di Rosina sotto i tratti di Marie-Antoinette. I nemici dell’Austriaca videro in ciò qualcosa di diverso di una commedia. Vaudreuil figurò sulla lista degli amanti della Regina dove vi erano personaggi illustri come i nomi di Lauzun e di Coigny. Ma se c’è uno da allontanare da questi sospetti è proprio l’Almaviva di Trianon. Non solo non fu mai amato da Marie-Antoinette ma era pure considerato sospetto.

Molto influente, riuscì in qualche caso a far dare incarichi alle persone che credeva proprie, grazie ai nomi che soffiava nell’orecchio della Regina tramite la voce soave della duchessa di Polignac. Fu così che riuscì a mandare in disgrazia il principe di Montbarrey. La sua influenza è ancora più sensibile negli intrighi che portano Calonne al controllo generale delle Finanze.Con il guardasigilli, il luogotenente di polizia e metà della Corte, diresse la fazione favorevole a questo ministro contro i resti del partito di Choiseuil, favorevole a Necker.

Vaudreuil che dava pranzi e feste magnifiche, che era la provvidenza della sua numerosa parentela, non si occupava né di mettere ordine nelle finanze, né nella discrezione dei suoi prestiti. Dal 1784, delle circostanze portarono nella sua fortuna un disordine irrimediabile . Dovette ricorrere alle bontà del Re, mettere a profitto la gentilezza di Calonne e ottenne un anticipo di 1,200,000 livres. Questi soccorsi furono insufficienti e si rassegnò a mettere in vendita una parte dei suoi quadri. E’ vero che Luigi XVI ne acquistò molti ad alto prezzo.
In questo periodo si afferma anche il legame con Mme Vigée Le Brun. La pittrice aveva per lui un debole, che tradì più tardi nei suoi “Souvenirs”, tracciando spesso il suo nome. Al suo fianco dava la risposta pronta ai più brillanti oratori del tempo, al principe de Ligne, al marchese di Chastellux, all’abate Delille e se era richiesto ad un ricevimento di Mme Vigée Le Brun e un ballo della Regina, era all’artista che regalava le prime ore della sua serata.

Nel 1785 Vaudreuil prende le parti del cardinale di Rohan nell’ormai famoso “Scandalo della Collana” e aspira all’incarico, senza averne titolo, di Governatore del Delfino; La Regina, disgustata dall’atteggiamento del conte, fa sapere a Mme de Polignac il suo dispiacere di incontrare da lei certe persone; e quest’ultima, malgrado la sua dolcezza abituale non può fare a meno di rispondere: “ Penso che perché Vostra Maestà vuole venire nel mio salotto, non è una ragione che pretenda che ne escluda i miei amici”. La Regina non insisté ma prese la preoccupazione , prima di entrare da Mme de Polignac, di far domandare chi vi si trovava. Ci fu quindi in raffreddamento tra la Regina e la sua società abituale, quando scoppiò la crisi dove cadde in disgrazia Calonne, e visto che il ministro delle finanze era una sua creatura si vede compromesso nella sua caduta. Vaudreuil si affretta a partire con i Polignac per l’Inghilterra col pretesto di andare alle terme di Bath. Rientrato Vaudreuil trova la sua situazione cambiata. La sua carica di Grande Falconiere viene soppressa e le sue risorse personali sono diminuite per la bancarotta del finanziere Saint-James. Spera un momento che il Re, lo aiuti; ma Luigi XVI aveva detto di lui e dei suoi amici: “hanno solo da pagare, non intendo più essere responsabile delle loro follie”. La Regina stessa sarebbe stata inflessibile. Visto la mal parata il conte si disfa del suo castello di Gennevilliers a profitto del duca d’Orlèans, mette in vendita una nuova serie di quadri e oggetti di valore e ottiene che il Re prenda in blocco il suo mobilio per una somma importante. Durante questa liquidazione parziale Vaudreuil va a dimenticare i suoi creditori e i suoi nemici in Italia, a Roma, dal Cardinale de Bernis. Ritorna a Parigi alla fine del 1788.

All’inizio del 1789 Vaudreuil si schiera contro le concessioni fatte sulla formazione degli Stati Generali e vede nella doppia rappresentanza del Terzo Stato un mezzo per il popolo di cambiare la nobiltà e lo Stato. Nel Dichiarazione del Re del 23 giugno all’Assemblea sembrano già una capitolazione, e il giorno in cui il Re va ad annunciare le concessioni Vaudreuil prevede dei motti e si reca, assieme a degli amici, al castello per difendere la persona della Regina. Furono accolti freddamente e ringraziati: “ Non ne abbiamo più bisogno – fu loro detto- che si vegli sui nostri giorni; il Re accorda più di quello che si osa sperare, i cattivi sono disarmati, l’unione rinascerà” “posso osare chiedere alla Regina – replica Vaudreuil- se Necker ha seguito il Re all’Assemblea?” “ No ma perché questa domanda?” “ E’ perché se non si fa oggi il suo processo al principale ministro, domani la monarchia sarà distrutta”. Marie-Antoinette ha creduto vedere in queste parole qualche nuovo intrigo e congedò il conte. Vaudreuil retrocedendo verso la porta, e tra due saluti, fece sentire queste ultime parole: “ Vedo con dolore che sono incorso nella disgrazia della Regina, ma mai esiterò tra il favore e il mio dovere”.

Venti giorni dopo la situazione è ben cambiata la Rivolta annunciata da Vaudreuil è padrona di Parigi e minaccia Versailles. L’indomani della presa della Bastiglia il Re ordina a suo fratello e la Regina alla sua amica di allontanarsi al più presto, di lasciare la Corte e il Regno momentaneamente. Fu deciso che i fuggitivi , per non destare sospetti, avrebbero preso strade diverse. Il conte d’Artois doveva dirigersi verso i Paesi Bassi, i Polignac verso Basilea e la Svizzera. Chi doveva seguire Vaudreuil? Il conte d’Artois che correva più rischi fu la decisioni del conte. Nella notte tra il 16 e 17 luglio, una scena penosa e toccante ebbe luogo tra la coppia reale e i loro amici. Vaudreuil beneficiò dell’intenerimento generale e ottenne un rientro in grazia. Qualche ora più tardi il conte d’Artois, seguito da Vaudreuil, dal suo capitano delle guardie d’Hénin e dal suo scudiere de Grailly, partiva da Versailles a cavallo e raggiunse attraverso delle scorciatoie la foresta di Chantilly, là si procurò una carrozza del principe di Condé dove si cancellarono alla meglio le armi e prese la direzione verso Valenciennes. La frontiera fu oltrepassata senza ostacoli. A Namur il principe e i suoi amici si fermarono qualche giorno per poi ripartire il 2 agosto verso la Svizzera a raggiungere i Polignac in una casa di campagna presso Berna. Il conte d’Artois ripare per Torino un mese dopo ma stavolta Vaudreuil rimane con Mme de Polignac, il solo pensiero dei pericoli che la donna aveva passato lo desisté dal seguire il suo amico. Inizia il periodo di emigrazione. Prima tappa a Torino dove il clan dei Polignac viene accolto freddamente. Poi fu la volta di Roma dove Vaudreuil rivede Mme Vigée Le Brun, in fuga anche lei davanti alla Rivoluzione. Dopo Roma ci fu Venezia, da dove Vaudreuil consiglia il conte d’Artois nelle sue imprese.

Nel 1792 i Polignac si stabiliscono a Vienna e il duca viene nominato agente dei Principi presso l’Imperatore. Vadreuil approfitta di questo intermediario per sondare o rendere più attive le buone disposizioni dell’Austria. Nello stesso anno Vaudreuil prende parte alla campagna intrapresa dai Principi aiutati dalle armate austriache e prussiane poi dopo il licenziamento, ritornò a Vienna. A differenza di diversi emigrati Vaudreuil pianse Luigi XVI e le sue fatiche fisiche e dolori morali gli causarono una grave malattia nella primavera del 1793.

Ai dispiaceri di vedere il suo principe inattivo e fermo in Westphalia, si aggiunge il dolore di un lutto irreparabile. Mme de Polignac, sofferente da molto tempo e aggravatasi dopo la morte di Marie-Antoinette, morì il 5 dicembre 1793. Il marito sembrava aver sopportato questo dolore con filosofia; l’amico si lasciò vedere “abbattuto, piangente e adorante il ritratto”.

Vaudreuil visse accanto i Polignac due anni ancora, al castello di Kittsee presso Presbourg e in un quartiere di Vienna ma si guardò dal seguirli in Ucraina dove ottennero una terra da Paolo I. I suoi occhi e i suoi pensieri erano rivolti allora all’Inghilterra.

A più di cinquant’anni, l’inconsolabile amante di Mme de Polignac si decise a prendere moglie. Verso il 1795, sollecitò per corrispondenza la mano di sua cugina, Joséphine-Victoire che aveva solo vent’anni. Malgrado la distanza e la sua età, fece la sua corte come un giovane innamorato. Rimasto per qualche tempo sul continente a causa di mancanza di fondi infine trovò i mezzi di raggiungere l’Inghilterra. Vaudreuil si sposò a Londra, negli anni successivi abitò tanto in questa città, tanto ad Edimburgo. Dall’unione nacquero due figli. In questi anni gustò la vita domestica e si limitò ad essere un fedele commensale del conte d’Artois tra le mura di Holyrood.

Nel 1799 Vaudreuil si stabilì definitivamente alle porte di Londra, a Twickenham e non uscì più dal suo rifugio; era diventato Inglese d’abitudini e di cuore, provò inutilmente per salvare qualche resto della sua fortuna coloniale, ad entrare al servizio del governo britannico a Santo-Domingo e l’anno seguente sollecitò invano e a due riprese di seguire il conte d’Artois all’incontro di Calmar.
Quasi solo, Mme Vigée Le Brun venne a trovarlo al tempo della pace d’Amiens ed eseguì i ritratti dei suoi due giovani figli; lo trovò molto cambiato, molto dimagrito di corpo e viso, ma si convinse che lo spirito e il cuore erano rimasti gli stessi.

La prima Restaurazione che lo riportò a Parigi dopo venticinque anni di assenza, gli valse finire la sua vita in mezzo agli onori. Fu nominato Luogotenente generale e introdotto sin dall’inizio alla Camera dei Pari. Il vecchio mecenate di Gennevilliers divenne poi governatore del Louvre. “L’altro ieri – scrive la contessa Potocka il 22 maggio 1814 – sono stata ad un concerto da Mme Vigée Le Brun. Tutti si sono divertiti nel vedere M. de Vaudreuil fare gli onori come se venticinque anni fa”. Da Londra , dove si era rifugiato durante i Cento Giorni, supplica il conte d’Artois, per il futuro dei figli, la nobilitazione a titolo di duca.

Vaudreuil figura nella storia ufficiale della Restaurazione solo per la sua presenza alle esequie di Luigi XVI e Marie-Antoinette a Saint-Denis e per il suo voto di morte nel processo del maresciallo Ney. Dalla suo primo rientro in Francia, aveva risentito dei primi sintomi della malattia che lo uccise il 17 gennaio 1817. Il suo elogio fu pronunciato alla Camera dei Pari dal duca de La Rochefoucauld-Liancourt.

Edited by marquise de Créquy - 5/1/2015, 20:48
 
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