La Cour Royale

Louis XIV et sa famille travestis en dieux de l'Olympe

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view post Posted on 22/2/2015, 23:17     +1   -1
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Nel Salon de l’Oeil-de-Boeuf, la seconda anticamera dell’appartamento del Re a Versailles, il visitatore viene colpito subito da un olio su tela di grandi dimensioni (306 x 426,5 cm secondo quanto riportato dai database del museo), opera del pittore lorenese Jean Nocret (Nancy, dicembre 1615 - Parigi, novembre 1672) per quanto al momento della sua installazione a Versailles (1832) si riteneva fosse opera di Pierre Mignard. Nocret ebbe la nomina di pittore del Re, di valet de chambre del Re e poi di Primo pittore di Monsieur, Duca d’Orléans, il fratello del Re, e sarà appunto per Monsieur che commissionerà il quadro per la sua anticamera al castello di Saint-Cloud, sua dimora favorita; la data di esecuzione dell’opera è dibattuta, l’anno più accreditato è il 1670, ma sembra rimanere il dubbio poiché alcuni dei personaggi ritratti erano già deceduti in quell’anno: Anna d’Austria nel 1666, Henriette Marie nel 1669, e le due figlie di Luigi XIV (Anne-Élisabeth e Marie-Anne nel 1662 e ‘64). A onore del vero dal quadro manca anche Margherita di Lorena, seconda moglie di Monsieur Gaston (fratello di Luigi XIII), che viveva al Palais du Luxembourg tutto sommato lontana dalla Corte dalla quale non era ben vista e che morirà nel 1672.
La tela rimase a Saint-Cloud fino al 1784, anno in cui l’allora Duca d’Orléans, Luigi Filippo “il Grosso”, cedette a Luigi XVI l’intero dominio per la non troppo modica cifra di sei milioni di livres. Diventata parte delle collezioni reali fu fatta portare a Versailles nel 1832 da Luigi Filippo, e questo le valse la fortuna di non scomparire come la grande maggioranza delle opere di Nocret nella distruzione del castello di Saint-Cloud prima, e delle Tuileries poi. È appesa nella sua posizione attuale dal 1967; sotto l’Ancien Régime quel posto era occupato da un quadro del Veronese che al giorno d’oggi è esposto al Louvre: Ester e Assuero detto anche Lo Svenimento di Ester.

Il quadro è organizzato come un albero genealogico, Nocret ci presenta diversi discendenti di Enrico IV sotto i tratti di divinità greco-romane, rispettando la gerarchia dei due rami della famiglia reale e determinando il rango dei personaggi in base alle posizioni assunte. Va da sé che non sia stato possibile rispettare le parentele, o meglio trasporre correttamente i legami di sangue tra i personaggi con degli analoghi tra le divinità.

Al centro vediamo Anna d’Austria, l’amata madre del Re Sole e di Philippe, nelle vesti della grande dea madre Cibele, la divinità anatolica che i Greci identificarono con Rea, della generazione pre-olimpica, che fu madre di Zeus, Poseidone, Ade, Demetra, Era ed Estia: in altri termini, Rea fu la madre del futuro signore dell’Olimpo; fu forse questo, unitamente all’identificazione di Maria Teresa con Era-Giunone, a far supporre al conte Alexandre de la Borde, nel suo Versailles ancien et moderne che Luigi XIV vestisse qui i panni di Zeus, ma la corona d’alloro e lo scettro con la maschera solare non fanno parte degli attributi di Giove: gli sarebbe proprio il fulmine; inoltre ben conoscendo la mania del mito solare di Luigi XIV nulla lascia supporre che qui possa essere stato rappresentato in vesti altre che quelle di Apollo. Il globo terrestre che Anna-Cibele tiene tra le mani allude al suo peso politico, così come al ruolo preminente avuto nella famiglia e nell’educazione dei figli.
A destra di chi guarda, assiso su un trono sopraelevato su due gradini di marmo e sotto a un drappo scarlatto sorretto da due telamoni, vediamo un maestoso Luigi XIV avvolto in una ricchissima veste di broccato d’oro che gli lascia scoperto parzialmente il busto. La parrucca del Re è sormontata da un serto di alloro, allusione tanto alle sue vittorie militari quanto alla pianta sacra ad Apollo; notiamo en passant che le pettinature dei personaggi sono moderne, coeve al quadro, e non ispirate all’antichità: forse per dimostrare che sono i membri della famiglia reale con abiti di foggia inconsueta, o forse per scarsa attenzione di Nocret? Non è dato saperlo, purtroppo; quel che è certo è che lui fosse un pittore di soggetti storici, potrebbe aver lasciato il dettaglio a bella posta.
Seduta sui gradini del trono c’è Maria Teresa ritratta come si diceva nelle vesti di Era-Giunone, facilmente identificabile dal pavone che era l’animale a lei sacro. La Regina è più prossima al sovrano, ma è alla sua sinistra mentre la regina madre è alla destra, ed è rivolta verso di lui: data la precisione con la quale sono stati assegnati i posti ai membri del gruppo è facile capire quale fosse la donna più importante della vita del Re Sole. Ai piedi dei sovrani tre bambini: Maria Teresa tiene per mano il primogenito, Luigi il Gran Delfino; sotto di lui c’è Marie Thérèse, la Petite Madame, che gioca con una ghirlanda di fiori, e su un ginocchio della mamma Philippe Charles sotto i tratti di Cupido; questi ultimi due moriranno poco dopo la realizzazione del quadro. Il gruppo Luigi-Maria Teresa-pargoli può essere inscritto in un’area triangolare che si stacca facilmente dal resto del quadro. Alle spalle del Re e della Regina vediamo la maggiore dei nipoti di Enrico IV: la Grande Mademoiselle, Anne-Marie-Louise d’Orléans Duchessa di Montpensier, come dea lunare; probabilmente impersona Selene, se ci si basa sulle sue vesti lunghe e fluenti e il crescente di luna sulla testa; potrebbe trattarsi di Artemide, in riferimento all’illibatezza di Mademoiselle de Montpensier, ma mancano gli attributi tradizionali della sorella di Apollo: arco, turcasso con le frecce, eventualmente cani e/o cervi e le vesti corte abbinate agli stivali da caccia. Questa identificazione ristabilirebbe in un certo qual modo una parentela accettabile: Selene era cugina di Apollo, anche se non germana.
Ai piedi del trono, verso il centro della tela, un quadro con due infanti: sono figlie del Re e di Maria Teresa; Anne Élisabeth e Marie Anne, morte rispettivamente nel 1662 e nel 1664.
In secondo piano, arretrato rispetto ai telamoni dietro al trono, un gruppo di tre donne, probabilmente le Cariti (che però a Sparta erano solamente due, ma nell’arte i riferimenti alle tre Grazie sono innumerevoli, basti pensare al Canova o a Botticelli): i loro volti sono quelli delle sorellastre di Mademoiselle de Montpensier, nate dal secondo matrimonio di Gastone di Francia, Duca d’Orléans fratello di Luigi XIII, con la già citata Margherita di Lorena; Marguerite Louise d’Orléans, futura moglie del granduca Cosimo III de’ Medici, Elisabeth Marguerite d’Orléans, futura duchessa di Guisa, e per finire Françoise Madeleine d’Orléans, sposa di Carlo Emanuele II di Savoia. Pur essendo anche loro Nipoti di Francia sono relegate in secondo o terzo piano: in effetti la loro presenza a Corte era sostanzialmente fonte di imbarazzo, non dimentichiamo che la loro madre era figlia e sorella del nemico di Lorena, e loro tre figlie di un principe frondista e di una donna che lo sostenne per quanto le fu possibile. Il già citato conte Alexandre de la Borde sostiene che si tratti invece di Margherita di Lorena con due delle figlie, ma l’affermazione appare priva di senso: perché ritrarre due delle Mesdemoiselles d’Orléans e lasciane da parte una?

La parte sinistra del quadro rispecchia la destra per simmetria, vediamo il gruppo formato dalla famiglia di Monsieur Philippe ma notiamo che gli indici del lusso e del potere sono affatto diversi da quelli riservati al gruppo formato dalla famiglia del Re Sole: niente broccati o altri tessuti preziosi, baldacchini, oro.
L’estrema sinistra del quadro è occupata da Henriette Marie, figlia di Enrico IV e vedova di Carlo I Stuart (defunta all’epoca della realizzazione del dipinto), pertanto zia e suocera di Philippe; ritratta con il tridente di Nettuno in una mano e un corallo nell’altra: è Anfitrite, la sposa di Nettuno, anche se il solito de la Borde ne fa Iride o Teti: perché? Iride è la dea dell’arcobaleno e messaggera degli dèi, figlia di Elettra figlia di Oceano e sorella delle Arpie, pertanto il tridente non le appartiene neanche volendo, ma Teti? La nereide madre di Achille o sua nonna, Teti la titanide? Il corallo potrebbe essere degno di entrambe, ma il tridente?
Il fratello del re è rappresentato seduto mentre regge una cornucopia, o forse una torcia di foggia inconsueta, sormontata da un globo luminoso: Monsieur impersona Phosphoros-Lucifero, la Stella del Mattino, figlio di Eos la dea dell’aurora e a sua volta sorella di Elio (il Sole) e Selene (La Luna).
Monsieur accarezza il viso di una bimba: è Mademoiselle, Marie Louise d’Orléans, la futura sfortunatissima regina di Spagna. Le sue ali multicolori l’hanno fatta altre volte identificare con Zefiro, ma questi è maschio: potrebbe rappresentare invece Iride, o forse Psiche. Alle spalle della bimba vediamo sua madre, Madame Henriette, nei panni di Flora, vestita di un semplice abito bianco e con ghirlande di fiori nelle mani e tra i capelli.
In basso, al centro della tela, a fianco del quadro che ritrae le due bimbe morte di Luigi XIV, vediamo due putti che suonano una lira: possiamo supporre che si tratti di altri due figli della coppia d’Orléans, morti in tenera età, ma l’idea solleva molti interrogativi: perché ritrarre due infanti morti in un quadro nel quadro e altri due invece mostrarli mentre strimpellano allegramente come se fossero vivi? E perché solo due e non tre? Nel 1670 Philippe e Minette avevano avuto, oltre a Marie Louise che era viva e vegeta, Philippe Charles (1664-1666), una bimba nata morta nel 1665 e un maschio anch’egli nato morto nel 1667; inoltre avevano da poco un’altra figlia viva e vegeta: Anne Marie, futura duchessa di Savoia (1669-1728) che sarà la nonna di Luigi XV.
Un dettaglio curioso è dato dalla posizione delle mani dei personaggi: è come se ci fisse una corda invisibile che va dalle mani di Mademoiselle di Montpensier a quelle del Re, a quelle di Anna, poi a Minette, a sua figlia, a Philippe per arrivare a Henriette Marie: forse un modo per dimostrare l’unione della famiglia reale nel dopo Fronda?

Da un punto di vista puramente genealogico della discendenza di Enrico IV nel quando sono presenti:

  • l’ultima sua figlia ad aver vissuto in Francia, Henriette Marie;

  • sua nuora, Anna d’Austria;

  • i suoi due nipoti francesi, Luigi e Filippo;

  • sei nipoti: le quattro figlie di Gastone, Maria Teresa (figlia della figlia maggiore di Enrico) e Minette;

  • sei, se non otto, bisnipoti dei quali due rappresentati in forma postuma.

Non contiamo con precisione quante volte fossero in realtà suoi discendenti, sarebbe complicato dati i matrimoni tra cugini primi: Luigi, Filippo, Enrichetta e Maria Teresa erano tutti nipoti abiatici di Enrico IV.

Edited by Liselotte von der Pfalz - 7/6/2015, 21:58
 
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Valentine de Milan
view post Posted on 23/2/2015, 22:46     +1   -1




Qualche nota sparsa:
- «la data di esecuzione dell’opera è dibattuta, l’anno più accreditato è il 1670, ma sembra rimanere il dubbio poiché alcuni dei personaggi ritratti erano già deceduti in quell’anno: Anna d’Austria nel 1666, Henriette Marie nel 1669, e le due figlie di Luigi XIV (Anne-Élisabeth e Marie-Anne nel 1662 e ‘64)»; non mi farei troppi problemi, era estremamente frequente raffigurare anche i membri della famiglia defunti, soprattutto in opere celebrative come questa che non volevano certamente essere una fotografia;
- «notiamo en passant che le pettinature dei personaggi sono moderne, coeve al quadro, e non ispirate all’antichità: forse per dimostrare che sono i membri della famiglia reale con abiti di foggia inconsueta, o forse per scarsa attenzione di Nocret? Non è dato saperlo, purtroppo; quel che è certo è che lui fosse un pittore di soggetti storici, potrebbe aver lasciato il dettaglio a bella posta.»; non si ponevano minimamente il problema della filologicità. Al contrario, se avessero pettinature 'all'antica' il quadro sarebbe decisamente insolito;
- «Le sue ali multicolori l’hanno fatta altre volte identificare con Zefiro, ma questi è maschio: potrebbe rappresentare invece Iride, o forse Psiche»; ci sono raffigurazioni antiche di Iride con le ali da farfalla? Ne trovo solo con ali da pennuto e le ali da farfalla compaiono in opere ottocentesche. Psiche è sicuramente quella con la tradizione iconografica più consolidata in tal senso, anche se il personaggio non si lega particolarmente bene con quelli che ha intorno (già Zefiro con Flora ci starebbe meglio. Oddio, non che il "gruppo Orléans" preso tutto insieme quagli e dimostri chissà quale legame ben congegnato...);
- verosimilmente l'iconografia del dipinto non va riferita direttamente al pittore, che immagino abbia eseguito le indicazioni di un letterato.
 
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Olympe de Gouges
view post Posted on 31/5/2015, 15:20     +1   -1




Henriette Marie potrebbe essere Teti, ma in senso lato rappresenta semplicemente il mare (e il tridente rafforza questo concetto), poiché via mare è andata in Inghilterra e sempre via mare è tornata in Francia. Allo stesso modo, tutti i personaggi ritratti in chiave simbolica interpretano il loro stesso vissuto biografico, o il ruolo che hanno all'interno della società di corte.

Mademoiselle dovrebbe rappresentare Psiche, poiché le ali di farfalla non lasciano dubbi, ma conosco troppo poco la sua biografia per poter azzardare un'interpretazione più precisa.
 
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2 replies since 22/2/2015, 23:17   516 views
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